DALLA PEDAGOGIA DELL'ORATORIO, ALLA PASTORALE MISSIONARIA

È un padre che gode di parlare delle còse sue a' suoi amati figli, i quali godono pure nel sapere le piccole avventure di chi li ha cotanto amati, e che nelle cose piccole e grandi si è sempre adoperato di operare a loro vantaggio spirituale e temporale...

DALLA PEDAGOGIA DELL’ORATORIO, ALLA PASTORALE MISSIONARIA

da Don Bosco

del 15 febbraio 2007

I. INTRODUZIONE

 

 

    Più che 'storia' del passato, le Memorie dell’Oratorio di San Francesco di Sales, potrebbero considerarsi come il documento più maturo e significativo di 'pedagogia narrativa oratoriana'. Vi confluiscono ambedue le dimensioni, sociale e educativa, pur con la prevalenza di questa, potenziata da forti connotazioni pastorali e catechistiche. Come si può desumere dal proemio, il testo che qui solo viene presentato, questa è l’ottica suggerita dall’autore stesso. Sembra, quindi, che oltre la limitata utilizzazione storica, che esse possono consentire, sia questo il frutto più cospicuo che si può ricavare dalla loro lettura.

    Redatte quasi integralmente tra il 1873 e il 1875, è logico che esse rispecchino il modo con il quale don Bosco vede e valuta gli eventi del passato alla luce degli imprevedibili risultati conseguiti e in funzione delle prospettive future, che egli indica ai membri della sua religiosa, nel momento dell’approvazione definitiva (aprile 1874). È inevitabile che nella meditata rievocazione interferiscano e si sovrappongano tre piani cronologici e psicologici: 'i fatti e le intuizioni di allora e la matura coscienza del loro significato in un presente che li vede precisati, ingranditi e arricchiti attraverso i difficili, più chiari e compiuti sviluppi successivi e in un futuro da garantire e organizzare'.1

    Non sembra storicamente irrilevante che l’inizio della redazione delle Memorie, nell’immediato conosciuta solo dal segretario don Gioachino Berto, coincida con la composizione nel 1873 del Cenno istorico sulla congregazione di S. Francesco di Sales, che don Bosco utilizzerà poi a ridosso dell’approvazione delle costituzioni nel febbraio-marzo 1874. Le Memorie vengono così a costituire la preistoria, intesa non come rievocazione asettica, ma quale preludio, preannunzio, fase iniziale di una storia in parte realizzata o in via di compimento e affidata per ulteriori sviluppi, nella medesima linea, ai collaboratori.

    È da notare che le tre decadi preannunciate, 1825-1835, 18351845, 1845-1855, sono precedute dalla decade 1815-1825, un proemio di poche pagine sugli anni dell’infanzia, dove è narrato per la prima volta il 'sogno' sui nove/dieci anni, che non può essere eletto se non con gli stessi criteri dell’intero libro.

    Il testo è ricavato dall’ultima edizione critica: G. BOSCO, Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855. Introduzione, note e testo critico a cura di Antonio da Silva Ferreira. Roma, LAS 1991: seguita da un’altra da essa dipendente, e più curata nel testo, senza apparato delle varianti, con introduzione e note del medesimo A. da Silva Ferreira. Roma, LAS 1992.

    Riferiti a un mondo totalmente diverso, ma idelamente omogenei possono considerarsi i cosiddetti 'Ricordi ai missionari' del 1875, cronologicamente contigui alle Memorie dell’Oratorio.

    I primi accordi di don Bosco con l’arcivescovo di Buenos Aires e il parroco don Pietro Ceccarelli prevedevano l’impegno dei salesiani in attività pastorali e giovanili, in Argentina, nella capitale e a San Nicolas de los Arroyos. Ma nelle intenzioni profonde di don Bosco il primato in prospettiva spettava alle 'missioni' nella Patagonia; e ad esse esclusivamente si riferiva don Bosco quando annunciava l’accettazione dell’impresa americana ai direttori salesiani riuniti a Valdocco il 29 gennaio 1875. E imperniato in primo luogo sulle missioni è il discorso di addio che egli rivolge ai salesiani in partenza il giovedì 11 novembre dello stesso anno, anche se non manca l’esplicito riferimento a un ministero sacerdotale più ampio, compreso quello riservato agli emigranti italiani.2

    Verso il termine del saluto di congedo, rivolgendosi in particolare ai partenti, don Bosco annunciava pure l’esistenza dei 'Ricordi', che egli consegna a ciascuno in foglietto stampato al termine del rito.3 'A tutti in particolare ho già detto a viva voce quello che il cuore m’inspirava o che io credeva più utile; a tutti poi lascio scritti alcuni ricordi speciali che siano come mio testamento per coloro, che vanno in quei lontani paesi e che forse non avrò più la consolazione di vedere su questa terra'.4

    Il manoscritto originario, databile tra gli inizi di settembre e la prima quindicina di ottobre 1875, portava il titolo 'Ricordi speciali per coloro che vanno in lontani paesi'. Nei Ipassaggi successivi i 14 'consigli' si accrescono a 20 'ricordi'.5

    Si riproduce il testo nella redazione originale di don Bosco, da lui stesso corretta e integrata nel medesimo manoscritto. È quello stabilito da Jesús Borrego nell’edizione segnalata.6

 

 

Note

 

 

1 S. G. BOSCO, Scritti sul sistema preventivo nell’educazione della gioventù. Introduzione, presentazione e indici alfabetico e sistematico a cura di Pietro Braido. Brescia, La Scuola Editrice 1965, p. 4.

