Tra le figure che hanno onorato la Facoltà di Teologia spicca in modo particolare la figura straordinaria del Venerabile Don Giuseppe Quadrio. La sua testimonianza di vita e di pensiero costituisce un prezioso punto di riferimento per comprendere...
Roma, 10 novembre 2012
In occasione del Convegno organizzato presso la Sezione di Torino della Facoltà di Teologia della nostra Università Pontificia Salesiana desidero farmi presente a voi con questo messaggio. Il Convegno intende commemorare l’importante anniversario dei 75 anni della Facoltà di Teologia e contribuire a far conoscere in modo ampio e approfondito una delle figure più prestigiose che hanno operato in essa, quella del Venerabile don Giuseppe Quadrio. I due elementi su cui questa iniziativa attira l’attenzione meritano di essere sottolineati, perché si illuminano a vicenda e suggeriscono delle importanti riflessioni, che mi preme condividere con voi.
1. La Facoltà di Teologia dell’UPS
L’anniversario della Facoltà di Teologia richiama l’impegno costante che la Congregazione ha avuto per la formazione culturale e spirituale dei confratelli. Già nel 1905 il Beato Michele Rua scriveva in una sua lettera circolare: è necessario «che regolarizziamo ogni giorno di più le cose nostre e che a quest’effetto poniamo in cima di ogni pur nobilissima aspirazione la formazione intellettuale e morale dei nostri chierici». Tale impegno si tradusse nell’istituzione a Foglizzo Canavese del primo studentato internazionale della Congregazione, che ebbe già nel 1913 dalla Santa Sede l’autorizzazione a conferire i gradi accademici del Baccalaureato e dalla Licenza.
Lo scoppio della Prima Guerra mondiale, purtroppo, disperse gli studenti e costrinse a ripartire su nuove basi. Fu il Beato Filippo Rinaldi che nel 1923 aprì a Torino, nel quartiere Crocetta, l’Istituto Internazionale Don Bosco, dove egli stesso soleva venire a seguire personalmente la formazione dei confratelli. Qui, grazie alla lungimiranza e determinazione di Don Pietro Ricaldone, nacque nel 1937 la Facoltà di Teologia, che insieme a quella di Filosofia e di Diritto venne a costituire nel 1940 il Pontificio Ateneo Salesiano.
L’Istituto Teologico Internazionale della Crocetta, dunque, può vantare l’onore di essere il primo germoglio di quella che sarebbe divenuta l’Università Pontificia Salesiana. Questa comunità formatrice e centro di studio hanno avuto nella storia della Congregazione un rilievo del tutto particolare, perché qui si sono formati confratelli che hanno avuto ruoli di primo piano nella vita della Congregazione e della Chiesa. Basti pensare che a Torino Crocetta hanno studiato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato; il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, Vescovo emerito di Hong Kong; il Cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, che è stato anche Decano della Facoltà e per ben dodici anni Rettor Magnifico dell'UPS; il compianto Card. Alfons Maria Stickler. Alla Crocetta studiò anche Don Juan Edmundo Vecchi, che fu regionale per l’America Latina-Atlantico; consigliere generale per la pastorale giovanile, vicario del Rettor Maggiore e poi divenne l’ottavo successore di Don Bosco. Qui ha insegnato il Card. Antonio M. Javierre Ortas, che fu anche Decano della Facoltà e Rettor Magnifico proprio negli anni del passaggio dell’Ateneo a Università Pontificia Salesiana.
La Facoltà di Teologia si trasferì a Roma nel 1965, mentre qui a Torino il Centro di studio continuò a operare come Sezione della Facoltà stessa. Oggi la Facoltà, oltre ad avere qui a Torino la Sezione di lingua italiana, ha anche la Sezione di lingua inglese a Gerusalemme. La Facoltà di Teologia dell’UPS con i suoi tre Istituti di Teologia sistematica, di Teologia spirituale e di Teologia pastorale, le sue due Sezioni, i suoi quattro Istituti Aggregati e i suoi 10 Centri Affiliati o in processo di Affiliazione intende continuare la sua missione a servizio della Chiesa e della Congregazione con competenza accademica, profondità spirituale e coraggio apostolico.
