La virtù della giustizia in Don Bosco fu veramente eroica ‚Äì testimoniò don Rua ‚Äì. La esercitò in modo eroico verso Dio; fin da fanciullo era corretto nell'adempimento dei suoi doveri di pietà, non badando alla distanza dei luoghi, alla difficoltà delle strade, per recarsi alla parrocchia o alla chiesa della borgata, per compiere i suoi doveri di buon cristiano.
del 19 gennaio 2011
  La giustizia           «È la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto». Questa è la definizione di «giustizia» data dal Catechsimo della Chiesa Cattolica. Se leggiamo la testimonianza di Don Michele Rua al processo di beatificazione e canonizzazione di Don Bosco, troveremo diversi brani in cui don Rua spiega come Don Bosco fosse un uomo giusto.            È interessante e significativo come il comportamento di Don Bosco rispecchiasse esattamente la definizione data all’inizio di quest’articolo. «La virtù della giustizia in Don Bosco fu veramente eroica – testimoniò don Rua –. La esercitò in modo eroico verso Dio; (…) fin da fanciullo era corretto nell’adempimento dei suoi doveri di pietà, non badando alla distanza dei luoghi, alla difficoltà delle strade, per recarsi alla parrocchia o alla chiesa della borgata, per compiere i suoi doveri di buon cristiano.           Fin dall’alba si interessava per far rendere a Dio lo stesso onore anche dai suoi compagni, procurando loro l’occasione di pregare, cantare le lodi diurne, sentire le prediche che non avevano potuto udire in chiesa, intendere buone ed edificanti letture».  La «Società dei pezzi»           Prosegue così la testimonianza di don Rua: «Appariva la giustizia di Don Bosco verso Dio dall’abitudine che aveva di dare a Dio la gloria di ogni sua opera, dicendo: “Con l’aiuto di Dio abbiamo fatto questo”; “Dio ci ha concesso di fare quell’altra cosa…”, ecc. Di tutto ringraziava la Divina Provvidenza. Parecchie volte, arrivando qualche offerta, oppure il corriere della posta, che recava elemosine da varie parti dell’Europa, Don Bosco esclamava: “Quanto è ammirabile la Divina Provvidenza: i donatori sono quasi tutti persone che non ci conoscono, non ci hanno mai visti, e il Signore manda loro l’ispirazione di venirci in soccorso, ed ecco qui biglietti dalla Francia, dal Belgio, dall’Austria, dalla Germania, dalla Russia; quanto dobbiamo essere riconoscenti alla Divina Provvidenza”.           Se talvolta vedeva i suoi giovani sprecare qualche pezzo di pane, li rimproverava dicendo: “La Divina Provvidenza pensa ai nostri bisogni, e voi vedete che mai ci venne meno nelle nostre necessità. Se voi sprecate il pane che Egli ci provvede, fate uno sfregio alla sua bontà. Ed avete grandemente a temere che il Signore vi castighi nei tempi futuri, lasciandoci mancare il necessario”.           Ci portava l’esempio del Divin Salvatore, che dopo aver sfamato miracolosamente le turbe, volle che gli apostoli raccogliessero gli avanzi, onde non andassero a male. Con questi sentimenti di riconoscenza verso Dio, si era stabilita fra di noi una Compagnia chiamata “Società dei pezzi”, che aveva per scopo precisamente di impedire che si sprecasse qualunque piccola parte degli avanzi; e Don Bosco ci dava l’esempio col servirsi pure lui dei pezzi di pane avanzati dai pasti anteriori».  Verso il prossimo           «La giustizia di Don Bosco apparve anche verso i suoi parenti. Perdette il padre all’età di due anni: tuttavia ne parlava con molto affetto e pregava per lui. Aveva poi una vivissima riconoscenza a sua madre per le fatiche e sollecitudini nell’allevarlo. Sempre la onorò e la assistette; specialmente dimostrò questo suo affetto col desiderarla parte delle sue opere, pregandola di venire a stare con lui all’Oratorio.           Voleva che anche noi le ubbidissimo, e qualche volta che taluno le mancasse di rispetto, egli parlandoci nei sermoncini della sera, ci inculcava l’ubbidienza e ci diceva: “Io stesso, che sono il direttore della Casa, ubbidisco alla mamma e la rispetto: fate anche voi altrettanto”, facendoci nello stesso tempo conoscere i grandi servizi che essa ci rendeva.           Mostrò il suo grande affetto verso la madre particolarmente nell’ultima sua malattia, in cui l’assistette con le più grandi premure, amministrandole per tempo i sacramenti, confortandola con santi pensieri e giaculatorie, passando tempo notevole presso al suo letto (…).           Tenuta la debita proporzione, Don Bosco esercitò pure la virtù della giustizia verso suo fratello Giuseppe, che aveva contribuito a lasciargli percorrere gli studi per la carriera ecclesiastica. (…)           Quando lo seppe malato, volò al suo letto per assisterlo negli estremi momenti, ed ebbe la consolazione di procurargli i conforti della religione. In seguito si occupò della famiglia di Giuseppe dando ai suoi figli un’educazione religiosa. (…) Si occupò ancora dei pronipoti, dando ai medesimi un’educazione pure adatta al loro stato. (…) Quanto al fratello Antonio, che l’aveva osteggiato nei suoi studi, Don Bosco non avendo avuto occasione di dimostrargli il suo affetto perché mancò ben presto, mostrò tuttavia sollecitudine per i suoi figli, accogliendone uno nella sua Casa e facendogli imparare una professione, e aiutando l’altro nei casi di bisogno».  Pontefici e fornitori           La giustizia di Don Bosco si manifestava anche nel rispetto che dimostrava a tutte le autorità ecclesiastiche e civili. Riguardo al suo rispetto e venerazione verso il Papa, Don Bosco «si interessava per consolarlo nelle tribolazioni con lettere piene di amore filiale, con offerte raccolte fra i suoi giovani, e anche con visite personali – testimoniò don Rua –. Lo consultava come supremo oracolo nelle sue più gravi difficoltà, specialmente intorno alla fondazione e governo della sua pia Società.           A tutti inculcava l’obbedienza, il rispetto e la venerazione al Sommo Pontefice, sia con le parole in pubblico e in privato, sia con gli scritti». Riguardo alla giustizia in questioni economiche, don Rua disse: «Ho pure accennato altrove della giustizia di Don Bosco nel dare a ciascuno quello che doveva e della premura che aveva di pagare i debiti, rincrescendogli molto se qualche volta non poteva soddisfare, per mancanza di mezzi, con quella prontezza che aveva desiderato.          Per tale giustizia godeva tanta fiducia presso il pubblico che qualunque fornitore o impresario era disposto a somministrargli qualunque merce, o far qualunque lavoro a credito». Al prossimo, e in particolare ai giovani, Don Bosco seppe dare molto di più di ciò che era a loro dovuto. Diede tutto se stesso, fino all’ultimo respiro.Natale Cerrato
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