Ma come vivrò io con i morti, nella realtà sola del mio e del loro amore? Rispondimi tu, Dio mio, che ti sei nominato Dio dei viventi non dei morti. Come vivrò io con loro? Che serve dire - oh Signore, e i filosofi me lo dimostrano pure - ch'essi sono ancora, che vivono ancora Ma stanno essi vicino a me?
del 01 gennaio 2002
I miei morti voglio ricordare davanti a 'te, Signore; tutti quelli che un giorno mi appartennero, e se ne sono andati prima di me. Sono molti i miei morti; tanti che uno sguardo solo non li comprende più; e devo ritornare con la mente lungo la via della mia vita, per rinnovare a ciascuno il mio triste saluto. E vedo allora, sulla strada di mia vita, snodarsi come un lungo corteo e di mano in mano staccarsi qualcuno in silenzio e uscir dalla via, senza un addio, e perdersi nel buio della notte. Sempre più piccolo diventa il mio corteo, che solo in apparenza sempre nuovi arrivano sulla via della mia vita, per camminare assieme. E molti fanno, sì, la stessa via; ma con me, veramente, solo pochi. Ché con me vanno in verità solo quelli che un giorno si misero con me in cammino, quelli che erano già con me quando cominciai il mio pellegrinare verso di te, che erano e sono così vicini al mio cuore. Gli altri sono incontri di viaggio; e ce ne sono molti: ci si saluta e ci s'aiuta. E sempre nuovi s'aggiungono e se ne vanno. Ma il vero corteo della mia vita, formato da quelli che si amano, diventa sempre più piccolo e silenzioso, finché un giorno in silenzio anch'io esco dalla via e me ne va senza addio e senza ritorno.
Perché il mio cuore è presso a loro che già se ne sono andati così. Non c'è sostituto per essi; nessun uomo che possa davvero ricompiere la cerchia degli amanti, quando uno d'essi, d'improvviso, non è più: ché nessuno può sostituire l'altro, nel vero amore, poi che il vero amore ama l'altro in quella intimità dove ciascuno è solo se stesso. E così ognuno che è scomparso s'è portato con sé una fibra del mio cuore, o spesso il cuore intero, allora che la morte m'ha attraversato la vita. Chi ha amato in verità ed ama, la sua vita si cambia, già prima che muoia, in un vivere coi morti. Ché, potrebbe l'amante dimenticare i suoi morti? Se ha amato in verità, il suo dimenticare, il suo consumare il pianto non segnano il ritorno della consolazione, ma lo stadio definitivo della mestizia, segnano che un po' del suo cuore s'è fermato per vivere con essi nella morte e perciò è cessato il suo lamento. Così vivo io coi morti, quelli che avanti a me sono entrati nella notte dove nessuno più può operare.
Ma come vivrò io con i morti, nella realtà sola del mio e del loro amore? Rispondimi tu, Dio mio, che ti sei nominato Dio dei viventi non dei morti. Come vivrò io con loro? Che serve dire - oh Signore, e i filosofi me lo dimostrano pure - ch'essi sono ancora, che vivono ancora Ma stanno essi vicino a me? lo ho bisogno di restare presso i miei morti, perchè li ho amati e li amo sempre. Ma sono essi pure accanto a me? essi gli scomparsi, essi i silenziosi?
Nessuna parola più mi arriva dalla loro bocca, né la mite dolcezza del loro affetto riempie più il mio cuore. Oh sì, come sono muti i morti; sì, come sono morti, i miei morti! Che vogliono, forse ch'io li dimentichi, come uno che incontrai per caso in un viaggio, e feci con lui due chiacchiere inutili? Se a chi si spegne nel tuo amore la vita non è tolta, ma mutata nell'eterna pienezza della vita, perchè è per me come se essi non fossero più?
E la luce, la tua luce Dio mio, in cui essi sono entrati, è così tenue che non possa estendere fino a me, quaggiù, i suoi raggi? O possono essi stare accanto a te solo se il loro amore, non il loro corpo solo, mi ha abbandonato? Così, dai miei morti, ritorno ad interrogare te, o Dio, che ti nomini Dio dei viventi non dei morti. Ma pure, che ti interrogo a fare? Tu sei già muto quanto i morti: e anche te, io ti amo così come i miei morti, i muti, i lontani che sono entrati nella notte. Perchè, fai tu sentire risposta al mio amore, se t'invoca e ti prega di un segno che il tuo amore per me è vivo, e mi sta accanto? Posso più accusare i miei morti, se il loro è solo l'eco del tuo silenzio? O è forse il tuo silenzio la tua risposta al mio lamento per il loro silenzio?
Deve ben essere così, poi che tu sei l'ultima, se pure misteriosa, risposta a tutte le domande del mio cuore. lo lo so perchè tu taci: il tuo silenzio è il solo spazio sterminato, dove il mio amore può operare la sua fede nel tuo amore.
