Dall'inseminazione artificiale alla solidita' della famiglia

Il film è in uscita il 5 novembre in Italia. Attenzione, la recensione contiene spoiler sulla trama.

Dall’inseminazione artificiale alla solidita’ della famiglia

da Quaderni Cannibali

del 04 novembre 2010

         

          Il film è in uscita il 5 novembre in Italia. Attenzione, la recensione contiene spoiler sulla trama.Quando Hollywood inizia a sfornare commedie romantiche sulla fecondazione artificiale, ecco che il campanello d’allarme, che ancora qualcuno si degna di ascoltare, inizia a suonare sempre più forte.

          “Due cuori e una provetta” è il classico film commerciale, rivolto principalmente a quel pubblico femminile che al cinema vuole solo distrarsi e sognare l’amore.

         Se per anni questo genere di cinematografia ha affrontato il tema della ricerca dell’amore da parte delle donne single, per poi arrivare alla voglia di maternità, causata dall’orologio biologico che non smette di rintoccare, oggi si propone di dare alle donne nuove risposte, nuovi spunti, nuove fonti d‟ispirazione.

          Kassie è una donna single che decide di avere un figlio da sola, ricorrendo all’inseminazione artificiale. La sua ricerca del donatore perfetto viene ostacolata dal suo migliore amico Wally, segretamente innamorato di lei che prima si propone come donatore e una volta sentitosi rifiutato reagisce nella maniera più inaspettata.

          Durante una festa, organizzata per celebrare la scelta “coraggiosa” di Kassie, il giovane in preda a una clamorosa sbronza, trova nel bagno il vasetto contenente il seme del donatore. Per sbaglio Wally fa cadere il piccolo recipiente nel lavandino, perdendo così il contenuto e decide irresponsabilmente di porre rimedio al piccolo disastro, sostituendo il seme perso con il suo.

          A causa dell’alcool il giovane al suo risveglio non ricorda nulla di quello che è successo la notte precedente, così Kassie rimane incinta, ignara di portare in grembo il figlio del suo migliore amico.

          La neo mamma abbandona New York per una vita più tranquilla. Passano gli anni e i due amici si perdono un po’ di vista per poi reincontrarsi sette anni dopo, quando Kassie decide di tornare a vivere nella Grande Mela.

          La giovane, però, non è più sola: con lei c’è il suo bambino che già dal primo incontro dimostra di avere non poche cose in comune con lo “zio” Wally.

          Il giovane inizia a trascorrere molto tempo con il piccolo e la sua mamma e questa nuova vicinanza gli riporterà alla memoria quella notte, facendogli capire che quella somiglianza non è frutto del caso, ma della biologia.

          Nel frattempo Kassie rivede il donatore (non anonimo per sua scelta) e intraprende con quello che pensa essere il padre di suo figlio una relazione che la porterà fino a ricevere una proposta di matrimonio interrotta però dalla rivelazione di Wally.

          Si tratta di una commedia degli equivoci che scherza con argomenti ben più seri, divulgando un immaginario nuovo, pronto a prendere sempre più piede. Certo, la riflessione non manca all’interno del film: prima, quando la mamma racconta come ha dovuto spiegare al suo bambino l’assenza di un padre; e poi, quando il piccolo dimostra chiaramente la difficoltà di vivere senza conoscere le sue radici, fantasticando sulla sua famiglia immaginaria che lui associa visivamente alle foto di estranei all’interno delle cornici che colleziona.

          I due amici riescono a superare il trauma della rivelazione, arrendendosi ai loro sentimenti reciproci e dando al piccolo la sua vera famiglia.

          Così il film che si presentava come il manifesto di quella generazione di uomini incapaci di ammettere i propri sentimenti e di donne che non si arrendono davanti a niente pur di diventare madri, si trasforma nel finale nella più tradizionale commedia celebrativa della famiglia come legame indissolubile e come unico antidoto a una vita sempre meno umana.

          Fonte: Scienza e Vita

Olga Calabrese

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