Deportazioni di massa negli USA?

Una lettera di Papa Francesco ai vescovi degli USA per riflettere sulla situazione

Max Böhme Max Böhme

Cosa sta succedendo negli Stati Uniti?

Negli ultimi mesi, il governo degli Stati Uniti ha avviato un programma di deportazioni di massa, ovvero sta rimandando indietro nei loro paesi di origine moltissimi immigrati irregolari. Questo significa che intere famiglie, composte spesso da persone che vivono da anni negli USA e che hanno lì il loro lavoro, la loro casa e i loro figli, rischiano di essere separate o di finire in condizioni di estrema povertà e insicurezza.

La cosa preoccupante è che, secondo quanto riportano diverse fonti, la polizia per l’immigrazione sta effettuando arresti anche in chiese e luoghi di culto, posti che tradizionalmente venivano rispettati come luoghi di protezione per chi si trovava in situazioni difficili. Questo ha portato molte organizzazioni religiose, sia cristiane che ebraiche, a fare causa al governo, sostenendo che queste misure violano i diritti umani e la libertà religiosa.

Cosa dice la Chiesa su tutto questo?

Papa Francesco ha scritto una lettera molto forte su questa situazione, dove ribadisce che i migranti non possono essere trattati come criminali solo perché sono senza documenti. Vi leggo direttamente le sue parole:

“La coscienza rettamente formata non può non compiere un giudizio critico ed esprimere il suo dissenso verso qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità.”

Questo significa che, secondo il Papa, non possiamo semplicemente considerare "fuorilegge" chi cerca un futuro migliore e magari fugge da povertà estrema, guerre, persecuzioni o disastri ambientali.

Ovviamente, Francesco riconosce anche che uno Stato ha il diritto di proteggere i suoi cittadini, ma aggiunge che questo deve essere fatto nel rispetto della dignità di ogni persona:

“L’atto di deportare persone che in molti casi hanno abbandonato la propria terra per ragioni di povertà estrema, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, lede la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità e incapacità di difendersi.”

Qual è il messaggio del Papa?

Francesco ci invita a guardare i migranti con gli occhi della fede. Ci ricorda che anche Gesù è stato un migrante e un rifugiato, perché da piccolo dovette scappare con Maria e Giuseppe in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode.

Per questo motivo, il Papa dice che aiutare i migranti non è solo un’opzione, ma un dovere cristiano. Ce lo spiega così:

“Il vero bene comune viene promosso quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti, accolgono, proteggono, promuovono e integrano i più fragili, indifesi, vulnerabili.”

Notate i quattro verbi che usa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Non si tratta solo di lasciare entrare i migranti, ma di creare per loro un ambiente in cui possano vivere dignitosamente e contribuire al bene di tutti.

Cosa possiamo fare noi?

Forse vi state chiedendo: "Ma io, che vivo dall’altra parte del mondo, cosa posso fare?". In realtà, molto più di quello che pensate!

  • Informarci: capire cosa succede davvero, senza fermarsi ai titoli dei giornali o ai pregiudizi.
  • Sensibilizzare: parlarne con amici, familiari, compagni di scuola, perché il cambiamento parte dalla cultura e dalla mentalità.
  • Agire concretamente: aiutare le organizzazioni che sostengono i migranti, partecipare a raccolte di beni o iniziative di volontariato.
  • Pregare e testimoniare: la nostra fede ci chiama a essere vicini agli ultimi.

Papa Francesco ci lancia un appello chiaro:

“Non cedere a narrative che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati.”

La Chiesa ci chiama a costruire ponti e non muri, a riconoscere in ogni persona un fratello e una sorella, perché il Vangelo non ha confini.


 

Leggi la Lettere del Papa


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