Se questa vita terrena possedesse già svelato il tuo amore, se mi fosse manifesto come io sono oggetto del tuo amore, avrebbe più modo, il mio amore, di mostrarti l'ardimento della sua fedeltà? Dove sarebbe più quell'estasi che, in fede ed amore mi strania così da questo mondo, mi porta nel tuo mondo, a vivere e amare, entro al tuo cuore ?Perchè il mio amore si possa svelare nella fede, s'è velato nella quiete del tuo silenzio il tuo amore. Tu m'hai lasciato perchè io ti trovi. Se tu fossi vicino a me, ritroverei sempre me stesso nella tua ricerca. No, io devo uscire da me, per trovarti lì dove solo puoi essere tu, veramente tu.
Poiché il tuo amore è infinito, può abitare solo nella tua infinità; e poiché mi vuoi mostrare il tuo amore infinito, l'hai celato a me nella mia finitezza, e mi chiami, m'inviti ad uscirne. E la mia fede non è che la via oscura nella notte fra la dimora della mia vita con le sue tenui piccole luci, e la luce della tua vita eterna. E il tuo silenzio nel tempo non è che l'apparizione terrena della tua eterna parola di am
Così dunque ripetono i miei morii il tuo silenzio: restano a me nascosti perchè sono entrati nella tua vita; le parole d'amore che essi mi dicono non arrivano al mio orecchio perchè sono lo stesso suono del gaudio e dell'amore tuo infinito. Hanno toccato in te l'infinità della vita e dell'amore, e quello ch'io chiamo mia vita e mio amore, non ha forza né ha il senso della loro infinità. lo vivo la morte - prolixitas mortis - come dice la Chiesa - e perciò m'è così muta quella loro vita, che non conosce la morte. Ma è proprio così che essi san vivi anche per me. Ché il loro silenzio è un alto grido, l'eco del tuo silenzio, la consonanza con la tua parola, che parla appunto proteggendo noi e le nostre parole nel velo del silenzio contro il chiasso della nostra agitazione, contro le nostre incerte ed effimere attestazioni di amore. Così ci .chiama la tua parola a entrate nella tua vita: così ci comandi di osare nella fede, che è l'opera dell'amore, di abbandonare noi stessi per radicarci nella terra della tua vita eterna.
E così grida e richiama anche il silenzio dei miei morti, che vivono nella tua vita e chiamano con la tua voce, Dio di quella vita, che sta lungi dal mio morire. Essi vivono. E perciò tacciono. Mentre il nostro parlare è tentativo di obliare il nostro morire. E il loro silenzio è la parola del loro amore per me, il loro amore che mi parla.
Silenzioso Iddio, Dio dei muti miei morti, vivente Dio dei viventi, tu, la voce del silenzio, Dio pi quelli che col silenzio mi vogliono chiamare nella tua vita, fa ch'io non dimentichi più i miei morti, i miei viventi. L'amore mio e la fedeltà ai miei morti sian prova della mia fede in te, Dio della vita eterna. Che non sfugga il loro silenzio al mio orecchio, il silenzio che è l'intima parola del loro amore. Resti con me la loro parola, ché per questo si partono essi da me, perchè il loro amore, entrando in te, mi diventi tanto più vicino. Anima, non dimenticare i morti. Essi vivono. Vivono senza velo nella luce eterna la vera vita tua, che m'è nascosta ancora. E i tuoi viventi, Dio dei viventi, non mi dimentichino qui nella morte. Concedi loro anche questo, tu che hai già loro concesso tutto te stesso, che il loro silenzio diventi la fortissima parola del loro amore per me, la parola che riconduca in patria anche il mio amore, nella loro vita, nella loro luce. E questa vita, che diviene sempre più un vivere con i morti, che mi son andati avanti nel buio della morte, dove nessuno può più operare, diventi sempre più vita di fede nella tua luce, mentre dura la notte di questa terra.
Allora vivrò con i viventi che nel segno della fede mi hanno preceduto nel giorno chiaro della vita, dove nulla più resta da fare, perchè quel giorno sei tu, pienezza di ogni realtà, Dio dei viventi. E quando io prego: «L'eterno riposo dona loro, Signore; splenda ad essi la luce perpetua», sia la mia preghiera solo l'eco della parola d'amore che essi, nella pace dell'eternità, ripetono per me: « dona a lui, che noi, Signore, amiamo nel tuo amore come non mai, dona a lui, dopo la lotta della vita, l'eterno riposo, e splenda anche a lui la luce perpetua, che ha accolto noi».
Anima, non dimenticare i morti.
Dio dei viventi, non dimenticarmi qui nella morte; venga il giorno nel quale tu sia la mia vita. Amen.
Karl Rahner
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