Cristo sarebbe deriso, trattato da pazzo...

Si è detto spesso che se Cristo tornasse sulla terra, sarebbe di nuovo crocefisso. Questo non è del tutto vero. Il mondo ha cambiato: vive ora nella “intelligenza”. Perciò Cristo sarebbe deriso, trattato da pazzo, ma come un pazzo di cui si prende beffe.

Cristo sarebbe deriso, trattato da pazzo...

da L'autore

del 01 gennaio 2002

Il fatto ch’io mi esposi volontariamente agli attacchi del “Corsaro”, costituisce il gesto più geniale della mia vita. Ciò mi gioverà per tutto il curriculum della mia attività di scrittore; sarà di enorme importanza per tutto il mio compito nei riguardi del Cristianesimo, onde farlo entrare totalmente nella riflessione.

Si è detto spesso che se Cristo tornasse sulla terra, sarebbe di nuovo crocefisso. Questo non è del tutto vero. Il mondo ha cambiato: vive ora nella “intelligenza”. Perciò Cristo sarebbe deriso, trattato da pazzo, ma come un pazzo di cui si prende beffe.

Quest’antinomia deve ora essere risolta: si deve credere proprio ciò che il criterio mondano e terrestre con i suoi motteggi metterà in ridicolo. Questo “si deve” è un colpo ancora più forte del credo quia absurdum. Agli ingenui si dice: “È proprio contro l’intelletto, ma tu devi credere”. Questo “devi” è più forte, proprio perché è in contrasto con qualcosa. Allo scherno spiritoso di tutta l’intellettualità si risponde: “Certo, da quel punto di vista la cosa è ridicola, immensamente ridicola; è la più ridicola di tutte, ma tu devi credere. Sono in ballo e cielo e inferno: tu devi”. É un devi tremendo, appunto perché fa una concessione così grande al contrasto.

Ora capisco sempre meglio il mio rapporto originario e profondo al comico, e ch’esso mi gioverà proprio per illustrare il Cristianesimo.

Perciò è così giusto che la mia povera vita esprima questa dialettica: ho permesso loro di deridermi, ma quel ch’io dico è la verità.

Quando non si fa nessuna concessione al contrasto, il “tu devi” è ben lungi dall’ottenere quella forza. Ma più grande è la concessione e più tremendo è il “tu devi”. La concessione indica per così dire l’altezza della doccia.

Colui perciò a cui tocca ora esporre il Cristianesimo, deve possedere in modo eminente tutto ciò di cui può disporre il motteggiatore più spiritoso, appunto per porre questo “devi”.

[ 5, 181-182] X A 187

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