CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia - giorno 9

È sottile la differenza tra ascoltare e sentire; la pietra se ne accorge solo ora. Le ali della città iniziano a raccontare delle storie. La pietra, adesso, ascolta.

CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 9

5 marzo 2020  

 



Ciao Petra…
Com’è che sai il mio nome?
L’ho sentito mentre lo dicevi a Stella.
Giusto, voi onde sentite tutto…

Senti, io volevo chiederti…insomma…è imbarazzante, perché abbiamo già parlato…però io non lo so…è giusto chiedere…insomma, onda: come ti chiami?
Il mio nome è Kyma.
Oh. Mi aspettavo un nome più semplice, come Onda od Ondina, oppure Schiuma, che so.
Ma il mio è un nome semplice, Petra! Significa proprio “onda”, ma in un’altra lingua degli uomini.  
E perché io non l’ho mai sentita?
Perché è una lingua che riposa nel mare. Lo parlava la gente che popolava la Grecia secoli fa; poi, col tempo e con le navi che mi solcavano la schiena, quella lingua è cambiata ed è diventata diversa da com’era. Ma la lingua antica vive ancora nella nuova, come il seme vive ancora nella quercia, e senza seme la quercia non ci sarebbe.
Bello, questo proprio non lo sapevo.
Eppure tante volte te l’ho raccontato…
Il fatto è che mi sono accorta che in tutti questi anni non ho mai ascoltato davvero.
Meglio tardi che mai!
Kyma… è giusto, il nome?
Sì, nome corretto.
Kyma, senti. Ma tu hai più visto la ragazza che era venuta qui a piangere?
No, io no.
Ah, peccato.
L’ha vista Ochin, proprio ieri mattina.  
Chi?
Ochin, Ochin de mâ, il gabbiano del faro.
Ah, si chiama così?  

Bene, e la ragazza?
Stava seduta in un prato davanti a un ospedale insieme ad altri ragazzi.
Piangeva?
No. Erano tutti sorridenti e guardavano verso una finestra socchiusa. Se ne stavano in cerchio a cantare e a colorare cartelloni, ad attaccare foto. Ma non ha saputo dirmi come mai.
Strano… Lo sai che quella lacrima mi è rimasta attaccata dentro?
Tu dici?
Sì, sento che è rimasta con me, come se avesse voluto insegnare al mio cuore cosa vuol dire vivere.
Scoperta importante per una pietra.
Sì, davvero. Dici che lei tornerà?
Credo di sì. Oggi il mare e il cielo e le montagne, tutto è imbevuto del rosso del melograno, rosso vino, rosso di stelle vive, rosso sangue. Un cuore addolorato cerca il rosso del mare per medicare le sue ferite. Un cuore inondato di amore cerca il cielo rosso per specchiarcisi e riconoscere il suo colore.  
E la ragazza ha entrambi i cuori…
No, Petra: lei ha tutto in un cuore solo. E anche i suoi amici. Aspetta ancora un po’ e vedrai stormi di cuori assetati arrivare a guardare le nostre stelle.
Tranquilla, non mi muovo da qui. 

 


testi: Anita Marton 

grafiche: sr. Giulia Collodel 

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