Due grandi marce si stanno svolgendo nel Continente. In Guatemala è ancora resistenza, indigena, contadina, sindacale, negra, femminista e popolare. In Bolivia si marcia per la Costituzione con alla testa il “governo dei movimenti sociali” del Presidente Evo Morales.
del 14 ottobre 2008
Due grandi marce si stanno svolgendo nel Continente. In Guatemala è ancora resistenza, indigena, contadina, sindacale, negra, femminista e popolare. In Bolivia si marcia per la Costituzione con alla testa il “governo dei movimenti sociali” del Presidente Evo Morales.
A Città del Guatemala si resiste, a La Paz si avanza, ma gli obbiettivi dal cuore del centro America a quello delle Ande, sono gli stessi. A conclusione del Foro Sociale delle Americhe, e nonostante in Europa siano passati di moda, i Fori Sociali continuano ad essere un luogo di incontro e progettazione politica nel Continente ribelle, a Città del Guatemala una grande marcia in tutta la capitale ha ricordato che la crisi finanziaria che riempie le pagine dei giornali è solo secondaria “rispetto a quella alimentare, energetica, ambientale e soprattutto etica della quale è vittima il pianeta sotto il tallone del neoliberismo”.
I movimenti sociali e contadini del Sud del mondo riuniti in Guatemala per superare l’attuale crisi, che considerano solo un’ulteriore involuzione di 500 anni di colonialismo e di 35 anni di neoliberismo, continuano a mettere al primo posto una riforma agraria integrale che restituisca ai popoli dell’America latina la loro sovranità alimentare e si riconoscono pienamente nell’ALBA, l’Alternativa Bolivariana per le Americhe, e nel principio della solidarietà e cooperazione tra i popoli in alternativa con la competizione imposta dal cosiddetto libero mercato. In questo contesto rifiutano tutte le risposte neoliberali alla crisi a partire dalla militarizzazione del continente, “l’Iniziativa Mérida, il Plan Colombia, l’ASPAN, le basi militari, la Scuola delle Americhe e la Quarta Flotta statunitense”.
Intanto a 5.000 km di distanza una grande marcia è partita in Bolivia. Per nove giorni, migliaia di boliviani marceranno per 200 km fino alla capitale La Paz. Vogliono la rapida entrata in vigore della nuova Costituzione approvata dal parlamento ma che a causa dell’opposizione violenta dell’opposizione non è stata ancora approvata da un referendum popolare. La Costituzione realizzerà alcune delle cose che a Città del Guatemala ancora si sognano: permetterà la riforma agraria, approfondirà la nazionalizzazione delle risorse economiche del paese e finalmente trasformerà la Bolivia in uno Stato per tutti, dove anche la maggioranza indigena per la prima volta nella Storia potrà sentirsi cittadina a pieno titolo.
Gennaro Carotenuto
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