La Facoltà di Teologia dell’UPS è chiamata a continuare a offrire un servizio di qualità, rispondendo in stretta collaborazione con le altre Facoltà specialmente ai nuovi bisogni spirituali e pastorali dei giovani e alle urgenti esigenze della formazione delle vocazioni. All’interno dell’Università Pontificia Salesiana essa dovrà offrire il suo apporto per approfondire le reciproche implicanze tra i processi di educazione e di evangelizzazione, tra la pedagogia e la pastorale. Essa dovrà stimolare la qualificazione dei Centri Salesiani di Studi Teologici e aiutare la qualificazione dei confratelli, contribuendo così a elevare il livello intellettuale e culturale della Congregazione. Essa dovrà riflettere, insieme a tutta l’Università, sullo specifico apporto del carisma salesiano alla Chiesa e alla Società, alla Congregazione e alla Famiglia salesiana, ai giovani e alle famiglie, soprattutto in vista del Bicentenario della nascita di Don Bosco ormai imminente.
2. La figura di Don Quadrio
Certamente tra le figure che hanno onorato la Facoltà di Teologia spicca in modo particolare la figura straordinaria del Venerabile Don Giuseppe Quadrio. La sua testimonianza di vita e di pensiero costituisce un prezioso punto di riferimento per comprendere il significato della formazione salesiana e presbiterale.
Un testo, scritto da lui all’inizio di un anno accademico, ci rivela il suo stato d’animo di fronte al compito di insegnare a dei futuri presbiteri la sacra teologia, un animo semplice e a un tempo profondo: «Carissimi, non ho mai sentito più profondamente la verità di quello che vi dicevo altre volte: solo un incosciente o un santo potrebbe presentarsi quassù in cattedra senza tremare. È stato detto che nella vita di un sacerdote una delle grazie più grandi è aver avuto un buon professore di teologia. Ma un buon professore di teologia non è una cosa tanto facile e semplice: non è un poeta e neppure un matematico; non è un romantico, ma neppure un cerebrale; non è un futurista, ma neppure un passatista; non è un mistico ma neppure un positivista; dovrebbe anzitutto essere un santo: ed io vi chiedo scusa di non esserlo!».
È difficile esprimere con parole migliori la sintesi di competenza teologica e di statura spirituale che è richiesta dalla missione di docente e di formatore. La grandezza di don Quadrio sta proprio nella qualità di questa sintesi. Sul piano della competenza teologica egli si era preparato con studi seri e rigorosi, che lo avevano condotto a sostenere il 12 dicembre 1946, a soli 25 anni d’età, una solenne disputa pubblica l’Università Gregoriana sulla definibilità del dogma dell’Assunzione della Vergine Maria, cui avrebbe poi consacrato la sua ricerca di dottorato. Sul piano della maturità spirituale, parla per tutte una pagina in cui don Quadrio rivela la chiara percezione del carattere paradossale del cristianesimo, che non può essere conosciuto se non entrando con Cristo nel mistero della Passione o, come egli amava dire, nell’Orto degli Ulivi. «È là che va cercato il Cristianesimo. - scrive in una pagina del 6 settembre 1957 - Se non fossero i buoni a soffrire, il Regno di Dio non sarebbe più uno scandalo e un fallimento, come lo è stato dal Calvario in poi, ma diventerebbe una pacifica repubblica di benpensanti. Il Signore, da allora, non si lascia trovare che sotto gli ulivi. Non solo il Signore della Santità e della gioia, ma anche quello dell’Apostolato e della teologia».
Il “prete dal sorriso di fanciullo”, come viene giustamente chiamato don Quadrio, era dunque profondamente radicato nel mistero pasquale del Signore. La gioia e la serenità che trasmetteva a tutti coloro che incontrava nascevano da una profonda immersione nel cuore di Cristo. L’urgenza della santità era il segreto della sua vita e la luce ispiratrice della sua dottrina teologica.
