Decisi, senza voltarsi indietro mai SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive...

Quando si imbocca una strada difficile non sempre si ha il coraggio di continuare. Le tentazioni di fermarsi, di lasciare tutto a metà, di non finire niente sono più di un raro episodio.

Decisi, senza voltarsi indietro mai SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 20 ottobre 2006

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Quando si imbocca una strada difficile non sempre si ha il coraggio di continuare. Le tentazioni di fermarsi, di lasciare tutto a metà, di non finire niente sono più di un raro episodio.

 Lo vedi in certe regioni in cui si cominciano le case e le lasciano per decenni con le impalcature per l’ultimo piano; lo vedi nella politica che è l’arte di non decidere mai, di rimandare all’infinito; lo sperimenti nella tua vita privata quando sei convinto di dover prendere alcune decisioni per mettere ordine nella tua vita, nei tuoi affetti, nelle tue passioni che spesso debordano e rimandi continuamente. La dieta comincia sempre il giorno dopo. Allora ti capita come quando devi alzarti al mattino: non vorresti mai uscire dal letto, maledici la sveglia, la metti lontano per costringerti a uscire dal letto, spegni quella maledetta soneria, ma poi risalti nel letto, inventi tutti i ragionamenti possibili per convincerti che non è necessario alzarsi, che le cose si possono fare anche più tardi… nella vita invece ci sono momenti in cui occorre un colpo di reni che ti mette nella direzione giusta.

Gesù ha dato una decisione definitiva alla sua vita da sempre, ma nella sua esistenza umana ha preso una decisione per il Regno di Dio e si è tagliato dietro tutti i ponti. Lasciò Nazaret, il luogo della sua infanzia, la sua gente, il suo lavoro, i suoi amici, sua madre e venne ad abitare a Cafarnao. Una cittadina sul lago, crocevia di genti e di affari. Qui circolava tanta gente e quello che aveva in cuore da realizzare qui lo poteva comunicare a tutti. Era preso da urgenza, non da fretta, non c’erano da fare tante cose, c’era da prendere una decisione, occorreva sbilanciare la propria vita, i propri affetti, i propri progetti, la stessa vita sociale e religiosa dalla parte del Regno di Dio, dalla parte del vangelo.

La notizia sconvolgente che non doveva lasciare tranquillo nessuno era la grandezza e la paternità di Dio che si stava manifestando in Lui. Segno di questo nuovo che stava irrompendo nella storia erano le molteplici guarigioni che Gesù operava: faceva toccare con mano che la vita poteva prendere un’altra piega; se le malattie erano vinte, perché non lo doveva e poteva essere la malattia ancora più profonda che è il peccato, il cuore marcio. Era finito l’incubo della storia, l’uomo poteva ancora abitare una speranza.

Ma questa speranza ora dove la trovo?

mons. Domenico Sigalini

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