“se presenti il tuo dono a Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì accanto all'altare, va a riconciliarti prima con tuo fratello, poi vieni a presentare il tuo dono”. Il rapporto con Dio non puoi averlo se stai arrabbiato col prossimo, se non guardi in faccia il tuo vicino, se in casa semini continuamente odio, se hai cancellato dalla tua vita le persone
del 13 novembre 2006
 
Sta sviluppandosi una tendenza abbastanza generalizzata che è quella che ciascuno si costruisce il suo Dio, ciascuno se lo fa bello, buono, grande, giusto come piace a lui. Se lo costruisce e distrugge come gli piace, lo fa esistere quando gli serve e come gli serve, lo dipinge cattivo o buono a seconda dei sentimenti che gli suggeriscono le fiction della TV, lo immagina fatto a suo uso e consumo. In questa arte dell’invenzione la cosa più interessante e pericolosa è che Dio è visto come uno da godere o incontrare in privato, da soli, in un rapporto creatore – creatura senza interferenza alcuna.
Così c’è il devoto che va a pregare perché gli possa andar bene la prossima rapina, il mafioso che gli porta la decima delle estorsioni che è riuscito a esigere, la donna di strada che lo ringrazia del guadagno della sua giornata, il donnaiolo per averla fatta franca, il ricco possidente di aver una fabbrica con cui guadagna sulla pelle dei dipendenti. Cose strane, del secolo scorso, eppure i nostri santuari, le nostre chiese sono piene anche di questi fedeli e noi pure nel nostro piccolo usiamo Dio a nostro uso e consumo.
C’è una frase nel vangelo chiarissima, che ribalta tutto questo modo comodo che abbiamo inventato di tenerci buono Dio: “se presenti il tuo dono a Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì accanto all’altare, va a riconciliarti prima con tuo fratello, poi vieni a presentare il tuo dono”. Il rapporto con Dio non puoi averlo se stai arrabbiato col prossimo, se non guardi in faccia il tuo vicino, se in casa semini continuamente odio, se hai cancellato dalla tua vita le persone. Forse fare quaresima è anche questo. E’ chiarissimo: non c’è rapporto con Dio nella verità, se non è collocato nella bontà di un rapporto con gli altri. Purtroppo molti si nascondono dietro una religiosità di facciata; sempre maschera rimane, mai vita vera. La religione è forza e speranza di pace e concordia.
Possiamo avere speranza di una comunione autentica con tutti e con Dio? Ma questa speranza chi me la dà?
mons. Domenico Sigalini
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