Dialogo di fede tra nonni e nipoti

Il legame tra le generazioni ‚Äì con il suo travaso di saperi, di esperienza, di testimonianza di fede ‚Äì è ben conosciuto in Israele e illustrato nella liturgia della Pasqua: «In quel giorno tu spiegherai a tuo figlio...». E nel Salmo 44 leggiamo: «O Dio, noi udimmo con le nostre orecchie, i nostri padri ci narrarono le gesta che compisti ai loro tempi antichi...».

Dialogo di fede tra nonni e nipoti

da Attualità

del 09 ottobre 2008

 Se le leggi fin dall’antichità hanno bisogno di essere incise sulla pietra o sul bronzo, monumento al diritto, al pensiero giuridico che determina e garantisce la convivenza sociale tra i popoli (è così per le tavole di Mosè, per la stele di Hammurabi, per le tavole bronzee dei decemviri romani), la tradizione è affidata alla memoria e alla trasmissione orale: di padre in figlio, da nonno a nipote. Questo legame tra le generazioni – con il suo travaso di saperi, di esperienza, di testimonianza di fede – è ben conosciuto in Israele e illustrato nella liturgia della Pasqua: «In quel giorno tu spiegherai a tuo figlio...». E nel Salmo 44 leggiamo: «O Dio, noi udimmo con le nostre orecchie, i nostri padri ci narrarono le gesta che compisti ai loro tempi antichi...».

Gli anziani, che nella nostra società non sono più detentori di autorità per l’abbondanza di anni e di vissuto, sono stati investiti come nonni di un ruolo educativo primario: depositari di saggezza e trasmettitori di valori, di memorie, testimoni delle radici culturali. Il compito di 'maestro unico' del bambino che con lui gioca, studia, dialoga stabilendo alleanze e connivenze, è proprio del nostro tempo, una realtà possibile con l’istituzione pensionistica che permette all’anziano di riappropriarsi del suo tempo e rendersi utile e prezioso alla società familiare di appartenenza.

I genitori lavorano fuori casa e spesso i bambini hanno nei nonni il punto di riferimento; ascoltano le favole, i racconti di vita vissuta, trovando nel passato i semi del loro futuro: «È saggio chi fa tesoro dell’esperienza altrui», diceva padre Mariangelo da Cerqueto, il mitico Frate Indovino. A una mia domanda su come facesse a predire il futuro atmosferico, le precipitazioni e i giorni sereni sul suo Calendario, rispose: «Con sensibilità, osservazione ed esperienza. L’esperienza è quella tramandata dai frati cercatori che lungo i secoli prendevano appunti sui loro taccuini... oggi sole, oggi neve, oggi tempesta. La Terra è fedele ai suoi ritmi».

Per anni abbiamo festeggiato i nonni il 26 luglio, giorno che la liturgia cattolica dedica a Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù. Dal 2005 con la legge 159 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 12 agosto 2005) è stata istituita la 'Festa nazionale dei nonni' il 2 ottobre di ogni anno.

Nel testo della legge si afferma che il ministero dell’Istruzione deve impartire direttive opportune perché, in occasione della festa, «le scuole pubbliche e private, nell’ambito della loro autonomia, possano promuovere iniziative volte a discutere e approfondire le tematiche relative alle crescenti funzioni assunte dai nonni nella famiglia e nella società». Tra queste, primaria e ineludibile pensiamo sia quella della trasmissione dei valori in una società globalizzata, ove tutto è già stato omogeneizzato e la coscienza del bene e del male viene sempre più resa remota dalla nebbia dell’indifferenza e del relativismo.

Antonio Tarzia

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