     Il discorso si allarga e si approfondisce con il più recente saggio: P. BRAIDO, 'Memorie' del futuro, in 'Ricerche Storiche Salesiane' 11 (1992) 97-127.

2 Cfr. il testo del discorso in MB XI 383-387.

3 E II 516-517.

4 MB XI 386.  

5 Per la storia del testo, le possibili fonti, l’analisi dei contenuti, la presenza nella tradizione successiva salesiana, è fondamentale la ricerca di Jesús BORREGO, Recuerdos de San Juan Bosco a los primeros misioneros, in 'Ricerche Storiche Salesiane' 3 (1984) 167-208.

6 J. BORREGO, Recuerdos de San Juan Bosco..., pp. 206-207.

 

 

 

 

 

Da 'Memorie dell’Oratorio dal 1815 al 1835 –

esclusivamente pei soci salesiani'

 

MEMORIE PER L’ORATORIO

E PER LA CONGREGAZIONE SALESIANA

   Più volte fui esortato di mandare agli scritti le memorie concernenti l’Oratorio di S. Francesco di Sales, e sebbene non potessi rifiutarmi all’autorità di chi mi consigliava, tuttavia non ho mai potuto risolvermi ad occuparmene specialmente perchè doveva troppo sovente parlare di me stesso. Ora si aggiunse il comando di persona di somma autorità, cui non è permesso di porre indugio di sorta, perciò mi fo qui ad esporre le cose minute confidenziali che possono servire di lume o tornar di utilità a quella istituzione che la divina Provvidenza si degnò affidare alla Società di S. Francesco di Sales.

Debbo anzi tutto premettere che io scrivo pe’ miei carissimi figli Salesiani con proibizione di dare pubblicità a queste cose sia prima sia dopo la mia morte.

   A che dunque potrà servire questo lavoro? Servirà di norma a superare le difficoltà future, prendendo lezione dal passato; servirà a far conoscere come Dio abbia egli stesso guidato ogni cosa in ogni tempo; servirà ai miei figli di ameno trattenimento, quando potranno leggere le cose cui prese parte il loro padre, e le leggeranno assai più volentieri quando, chiamato da Dio a rendere conto delle mie azioni, non sarò più tra loro.

   Avvenendo d’incontrare fatti esposti forse con troppa compiacenza e forse con apparenza di vanagloria, datemene compatimento. È un padre che gode di parlare delle còse sue a’ suoi amati figli, i quali godono pure nel sapere le piccole avventure di chi li ha cotanto amati, e che nelle cose piccole e grandi si è sempre adoperato di operare a loro vantaggio spirituale e temporale.

   Io espongo queste memorie ripartite in decadi ossia in periodi di dieci anni, perchè in ogni tale spazio succedette un notabile e sensibile sviluppo della nostra istituzione.

   Quando poi, o figli miei, leggerete queste memorie dopo la mia morte ricordatevi che avete avuto un padre affezionato; il quale prima di abbandonare il mondo ha lasciate queste memorie come pegno della paterna affezione; e ricordandovene pregate Dio pel riposo eterno dell’anima mia.

 

 

 

 

 

Ricordi ai missionari

 

Ricordi dati ai religiosi Salesiani il giorno 11 novembre nell’atto che partivano dalla chiesa di Maria A. per intraprendere il viaggio alla Repubblica Argentina:

1. Cercate anime, ma non danari né onori, né dignità.

2. Usate carità e somma cortesia con tutti, ma fuggite la conversazione e la famigliarità colle persone di altro sesso o di sospetta condotta.

3. Non fate visite se non per motivi di carità e di necessità.

4. Non accettate mai inviti di pranzo se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate di essere in due. |

5. Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.

6. Rendete ossequio a tutte le autorità civili, religiose, municipali e governative.

7. Incontrando persona autorevole per via, datevi premura di salutarla ossequiosamente.

8. Fate lo stesso verso le persone ecclesiastiche o aggregate ad Istituti religiosi. |

9. Fuggite l’ozio e le quistioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel riposo.

10. Amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi e parlatene sempre bene. È questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della congregazione.

11. Abbiatevi cura della sanità – Lavorate, ma solo quanto le proprie forze comportano. |

12. Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.

13. Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portatevi mai né invidia, né rancore, anzi il bene di uno, sia il bene di tutti; le pene e le sofferenze di uno siano | considerate come pene e sofferenze di tutti, e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle.

14. Osservate le vostre Regole, né mai dimenticate l’esercizio mensile della buona morte.

15. Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata nominatamente le confessioni, le scuole, i catechismi, e le prediche.

16. Raccomandate costantemente la divozione | a M.A. ed a Ges√π Sacramentato.

17. Ai giovanetti raccomandate la frequente conf. e com.

18. Per coltivare la vocazione ecclca insinuate 1º amore alla castità, 2º orrore al vizio opposto, 3º separazione dai discoli, 4º comunione frequente, 5º carità con segni di amorevolezza e benevolenza speciale.

19. Nelle cose contenziose prima di giudicare si | ascolti ambe le parti.

20. Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo - Amen -

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