In realtà, la parola tolleranza sottende un rapporto di disuguaglianza, un atteggiamento di forzata sopportazione: “Ti tollero ...ma se potessi farti fuori, lo farei”.
del 16 dicembre 2009
 
Quando parliamo di immigrati/immigrazione spesso sentiamo pronunciare la parola “tolleranza” per designare un atteggiamento positivo che vuol sembrare un’affermazione di civiltà e carità, di rispetto per la diversità e di liberalità.In realtà, la parola tolleranza sottende un rapporto di disuguaglianza, un atteggiamento di forzata sopportazione: “Ti tollero …ma se potessi farti fuori, lo farei”.
 
In una società che fa della tolleranza un punto di orgoglio, noi cristiani dovremmo sostituire questo vocabolo con la parola “integrazione”: l'insieme di processi sociali e culturali che rendono l'individuo membro di una società.Rendere un individuo “membro di una società”, significa considerarlo e farlo sentire “uno di noi” …uno “come noi”: con lo stesso diritto al lavoro (e quindi al salario), con lo stesso diritto allo studio, alla casa, al divertimento.
Questo è stato il tema del week end di formazione della Scuola di Mondialità, che il 12-13 dicembre è stata felicemente accolta dalla comunità di Schio e si è fermata a riflettere sul tema dell’accoglienza.
La testimonianza del dottor Gianluca Baldassarre sabato pomeriggio (medico del CUAMM http://www.mediciconlafrica.org/ita/home.asp) ed il film “Il vento fa il suo giro” sabato sera, hanno spianato la strada alla testimonianza di don Gianni Filippin, missionario per dieci anni in Albania, che ci ha fatto comprendere le ragioni che stanno dietro al flusso migratorio albanese, nonché a vedere con occhi diversi lo straniero che cerca asilo nella nostra patria.
Due mezze giornate arricchite ed impreziosite dal clima di profonda condivisione ed amicizia che caratterizza la Scuola di Mondialità 2009-2010: siamo in 40, dai 18 anni in su, provenienti da tutto il Triveneto (Trieste, Verona, Schio, Godego, Mestre, Padova, Conegliano, Udine, Primiero, Cadore, Capriva, Mogliano…). Tutti pronti per andare in missione!
d. Alberto Poles
 
 
don Alberto Poles
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