Don Filippo ci scrive.... n°17

Un saluto da Gambella e un augurio a tutti per l'inizio d'anno pastorale, tra scuola, oratorio e attività varie... Ho concordato la mia venuta in Italia, dopo due anni e qualche cosa, dal 25 novembre al 25 dicembre, un bel momento per rivederci...

Don Filippo ci scrive.... n°17

da MGS News

del 13 settembre 2010

 

Carissimi, come va?

Un saluto da Gambella e un augurio a tutti per l’inizio d’anno pastorale, tra scuola, oratorio e attività varie.

 

Qui siamo in festa per tanti motivi:

10 settembre: fine del RAMADAM: perciò festa nazionale visto che metà degli etiopici sono musulmani. Un Muezin, dalle 5.00 del mattino fino a sera invita alla preghiera con l’autoparlante dalla moschea, il mercato praticamente chiuso, visto che quasi tutti i commercianti sono musulmani, alcune donne in giro con il “burca”…

11 settembre: CAPODANNO ETIOPICO, festeggiamo l’inizio del 2003, qui siamo indietro di sette anni e anche il primo giorno dell’anno è spostato, ma è festa nazionale: alla sera canti e soprattutto “bevute del liquore locale Arakè”, il giorno della festa divieto di andare in auto in Gambella, per non avere incidenti visto che sono tutti ubriachi.

27 settembre: FESTA DELLA SANTA CROCE: festa di tutti i cristiani d’Etiopia, perciò “National Feast”, grande assemblea di tutti i cristiani ad Addis Abeba con mega falò nella piazza centrale.

 

Anche all’interno dei vari villaggi iniziamo il nuovo anno con delle belle feste cercando di cambiare il modo in cui vengono realizzate. Per ogni festa importante i responsabili del villaggio danno dei soldi alla gente solo per ubriacarsi, bere dal mattino alla sera la birra locale, la Tella, o l’Arakè, e poi starsene sdraiati sotto un albero, con la testa nel pallone aspettando che venga sera. E questo da parte di tutti: dai giovani agli uomini adulti, dalle ragazze alle mamme, si salvano a mala pena i bambini. E’ uno spettacolo deprimente vedere tutti ubriachi. Forse è il loro modo di dimenticare le difficoltà della vita, di estraniarsi per un giorno da quello che sono, ma certo tutto questo non porta da nessuna parte: c’è solo la voglia di rifarlo ogni settimana, il cervello che non funziona più bene, le famiglie che si sfasciano, succede di tutto quando sono ubriachi, è chiaro.

Nell’insegnare i comandamenti ho aggiunto l’undicesimo: non ubriacarsi. E’ il più difficile di tutti.

Ho iniziato con Ibago, la festa per il nuovo anno l’abbiamo organizzata insieme:preghiera di ringraziamento per l’anno concluso, con canti, scenetta del Vangelo, un mega cartellone sempre sul Vangelo, preghiere spontanee, e poi danze tradizionali, sia per le donne e gli uomini, più vecchie con i tamburi, sia per i giovani con musica dallo stereo e poi un bel pranzo: carne di pecora, enjera, pannocchie abbrustolite di granoturco e un buon caffè alla fine, da bere solo acqua, io ho sempre la mia bottiglia visto il colore non proprio limpido dell’acqua che bevono.

Così ad Ilea è stato il giorno dopo, e per la fine di settembre, per la festa della Croce, sarà così anche a Nyinenynag e a Matar. Ci proviamo.

 

Accanto a tutto questo, c’è anche la gioia del condividere tre giorni insieme ai giovani e agli uomini del villaggio nella foresta per sistemare la strada che porta la villaggio: tagliando erba, alta quasi due metri, arbusti, alberi, creando di nuovo il ponte con pietre e legni per far passare la macchina. Tutto questo per dar la possibilità al trattore di portare alcuni legni più resistenti e lunghi per costruire la nostra cappella, attesa ormai da vari mesi, ma come si sa, quando c’è il mese delle piogge i conti non tornato mai con le strade.

In questi tre giorni ho visto la grande capacità che questa gente ha di lavorare, di sacrificarsi, di condividere un ideale comune, seppur piccolo, quello di far passare il trattore per la futura cappella.

Come diceva don Bosco: in ogni persona c’è del bene e c’è la voglia di metterlo in pratica, basta solo che trovi l’occasione, le circostanze adatte perché tutto questo si metta in moto.

E qui ho aggiunto il dodicesimo comandamento: non pensare solo a te stesso: io, io, io… ma trasformalo in un NOI: lavora insieme agli altri per la comunità e sarai felice.

 

Intanto un bel augurio a tutti per l’inizio della scuola, noi l’inizieremo il 29 settembre, se volete dare uno sguardo al blog, nato da poco, ma non da poco conto: http://abbafilippo.wordpress.com  

 

Infine, ho concordato la mia venuta in Italia, dopo due anni e qualche cosa, dal 25 novembre al 25 dicembre, un bel momento per rivederci, almeno per me.

 

Un ricordo al Signore per questo inizio d’anno e a presto

Abba Filippo 

don Filippo Perin

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