Dall'Asia al mondo: le nuove rotte del vangelo

Nel continente meno cattolico del globo crescono gli istituti missionari locali. Un segno, pur embrionale, di nuovo protagonismo...Nuove, inedite prospettive di evangelizzazione e di scambio che invertono il corso tradizionale e usuala, confermando ancora una volta le capacità dello Spirito, «che soffia dove vuole», di regalare sorprese...

Dall'Asia al mondo: le nuove rotte del vangelo

da Quaderni Cannibali

del 15 ottobre 2009

Nel continente meno cattolico del globo crescono gli istituti missionari locali. Un segno, pur embrionale, di nuovo protagonismo

 

 

Dalle Filippine, si sa, partono ogni anno centinaia di migliaia di donne e uomini in cerca di lavoro. Quel che non tutti sanno è che, tra i filippini migranti all'estero, c'è un drappello assolutamente particolare: i 72 sacerdoti della Mission Society of the Philippines (Msp). Non è l'unico istituto missionario asiatico ad gentes (vedi box a p. 10), ma è il più «antico» (1965) e il primo, tra quelli fondati in Asia, ad aver ottenuto il riconoscimento ufficiale della Santa Sede. Dal gennaio scorso la Società missionaria delle Filippine non è più sotto l'autorità dei vescovi locali, ma risponde direttamente alla Santa Sede tramite la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Una dimostrazione di maturità ecclesiale e missionaria della comunità cattolica locale, che si è impegnata a evangelizzare al di fuori dei suoi confini nazionali.

 

La sede della Mission Society of the Philippines si trova in una modesta palazzina di Manila. A poche centinaia di metri di distanza sorge Makati, il quartiere del business, un quadrilatero di grattacieli e palazzi avvenieristici, strade ampie e traffico febbrile. Tutto ricorda New York o Shanghai. Qui, invece, regna una relativa tranquillità. Ai muri delle pareti una serie di quadri religiosi, le foto degli ultimi due Papi, una foto-ricordo dello staff direttivo della Msp.

 

Ad accogliermi è padre Alfredo G. Africa (nella foto), un tipico viso filippino, con due baffetti regolari: da pochi mesi è superiore generale. Nonostante la sua giovane età, padre Alfredo ha già un'esperienza missionaria ricca. «Ho lavorato inizialmente - negli anni Ottanta - in una zona rurale della Papua Nuova Guinea. Poi, dopo una parentesi di alcuni anni dedicata alla formazione, nel giugno 2007 sono stato inviato negli Stati Uniti, precisamente nella diocesi di Sacramento (California)». Un bel salto, non c'è che dire... «Sì. In Papua il contesto era quello della foresta, con tutto ciò che ne consegue in termini di cultura, abitudini della gente ecc. Mentre negli Usa mi sono misurato con l'ambiente urbano, totalmente diverso, ma non meno 'provocante' per la missione. Inizialmente mi è stato affidato l'incarico pastorale di vicario della parrocchia di Santa Clara in Rosenville; di lì a qualche mese, la responsabilità di altre due parrocchie vicine: san Patrick in Jackson e quella dell'Immacolata Concezione in Sutter Creek, sempre nello Stato della California».

 

Con un sorriso, padre Alfredo ricorda le corse in auto per saltare da una Messa all'altra alla domenica: «Ho rischiato multe per eccesso di velocità - confida - per poter raggiungere in tempo l'una o l'altra comunità». I filippini emigrati (una comunità numericamente assai consistente e coesa) erano i destinatari naturali dell'attività pastorale del loro connazionale. «Un'at­ten­zione specifica ma non esclusiva», precisa padre Alfredo, sottolineando come la scelta di curare la comunità dei filippini all'estero abbia alle spalle una motivazione profondamente missionaria e non un mero obiettivo 'di campanile': «Vorremmo che i nostri cattolici che espatriano diventassero essi stessi missionari laddove vivono».

 

A questo, infatti, punta la Msp: suscitare la passione per l'annuncio del vangelo alle genti. «La Società missionaria delle Filippine - spiega padre Africa - è stata fondata nel 1965 dai vescovi delle Filippine nel quarto centenario dell'evangelizzazione del Paese per esprimere in modo concreto la gratitudine a Dio per il dono della nostra fede. In altre parole, è come se, in quanto parte della Chiesa filippina, avessimo voluto sdebitarci per il grande dono del Vangelo ricevuto diventando a nostra volta missionari ai vari angoli del mondo». Il motto della Msp suona proprio così: «condividere il dono della fede con i popoli dell'Asia e del resto del mondo».

 

La Msp ha messo radici in tredici Paesi; l'Asia è il continente con la presenza più significativa: Thailandia, Taiwan, Giappone e Corea del Sud. Ma anche l'Oceania conta numerose presenze: Papua Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda, Isole Cook e Isole Samoa. In Occidente i missionari Msp sono attivi, oltre che negli Stati Uniti (e in una piccola missione in Guyana), anche in due Paesi europei: Olanda e Gran Bretagna.

