La moda e le tendenze governano i gusti e le scelte dei giovani dal modo di vestire alla musica che ascoltano, agli interessi che coltivano. Facciamo un piccolo viaggio all'interno di queste realtà, per scoprire cosa i ragazzi vogliono comunicare scegliendo di aderire a una tribù piuttosto che a un'altra.
del 02 ottobre 2009
La moda e le tendenze governano i gusti e le scelte dei giovani dal modo di vestire alla musica che ascoltano, agli interessi che coltivano. Facciamo un piccolo viaggio all’interno di queste realtà, per scoprire cosa i ragazzi vogliono comunicare scegliendo di aderire a una tribù piuttosto che a un’altra.
 
Emo, bimbominkia, metallari, nerd sono solo una piccola parte di “gruppi” entro i quali si possono inserire i giovani di oggi. Le caratteristiche di queste realtà variano per una serie di fattori, ma alcune di queste si possono ritrovare anche in più categorie, talvolta molto più simili di quanto si pensi. Vediamo un po’ di differenze.
 
Dammi il tuo guardaroba e ti dirò chi sei
 
Abbigliamento: mai come in questi ultimi decenni, l’abbigliamento ha giocato un ruolo fondamentale nell’appartenenza a un gruppo, a una realtà. Negli anni ‘80 erano in voga i punk, con pantaloni neri attillati, magliette larghe nere, camicie tenute aperte, borchie e cinghie, capelli rigorosamente lunghi; agli antipodi stavano i nerd, ossia i secchioni dai grandi occhiali da miope, capelli in perfetta forma (con riga di lato e brillantina), gilet di maglia e camicia chiusa fino all’ultimo bottone. Oggi il panorama non si differenzia di molto: da un lato i cosiddetti emo, i “bimbiminkia”, dall’altro i fashion victim. Le caratteristiche dei primi sono simili a quelle dei gruppi punk degli anni ‘80 e ‘90, la differenza sta forse nella maggior cura che i ragazzi di oggi dedicano alla propria persona (smalto nero sempre a posto, trucco pesante sugli occhi). L’emo è spesso associato ad un certo tipo di moda relativa all’abbigliamento skate degli anni 80. Attualmente, sia i ragazzi che le ragazze usano spesso jeans stretti ed aderenti, hanno una lun- g a frangia asimmetrica in testa e gli occhi segnati dalla matita nera. Sono frequenti t-shirt aderenti raffiguranti le band preferite, cintura con borchie di tonalità accese, scarpe da skate o in generale scarpe nere, meglio se Converse o Vans.
 
Direi che sono “emo”
 
I giovani d’oggi, soprattutto quelli che aderiscono a questi tipi di sotto culture, non sono molto distanti da quello che erano i nostri fratelli più grandi! Per provare a capire meglio questo mondo, abbiamo intervistato una ragazza “emo”.
 
Quanti anni hai?
15, quasi 16
 
Come definisci il tuo stile?
Vedendo quello che c’è in giro adesso, direi che sono emo.
 
Cosa significa per te essere emo?
Emo è una filosofia. Emo sta per “emotional boys (and girls)”. Gli emo sono persone sensibili, appassionate di molte cose: arte, musica,… noi emo ci vestiamo in un modo che molti definiscono “particolare”, portiamo il ciuffo lungo sugli occhi. Tanti pensano che siccome ci vestiamo di nero, siamo sempre depressi, tristi, e pronti a litigare con il mondo. In realtà, parlo almeno per me, mi vesto così perché mi piace, e perché questo è il look dei miei cantanti preferiti.
 
E chi sono i tuoi cantanti preferiti?
Che domande, i Tokio Hotel!
 
Cosa pensi dei tuoi coetanei che si vestono in modo completamente diverso da te (sempre all’ultima moda, truccate perfettamente, capelli sempre a posto,…)?
Non penso, nel senso che credo lo facciano perché gli piace, quindi perché no? A me personalmente non piace, troppo fighetto, mi sa tutto di troppa apparenza e nient’altro, ma se a loro piace, che lo facciano! Anche se so che invece loro guardano gli emo con un po’ di supponenza.
 
In che senso?
Nel senso che quando ci vedono ci guardano male, di solito si zittiscono e ci fissano, e poi sghignazzano. E so per certo, perché gliel’ho chiesto, che ci considerano sfigati. Ultimamente però le cose sono un po’ cambiate, devo ammettere. Credo perché la cultura emo si è diffusa un po’ di più, siamo di più in giro e quindi le persone, mie coetanee e non, sono più abituate a vederci. All’inizio però, mi ricordo che anche i miei genitori, quando vedevano degli emo in giro, o intervistati al tg, commentavano negativamente come erano vestiti, come parlavano, anche se in realtà non è vero che il linguaggio sia più volgare. Ci sono un sacco di ragazzi “fighetti” che sono molto peggio di me!
 
Cosa vuoi comunicare con il tuo stile?
Non mi vesto così perché voglio comunicare qualcosa. Mi vesto così perché mi piace, mi piace la cultura che ci sta dietro, mi piacciono le persone che si vestono così, mi piacciono i cantanti che si vestono così, e magari un giorno vorrei diventare come loro. Ma non per questo sono triste e depressa, a me la mia vita va bene così com’è! Certo, se qualche mattina potessi non andare a scuola sarebbe meglio, se potessi cantare con i Tokio Hotel, o se anche solo li potessi conoscere, sarei più felice, ma comunque non mi lamento di quello che faccio. Ho una famiglia, tanti amici, gioco a pallavolo e mi piace tanto!
 
 
Cosa vuoi dire a chi ci legge?
 
A chi legge voglio dire di provare a conoscere le persone prima di “etichettarle”. Questo errore lo commettiamo spesso, tutti, io per prima se mi si avvicina una “fighetta” la guardo storta. Ma so che è sbagliato, le persone vanno conosciute, prima di tutto. D’altra parte, anche negli anni passati c’erano vari gruppi che si vestivano in maniera diversa e ascoltavano musica diversa ma non per questo gli uni erano meglio degli altri… è moda! Solo che poi bisogna andare oltre!   
 
Mery Momesso
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