L'atto del camminare è forse il gesto più comune e quindi il più umano. Esso favorisce una filosofia elementare dell'esistenza basata su una serie di piccole cose, induce il viandante a interrogarsi su di sé, sul suo rapporto con la natura e con gli altri, a meditare su un'inattesa gamma di questioni.
del 01 gennaio 2002
L’atto del camminare è forse il gesto più comune e quindi il più umano. Esso favorisce una filosofia elementare dell’esistenza basata su una serie di piccole cose, induce il viandante a interrogarsi su di sé, sul suo rapporto con la natura e con gli altri, a meditare su un’inattesa gamma di questioni. Perdere tempo a camminare appare come un atto anacronistico in un mondo dominato dalla fretta… Camminare è un modo tranquillo per re-inventare il tempo e lo spazio… Il primo passo non sempre è agevole: per un tempo più o meno lungo strappa alla quiete della vita regolare e consegna alle alee della strada, del clima, degli incontri, di un uso del tempo non ostacolato dall’urgenza… Ma non basta partire, bisogna anche trovare un equilibrio, non sopravvalutare le proprie forze… Bisognerà camminare per ore, o giorni, o settimane, quindi tanto vale imparare subito a procedere in linea retta e a un’andatura regolare …
Viaggiare a piedi è un modo di conoscere che rammenta il significato e il prezzo delle cose, una deviazione fruttuosa per ritrovare la capacità di godere degli eventi… Il bagaglio che l’uomo porta con sé indica l’uomo stesso, lo riproduce in una forma materiale che permette all’osservatore imparziale di capire immediatamente che cosa è essenziale ai suoi occhi, di che cosa non potrebbe fare a meno neanche per un giorno senza avere la sensazione… Perché la conoscenza del mondo si dispieghi all’infinito c’è bisogno di strade… Chi cammina sente la terra sotto i piedi, è in un rapporto vivo con un percorso che richiede apertura dei sensi e disponibilità del corpo, intreccia una relazione di ricordo con i molteplici avvenimenti de suo viaggio.
tratto da David Le Breton Il mondo a piedi. Elogio della marcia
David Le Breton
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