Controcorrente, se vuoi essere cristiano!

I sentimento forti, le passioni esagerate, le emozioni gridate sono il clima in cui si inscrive la nostra vita di relazione. Così prendono il sopravvento gli interessi sulle relazioni umane, sul gioco.

Controcorrente, se vuoi essere cristiano!

da Quaderni Cannibali

del 20 maggio 2010

 

           Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. (Lc 6, 27-38)

 

 

          La violenza sta segnando di sé sempre più pesantemente la vita sia familiare che sociale. Ce ne danno l’esempio i personaggi pubblici, viene continuamente mostrata in televisione, e lentamente vi ci stiamo abituando. I sentimento forti, le passioni esagerate, le emozioni gridate sono il clima in cui si inscrive la nostra vita di relazione. Così prendono il sopravvento gli interessi sulle relazioni umane, sul gioco.

          L’amore viene fatto credere facile, questione di fascino o di avventura e così la riuscita nell’esistenza. L’odio è tollerato come forma di difesa e opinione dovuta. L’immagine della società è spesso così connotata, anche se nella vita lavora ed è presente Dio e tante persone sono buone e giuste e realizzano il suo progetto di umanità. La domanda però che ci possiamo fare è: che cosa porta di nuovo il cristiano a questa società? Il vangelo ha delle pagine molto semplici e impegnative: amate i vostri nemici… benedite coloro che vi maledicono.. prestate senza sperare di ricevere… non giudicate.. date a chiunque chiede…

          Il cristiano è come tutti, ma ha un cuore grande come quello di Gesù. In questa società violenta è chiamato a offrire pace, perdono, solidarietà. Non avremo mai fatto abbastanza per realizzare nella vita i sentimenti del cuore di Gesù.

          Non vogliamo dirci più bravi di tutti, ma che abbiamo una vocazione originale, quella della croce, del perdere per ritrovare la forza, del morire per risorgere, del pagare anche per gli altri, perché Dio accetta chi si sacrifica per il bene di tutti. Il male che c’è nel mondo è troppo grande. Come si può uscire da questa spirale? Non certo limitandoci a comportarci bene. Occorre un di più di amore, occorre sradicare il male mettendo in campo la capacità di assorbirlo su di sé e distruggerlo. La sofferenza se è sopportata a causa di Cristo, appare come grazia, dono di salvezza, segno concreto che si è chiamati alla salvezza e a portar salvezza.

          Occorre che qualcuno si addossi l’infelicità degli altri e la cambi in amore. La legge del taglione sta ritornando pure peggiorata. Non è più occhi per occhio, dente per dente, ma: se tu mi tocchi un capello, io ti taglio la testa; se mi soffi un guadagno io ti mando in malore; se mi fai un torto io ti distruggo. La scelta di Gesù è molto diversa: ama i tuoi nemici, vincili con l’arma infallibile dell’amore. Questo ha fatto Gesù, questa deve essere la scelta di chi lo vuol seguire.

          Gli apostoli lo hanno capito tardi, ma hanno dato tutti la vita per Gesù; noi siamo chiamati a mettere a disposizione un comportamento controcorrente perché la vita e il mondo siano più abitabili. Lo diceva anche papa Benedetto all’agorà dei giovani: controcorrente, contro la corrente del male, del ribasso, dell’egoismo, del disprezzo della vita, della deturpazione del creato, della vendetta, della legge del taglione, del cuore sporco di ogni compromesso.

mons. Domenico Sigalini

http://www.dimensioni.org

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