 

La destinazione geografica rende evidente il senso del lavoro apostolico della Msp. «Il nostro impegno missionario - si legge negli statuti della Società - ha a che fare con l'incarnazione della Chiesa in Asia tra quanti non credono in Cristo, il sostegno al servizio di annuncio del Vangelo svolto dalle giovani Chiese fino a che possano acquisire una maturità ecclesiale e, infine, la creazione di una coscienza missionaria nei migranti filippini, così da renderli parte e strumenti del servizio missionario».

Ciò spiega come mai - alle prime storiche missioni della Thai­landia (i primi padri Msp approdarono nella diocesi di Khorat nel 1970) - col tempo si siano aggiunte le destinazioni americana ed europee.

 

Il carisma missionario della Msp si esprime nella doppia direzione dell'annuncio del vangelo (catechesi, sacramenti, pastorale biblica...) e della promozione umana. In Thailandia, ad esempio, nel 1994 è stato aperto a Nong­buakhok il Mary's Help Center che accoglie malati di Aids, una piaga con cui la Thailandia si misura da anni a motivo dell'«industria del sesso» fiorente nelle località turistiche e in alcune zone della capitale Bangkok.

 

Se la Thailandia è il Paese dove per primi sbarcarono i padri Msp, oggi è la Papua Nuova Guinea la terra dove la loro presenza è più consistente e diffusa. Approdati inizialmente (1982) in diocesi di Daru-Kiunga, nella parte occidentale, si sono poi aggiunte - a partire da fine anni Ottanta sino al 2005 - le diocesi di Vanimo, Kerema, Bouganville  e la capitale Port Moresby. Uno stile missionario apprezzato, quello dei padri Msp, tanto che uno dei preti attivi in Papua Nuova Guinea, Edwin de la Pena, è stato scelto di recente come vescovo della prelatura di Marawi, nell'isola di Mindanao (nel sud delle Filippine).

 

Nelle parole di padre Alfredo sembra far capolino, qua e là, un malcelato senso di orgoglio per l'appartenenza al «Paese più cattolico dell'Asia». Talora, al visitatore straniero, potrebbe quasi apparire che l'esistenza di un istituto missionario locale rappresenti una forma di nazionalismo rivestita di «dignità» ecclesiale. Ma si tratta di un'impressione fuorviante: non c'è nessun desiderio di equivoca «autonomia» né sentimenti anti-colonialisti di sorta dietro la legittima rivendicazione, specie alla luce della dottrina conciliare, di un nuovo protagonismo missionario delle giovani Chiese. Va forse rimarcato - per converso - il fatto che esiste una sintonia feconda fra istituti missionari di antico lignaggio, di fondazione europea, e presenze come la Società missionaria filippina che, nel caso del suo sbarco in Corea del Sud - ad esempio - ha ricevuto un aiuto significativo da parte di padre Jerry Hammond, allora (stiamo parlando dei primi anni Novanta) superiore dei missionari Maryknoll a Seul.

 

Di più. Gli istituti missionari locali come la Msp rappresentano la linfa nuova che si muove dentro vecchi e robusti tronchi. Pren­diamo il caso delle Cook Islands. Nel settembre 2004 alcuni padri della Msp sono stati assegnati a due delle isole dell'arcipelago, Aitutaki e Atiu. Ebbene, Aitutaki è stata la prima isola ad abbracciare il cristianesimo, grazie a John Williams, un padre della gloriosa (ma oggi isterilita) London Missionary Society, che vi arrivò nel lontano 1821.

 

L'ultimo atto - per ora - della pluridecennale vicenda missionaria della Msp riguarda lo sbarco in Occidente. Su invito del vescovo Frans Wiertz i missionari Msp hanno avviato la loro missione in terra europea nella parte meridionale dei Paesi Bassi, in diocesi di Roermond, al confine con Germania e Belgio. Ai due padri arrivati nel dicembre 2006, dopo un periodo di ambientamento e studio della lingua, è stata affidata la cura pastorale di due comunità. Anche il vescovo della diocesi inglese di Hexham e Newcastle, nell'ottica di un'assistenza pastorale più puntuale alla comunità filippina locale, ha chiesto alla Missionary Society of Philippines un aiuto; di qui l'arrivo, nelle brume del Nord (siamo nella parte settentrionale dell'Inghilterra, al confine con la Scozia), di un missionario nel settembre di due anni fa.

 

Nuove, inedite prospettive di evangelizzazione e di scambio che invertono il corso tradizionale e usuale (da Nord a Sud), confermando ancora una volta le capacità dello Spirito, «che soffia dove vuole», di regalare sorprese.

 

Gerolamo Fazzini

http://http://www.missionline.org/

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