Ha seguito la sua strada... la voce nel sole... si è lasciato plasmare... anch'io posso?
Giorno 37
02 aprile 2020
Nostos è qui, ma presto ritornerà nella sua città. È stato bello poterlo incontrare ancora, dopo tutto questo tempo. La gioia di questo incontro si è moltiplicata grazie alla lunghissima attesa. Adesso, continuerò a conservare il suo ricordo fino a quando ci incontreremo di nuovo. Sono convinta che ci rivedremo e che questo non è un addio. Nostos ci racconta la sua vita, di come sia scivolato sotto la terra, lungo le radici di quelle stelle alpine, di come poi abbia viaggiato a lungo al buio per salire in superficie in un’alta risorgiva in montagna, di come poi sia diventato torrente limpido e abbia conosciuto tutte le piante del sottobosco, di come abbia abbeverato tutti gli animali della foresta – cervi, tassi, caprioli, aquile – per poi arrivare in un placido e largo fiume. È sfociato nel mare, poi è diventato pioggia e ha accarezzato i fiori; brina nei mattini invernali, neve, ghiaccio sulle strade degli uomini. Ha visto il mondo, Nostos, e adesso è tornato. Ci racconta di quando è diventato acqua scelta per un compito importantissimo ed è stato benedetto. È stato acqua che purifica dallo sporco del cuore, chissà come ha fatto. Però l’ha fatto, ha pulito molti cuori e tra questi anche quello di Alberto, prima, e di Carlo qualche anno dopo. Ci dice che questa è stato l’incontro più importante della sua vita, con Carlo e Alberto, con tutti i cuori, ma soprattutto con Dio. Lui ha sempre creduto di essere un povero e sporco pezzo di ghiaccio, non degno nemmeno di abbeverare un fiore. Ma Nostos ha fatto nascere centinaia di fiori, ha dato da bere agli animali, ha dissetato gli uomini, ha lavato il mondo dalla polvere, ha trasportato barche, ha pulito i pavimenti e le finestre, ha giocato con i bambini a palle di neve, ha sorvolato i cieli in cristalli bellissimi di ghiaccio e poi ha incontrato Gesù, ed è stato acqua Santa nelle sue mani. Strumento di Dio. Pescatore… sì, pescatore di uomini. Non si è tirato indietro, ha seguito la sua missione, quel richiamo che ha sentito in quel tiepido sole che gli diceva di sciogliersi e di seguire la via che gli avrebbe indicato. Nostos aveva paura, ma si è fidato, si è affidato e, senza nemmeno rendersene conto, ha fatto tanto bene e portato gioia a molti, nonostante le difficoltà a superare le dighe, la siccità e i terreni impermeabili. Pescatore di uomini… Il mio amico Nostos ha seguito il suo cammino, semplicemente… semplicemente rimanendo sé stesso, lasciandosi plasmare da Dio. Come… com’è possibile? Anch’io posso fidarmi, lasciarmi plasmare, senza paura… Anch’io posso essere così… così felice?
testi: Anita Marton
grafiche: sr. Giulia Collodel
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