Lo specchio! Appena ci svegliamo, lo andiamo a salutare, entrati in bagno. È lui che ci fa inorridire, che ci dice quanto siamo “brutti”, “grassi”, “mostruosi”, “sgraziati”, “deformi”, se ci paragoniamo alle belle forme delle ragazze di copertina, alle veline televisive e alle escort di cui si parla tanto oggi...
del 15 marzo 2011
 
Il culto del corpo
          Nella nostra società, votata all’ennesima potenza al consumismo e al valore dell’apparenza, il culto del corpo ne rappresenta un’icona esemplare. Si osserva una cura del proprio corpo talmente ossessiva da ritenersi patologica.
          Riflettendoci, «fratello asino» – come san Francesco d’Assisi definiva il nostro corpo – ne fa le spese e ne subisce le conseguenze in modo grottesco e insofferente, perché la cultura, la moda, lo stile di vita dominanti, a cui siamo abituati da bombardamenti mediatici costanti e irrefrenabili, vogliono, pretendono, impongono che il proprio aspetto fisico, diventi e miri a essere esteticamente… perfetto.
Dal lifting ai massaggi
          Pertanto ecco che sottoponiamo il nostro corpo a ogni sorta di “tortura” fisica pur di renderlo bello, armonioso, snello, abbronzato, proporzionato, in una parola… invidiabile. Ecco che creme, massaggi, ogni tipo di ginnastica e lo yoga, e accorgimenti “tecnici” di natura posturale o cosmetica, botulino, laser, lifting, ecc. vengono adottati a iosa pur di raggiungere lo scopo. E il business della chirurgia estetica, intanto, trova e adesca clienti, insoddisfatti del proprio seno, del proprio naso, del proprio mento, ecc., promettendo di farne uno nuovo di zecca, il più appropriato e attraente che ci sia!
La moda del ritocco estetico
          Il ritocco fisico è diventato, insomma, lo stratagemma idoneo a sopperire alle insoddisfazioni che derivano dal difetto di turno del proprio aspetto fisico, che tormentano nel profondo uomini e donne, siano essi o esse giovani o di mezza età. Ci rendiamo conto che le ragazze o modelle, che compaiono sulle pagine di giornali e riviste sono ritoccate al computer per apparire al top. La loro bellezza è fittizia, ideale, finta, falsa, falsata, pertanto artefatta e ingannevole. Nulla di quello che notiamo, stupiti, sulle copertine è reale! Eppure ci rodiamo l’anima pur di assomigliare a quell’attore o attrice del piccolo o grande schermo, che, per mestiere, devono essere belli e attraenti. Così sono sorte una moda, una tendenza, un’inclinazione di costume, che hanno del patologico: rifarsi il seno o il naso o la bocca, perché, se no, non piaccio…
Specchio delle mie brame
          E che cosa determina in primis questo ricorrere al terapeutico “ritocco”? Ma è lo specchio! Che appena ci svegliamo, andiamo a salutare, entrati in bagno. È lui che ci fa inorridire, che ci dice quanto siamo “brutti”, “grassi”, “mostruosi”, “sgraziati”, “deformi”, se ci paragoniamo alle belle forme delle ragazze di copertina, alle veline televisive e alle escort di cui si parla tanto oggi…
Parola d’ordine: piacere
          E sarà poi il bisturi a farci tornare alle grazie di una Venere di Botticelli… Perché solo così si potrà realizzare l’obiettivo tanto ambito: l’apparire belli, piacenti, gradevoli di aspetto con un corpo da mozzafiato e un volto incantevole. In Italia, dati statistici ufficiali confermano che ogni anno 180 mila persone fanno ricorso senza esitazione alla chirurgia plastica, pur di tornare ad avere stima di sé e conquistare l’approvazione degli altri, affinché seno, naso, mento ecc., rifatti, rispondano finalmente al bisogno narcisistico di piacere.
Il business della chirurgia estetica
          Per i chirurghi che si occupano dei ritocchi fisici è una pacchia: in America il guadagno annuo per tutti gli interventi specialistici di questo genere ammonta intorno ai 15 milioni di dollari. L’industria e il marketing e la pubblicità hanno fatto del corpo una gallina dalle uova d’oro. Basta nutrire un po’ di insoddisfazione per le forme del proprio aspetto e invidiare quello di una ragazza di copertina ed ecco che il problema s’invita a risolverlo, ricorrendo al ritocco estetico. Gli adolescenti sono le prime vittime di questo modo di pensare, o anche strategia di marketing. E così non vedono l’ora di rifarsi seno o labbra o naso pur di apparire come la tv, subdolamente, propone onde evitare nevrosi e disistima a livello personale e psicologico, e la condanna e la gogna unanimi da parte dei coetanei e del gruppo.
          Questa tendenza a modificare le proprie fattezze si riscopre anche in Oriente, dove le adolescenti si fanno rifare gli occhi e le palpebre all’occidentale, oppure si fanno addirittura allungare le gambe con particolari strumenti ortopedici di trazione. Questo fenomeno riguarda il 50 per cento delle ragazze, stufe dei propri occhi a mandorla o di non possedere delle gambe «tornite belle», come cantava un vecchio motivo canoro, e come la moda esige. Un altro fenomeno preoccupante sono poi l’anoressia e la bulimia, in cui cadono tantissime adolescenti, che si abituano in modo anomalo a rimettere il cibo ingurgitato pur di apparire sexy, più snelle possibile per fare colpo. La chirurgia estetica, dunque, alimenta un giro d’affari da capogiro, approfittando delle idiosincrasie degli adolescenti in particolare.
          L’aspetto fisico ha le sue priorità, certo! Il corpo deve apparire bello e affascinante! Ben vengano la ginnastica e la cosmesi, e, se necessario, l’intervento chirurgico, ma senza esagerare! Del resto, giustamente, gli antichi romani usavano dire: mens sana in corpore sano. Per l’appunto, come la mettiamo con la mente e con l’anima? Alla loro bellezza non ci pensiamo?
 
Nicola Di Mauro
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