A settembre riaprono le scuole, le parrocchie riprendono le attività di catechesi, le diocesi si ritrovano con i propri operatori per definire il programma delle attività che vedono al centro persone e famiglie...
del 15 settembre 2010
         
          Il mese di settembre (nella mia infanzia era il mese ottobre) è il mese dell’educazione per antonomasia. A settembre riaprono le scuole, le parrocchie riprendono le attività di catechesi, le diocesi si ritrovano con i propri operatori per definire il programma delle attività che vedono al centro persone e famiglie. I papà e le mamme, finita la pausa estiva, si preparano all’anno nuovo: i bambini da seguire a scuola, da portare in associazione il sabato pomeriggio, la domenica mattina alla lezione di catechesi e a Messa.
          E poi i contatti con gli insegnanti, il ricevimento settimanale, i compiti da controllare la sera. Sì, nel mese di settembre riapre l’Italia che non ha “mollato”, quella della voglia di futuro fatta di adulti ancora appassionati e disposti ad accompagnare e vivere l’avventura di far crescere “un cucciolo d’uomo”, per dirla alla Kipling del Libro della giungla.
          Sono milioni di italiani che silenziosamente dedicheranno il proprio tempo professionale e libero a vivere la sfida bella di fare una proposta, a provare a raccontare che la vita vale la pena di essere vissuta se si ha un progetto, un obiettivo, un desiderio e un sogno da coltivare. Ma soprattutto se si costruiscono relazioni buone, relazioni di amicizia e di fraternità.
          Sono italiani di una razza particolare. Hanno una buona dose di ottimismo, sono ottimisti non ingenui, altrimenti non sarebbero autorevoli di fronte ai propri ragazzi che di balle ne sentono già tante; se sono docenti insegnano bene la loro disciplina di cui sono ancora entusiasti: una disciplina scolastica è uno scrigno di conoscenze, curiosità, intuizioni, aneddoti.
          Ma oltre che insegnare la loro disciplina con rigore, sanno parlare ai ragazzi e con quella disciplina sanno comunicare passione per la conoscenza, capacità critica, ragionamento sensato e con un po’ di filo logico (quanto gente manca pure di quel po’…). Poi penso ai nostri catechisti che in assoluta gratuità introducono i bambini e i ragazzi in quella vicenda incredibile, e un po’ pazza, che è stata la venuta di Gesù, morto e risorto per noi tutti, per amore e solo per amore.
          Spiegano che l’esistenza umana per davvero è uno stupendo e grandioso mistero, e che dietro la nostra vita quotidiana, talvolta noiosa e ripetitiva, si nasconde un’avventura inimmaginabile. E insegnano ai bambini che a questo mondo si può ancora dire ciò che è che bene e ciò che male.
          E’ un’Italia laboriosa e fiduciosa. Diamogli voce, proviamo ad ascoltarla. Solo un po’ di più.
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