Non avrei mai pensato che partecipare come membro dello staff ai Corsi animatori mi avrebbe così profondamente aperto un mondo...
Non avevo mai conosciuto i Salesiani, non direttamente almeno, ma ne avevo sempre sentito parlare, quasi sempre bene, per il loro impegno nel sociale e nell’educazione della gioventù; tuttavia non avrei mai pensato che partecipare come membro dello staff ai Corsi animatori mi avrebbe così profondamente aperto un mondo. Di questa esperienza totalizzante ho deciso di raccogliere e fissare solo tre parole che mi sono entrate nel cuore in modo particolare: Accoglienza, Condivisione, Gioia.
1. Accoglienza: Sono arrivato a Mestre per il terzo e quarto livello del corso animatori senza conoscere praticamente nessuno, con un pensiero all’esame di qualche giorno successivo e una leggera paura dell’ignoto, di una nuova esperienza sconosciuta e in mezzo a gente sconosciuta. E invece è bastata una giornata per sentirmi a casa, dico sul serio, casa! Il clima che ho subito percepito è stato quello di una grande famiglia, dove ognuno con una semplice parola o con un aiuto offerto spontaneamente ha contribuito a farmi sentire inserito in qualcosa di grande e importante. La stessa cosa è successa a Udine, dove sono arrivato per il primo livello la domenica pomeriggio e la mattina successiva, all’inizio del corso, già mi sembrava di stare assieme agli altri ragazzi e ragazze, salesiani, religiosi dello staff da una vita… Perché veramente, la prima sorpresa di questa esperienza è stata scoprire con quanta facilità altre persone, del tutto sconosciute, si siano fidate di me e mi abbiano accolto.
2. Condivisione: Questa è forse la parola più importante di tutte… I corsi animatori sono un’esperienza di profonda condivisione, con gli altri membri dello staff, ma soprattutto con i ragazzi: sembra impossibile che in tre giorni e con 420 (a Mestre) e 500 (a Udine) ragazzi scatenati dai 15 ai 18 anni, si possa riuscire a parlare in maniera più approfondita con qualcuno di loro. Eppure, con un po’ di pazienza, ci si riesce: ed è una cosa bellissima pensare che un adolescente decida di aprire il suo cuore a te, semplice persona di qualche anno più grande, fidandosi di quello che gli racconti… Mi ricorderò per molto tempo di un dialogo che ho avuto a Udine con una ragazza, durante la celebrazione penitenziale, nel quale ho capito veramente l’importanza che in quel momento io rivestivo per lei, attraverso le semplici parole che le ho detto per rispondere ai suoi dubbi. Ma condivisione non significa solo dialogo, bensì anche i fantastici momenti passati in mensa, sedendosi a caso tra i ragazzi e parlando, ridendo e scherzando dei loro paesi di provenienza, dell’età che mi davano (sempre sbagliatissima), di qualche momento buffo accaduto in quei giorni. Significa anche dormire per terra in aule di scuola con 18 persone morte di sonno e di caldo dopo giornate lunghissime passate sotto il sole. E significa anche perdersi per Venezia durante una caccia al tesoro, arrivare con mezz’ora di ritardo in Piazza San Marco e scoprire che tutti se ne sono già andati da un pezzo! Condivisone significa anche fatica alla fine, perché a volte i ragazzi ti sfiancano, perché le docce alle 5 del mattino ti rendono la giornata molto assonnata, perché comunque i momenti “vuoti” sono veramente pochi...
Ma è una fatica che si fa volentieri, si fa con
3. Gioia: Accoglienza e Condivisione non possono che generare gioia infatti! La gioia quella vera, che deriva dalla consapevolezza di aver fatto un servizio per gli altri con passione e dedizione. La gioia che viene dalla scoperta che chi dice che “I giovani non hanno più valori” ha profondamente torto, perché migliaia di ragazzi hanno dimostrato il contrario, vivendo questo giornate con profonda responsabilità e, appunto, gioia nel mettersi in gioco. Gioia è stato anche scoprire come quante persone della tua età condividano con te una cosa molto importante: la fede in Dio, motivazione essenziale del servizio svolto in questi giorni. Infine, gioia, è ripensare, a mente fredda, ai volti, alle parole e ai gesti visti e vissuti, alle tante belle persone conosciute, delle quali porterò dentro di me un piacevole ricordo.
Stefano
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