Priva dei quattro arti, la tredicenne Beatrice Vio è una provetta schermitrice! Per la piccola schermitrice veneziana, da tutti chiamata Bebe la passione per il fioretto è stata più forte di qualsiasi sciagura.
del 12 maggio 2010
           Quella di Bebe non è affatto una storia triste. Ne è convinto papà Ruggero e ci tiene a ribadirlo. Fino all'età di undici anni, Beatrice Vio, di Mogliano Veneto (VE) era una grande promessa della scherma. Una meningite fulminante le ha portato via braccia e gambe. Un evento del genere, per uno sportivo è la morte dell'anima.
 
          Per la piccola schermitrice veneziana, da tutti chiamata Bebe la passione per il fioretto è stata più forte di qualsiasi sciagura. Dopo un lungo calvario e l'adozione delle protesi, ha ripreso gli allenamenti e domenica scorsa ha vinto il suo primo trofeo da atleta disabile. Nell'occasione ha anche stabilito un record mondiale: è la prima schermitrice priva dei quattro arti ad aver partecipato una competizione sportiva.
          La vita di Bebe, che oggi ha tredici anni, non è più la stessa dal 20 novembre 2008: la bambina è colpita da febbre così alta da necessitare il ricovero. La diagnosi dell'ospedale pediatrico di Padova è spietata: meningite aggravata da uno shock settico con emorragie che le hanno devastato l'intero corpo. Solo l'amputazione di tutti e quattro gli arti potrà salvare la vita della giovanissima atleta. Beatrice rimane in ospedale per sei interminabili mesi, nel corso dei quali viene sottoposta ad una lunga serie di dolorosi interventi chirurgici.
          Nella disgrazia Bebe è stata salvata da un'inesauribile forza interiore che ha lasciato di stucco anche chi conosceva bene il temperamento grintoso e solare della piccola. A ciò va aggiunta la straordinaria determinazione e l'amore dei familiari: poco dopo l'inizio della faticosissima riabilitazione, Bebe aveva già confidato ai genitori, il suo desiderio di tornare alle gare. Papà Ruggero si è quindi prodigato nel trovarle delle protesi adeguate e all'avanguardia che le consentissero il ritorno all'attività agonistica. Nel frattempo Bebe è lentamente tornata alla vita 'normale' e ai tanti interessi che ha sempre coltivato: scrivere, dipingere, fare camping con gli scout. Il suo rendimento scolastico era e resta particolarmente brillante.
          Dopo alcuni tentativi non riusciti, all'inizio di quest'anno, Bebe è riuscita ad ottenere le protesi idonee per riprendere la scherma ed, in particolare, per impugnare il fioretto. Ha ricominciato gli allenamenti in carrozzella ma la sua speranza è quella di poter gareggiare in piedi, con l'ausilio di protesi agli arti inferiori. “Datemi le gambe e vedrete...”, ha ripetuto più volte negli ultimi mesi. “Per ora ha gareggiato in carrozzina ma non è giusto metterle dei limiti”, le ha fatto eco il papà. Domenica scorsa, 2 maggio 2010, è stato forse il giorno più bello della vita di Bebe: a San Lazzaro di Savena (BO), la giovane schermitrice ha conquistato il Torneo paralimpico regionale dell'Emilia Romagna, sfidando Emanuele, un coetaneo privo di una gamba.
          La storia di Bebe ricorda in parte quella di Oscar Pistorius, l'atleta sudafricano che corre con protesi agli arti inferiori: i due si sono conosciuti lo scorso novembre in occasione della Family Run, corsa non competitiva che precede di un giorno la Maratona di Venezia. Un incontro commovente in occasione del quale il podista ha spinto la carrozzina della fanciulla fino al temine della manifestazione. La lista di sogni nel cassetto di Beatrice Vio sembra essere infinita: il più grande è quello di partecipare, nel 2012 a Londra, alle Paralimpiadi, i giochi olimpici per disabili (sebbene lei non ami essere definita tale...).
          Papà Ruggero e mamma Teresa si stanno prodigando per realizzare tutti i sogni della figlia. La loro generosità, tuttavia, non si sta limitando alla loro bambina. Hanno infatti fondato la onlus Art4Sport (www.art4sport.org) con l'obiettivo di aiutare i giovani sportivi disabili, in particolare nel reperimento delle protesi necessarie per proseguire l'attività agonistica. Il logo lo ha disegnato Bebe. Sua creazione sono anche le magliette la cui vendita è interamente devoluta alla onlus. La scritta impressa sulle t-shirt è il motto di Bebe: Io nella scherma ci metto il cuore.
Clarence Green
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