Mi auguro che possa risolversi positivamente il processo sopra il miracolo del Venerabile don Giuseppe Quadrio, in modo che si possa giungere quanto prima alla sua beatificazione e quindi si possa presentarlo con l’autorevolezza della Chiesa come modello per docenti e candidati salesiani al diaconato e presbiterato. Insieme ai numerosi santi e sante dottori della Chiesa, abbiamo bisogno di vedere concretizzata la santità acquisita nello studio, nella ricerca e nella formazione anche in prospettiva salesiana, ricordandoci del progetto unitario di vita di Don Bosco che diceva: “Io per voi studio, per voi fatico, per voi sono disposto a dare la vita”.
Già in questa occasione intendo additare ai nostri docenti dell’UPS, delle sue Sezioni e dei suoi Centri aggregati e affiliati la figura di Don Giuseppe Quadrio; possano essi ispirarsi a lui nella profonda vita spirituale che anela alla santità; vivano la dedizione allo studio, alla ricerca e all’insegnamento come vera missione salesiana; siano consapevoli che il loro compito deve essere sempre ispirato a una finalità formativa e pastorale nei confronti dei loro allievi e lettori; assumano la sua gentilezza, amorevolezza, cortesia, gioia come stile di relazione e di dialogo. Il tempo che i docenti dedicano alla vita spirituale non è sottratto allo studio, ma ne è la condizione di efficacia; chiedano perciò la sua intercessione per vivere la grazia di unità.
Un attenzione particolare e prevalente di Don Quadrio era rivolta ai candidati salesiani al presbiterato; egli attraverso lo studio della teologia e il suo esempio di vita intendeva aiutarli a formare in loro il salesiano prete. Al nipote Valerio, che s’incamminava per la via del sacerdozio, confida: "Sei presente ogni giorno nella mia messa e nelle mie preghiere, perché sono troppo interessato alla tua formazione sacerdotale. Non sai infatti quanto mi stia a cuore la maturazione definitiva del tuo carattere in quelle virtù umane e naturali che ti renderanno un uomo autentico, completo, conquistatore. Queste virtù umane sono generalmente molto modeste e dimesse, ma basilari: la sincerità, la lealtà, l'amabilità, l'accondiscendenza, la generosità, la padronanza assoluta di sé, l'alacrità nell’azione, la calma imperturbabile nei contrattempi, la fiducia incrollabile, la costanza nei propositi, la forza di volontà che sa volere con chiarezza e pacata irremovibilità".
Gli studenti salesiani di teologia attingano alla ricchezza dei suoi scritti, guardino alla sua vita e a lui come modello di prete, invochino la sua intercessione nella preparazione al presbiterato. Si impegnino affinché lo studio della teologia arricchisca la loro vita spirituale, fondi la loro azione pastorale, nutra la loro comprensione della fede e alimenti la loro cultura. Si ricordino dei suoi consigli ad un giovane prete e li pratichino: “La Messa sia sole della tua giornata. Il S. Breviario è il miglior termometro del tuo fervore sacerdotale. La Confessione regolare ed accurata salverà il tuo sacerdozio dalla superficialità, dalle illusioni, dalla tiepidezza e dalla catastrofe. Le anime siano l’unica tua passione. La carità sia l’anima e lo stile della tua vita sacerdotale”.
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«Lo studio e la pietà ti renderanno un vero salesiano», scriveva Don Bosco ad un confratello. Questa frase, che è stata posta all’inizio del Motu Proprio Magisterium Vitae, con cui nel 1973 Paolo VI conferì al Pontificio Ateneo Salesiano il titolo di Università Pontificia, ha trovato nella vita del Venerabile Don Giuseppe Quadrio una realizzazione esemplare. Essa costituisce un programma a cui dobbiamo continuamente ispirarci nella nostra vita personale, come pure nel promuovere le nostre istituzioni accademiche.
E’ questo il mio augurio per la Facoltà di teologia dell’UPS e per tutti voi. Il Venerabile Don Giuseppe Quadrio interceda per noi, perché questi desideri si trasformino in propositi e in realtà.
Don Pascual Chavez
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