Penso che in questi giorni seguiamo tutti con apprensione ciò che sta capitando in Libia, ma anche in Tunisia, Egitto, Algeria... questa ondata di rivoluzioni per abbattere alcuni regimi che da tanti anni opprimono queste popolazioni. Capisco quello che succedendo perché anche qui in Etiopia è capitato una cosa simile...
del 24 febbraio 2011
Carissimi amici, come va?
Un saluto da Gambella, spero che stiate bene tutti, qui certo una cosa non ci manca: un bel caldo, che è arrivato da una settimana portando la temperatura durante il giorno sui 50°, e neppure di notte si scherza.
 
Penso che in questi giorni seguiamo tutti con apprensione ciò che sta capitando in Libia, ma anche in Tunisia, Egitto, Algeria… questa ondata di rivoluzioni per abbattere alcuni regimi che da tanti anni opprimono queste popolazioni.
Capisco quello che succedendo perché anche qui in Etiopia è capitato una cosa simile: la crisi economica di ormai tre anni fa, è arrivata in ritardo anche qui in Africa e ha fatto lievitare tutti i prezzi in maniera esagerata. Anche qui la gente, già povera, non poteva più comprare i generi di prima necessità. Il governo dell’Etiopia proprio questo gennaio ha deciso un aumento dei salari del 40%.Quasi della metà, tanto erano bassi in confronto all’aumento dei prezzi. In questi due mesi tutti stanno adeguando i salari e in qualche modo si vede una speranza di vita migliore per chi ha un lavoro.
I nostri vicini, il Sudan, ormai hanno deciso di dividersi, il referendum dal 9 al 15 gennaio 2011 ha detto definitivamente si alla creazione di un nuovo stato nella mappa mondiale: il Sud Sudan. In questi mesi si avvicendano incontri e trattative per stabilire i confini tra i due stati, in particolare dove si trova il petrolio e i terreni agricoli vicino al Nilo. Hanno già fissato una data per celebrare l’indipendenza e sarà il 9 luglio 2011, stabilendo la capitale nella città di Juba, nel profondo sud dello stato.
 
Tornando nei villaggi, ho trovato le comunità pronte a riprendere il cammino sia quello di catechesi, di preghiera e di sacramenti, sia quello che promozione umana, con i vari progetti in corso.
A metà febbraio abbiamo inaugurato la prima Chiesa ad Ibago, come vedete nella foto, fatta di legno, 16 metri per 8 m., il tetto con un telo di plastica e erba e le panchine di bamboo. Abbiamo fatto un pomeriggio di festa, una lunga preghiera di benedizione, sia della chiesa, del quadro di Gesù e della gente, eravamo circa in 300, poi danze secondo la loro cultura, ci ho messo una foto di una di queste, poi caffè e biscotti per tutti, era anche la loro cena e infine il primo film nel villaggio: Gesù di Nazareth, che i protestanti hanno doppiato nella loro lingua, cioè in Anyuak.
Verso le 10 di sera a film concluso, tutti felici e contenti,  siamo ripartiti per tornare a Gambella. In questi giorni poi stiamo comprando il mulino che vorremo installare in questo villaggio: un motore con una cinghia e due pietre speciali che macinano il grano per fare la farina. E’ stata la loro prima richiesta, visto che dovevano andare molto lontano per trovarne uno o dovevano pestarlo a mano.
Credo che in questi due mesi riusciremo a costruire la casa per il mulino e a farlo funzionare.
Nell’altro villaggio anyuak di Ilea abbiamo iniziato subito la costruzione di una bella chiesetta. Ormai erano due anni che pregavamo e ci incontravamo in quella di legno. Ora abbiamo visto che era il tempo per costruirla bene, lasciando quella di legno per i bambini dell’asilo, che già ogni giorno si trovavano lì per la loro scuola. Vi ho messo una foto dell’inizio degli scavi, sarà lunga 15 metri per 8 m, più due metri si sacrestia e tre metri di veranda di fronte.
Invece va un po’ a rilento la fine della chiesa e della casa del sacerdote a Nyinenyang, iniziata ormai un anno e mezzo fa, non siamo riusciti ancora a finirla perché il costruttore sembrava fallito, poi ci ha promesso che riusciva a finirla e infine in questi giorni si è bloccato di nuovo arrivando al tetto della chiesa. Speriamo e preghiamo che tra qualche mese possiamo entrare per celebrare la s. Messa, la gente sta aspettando con gioia.
Ci stiamo dando da fare anche per trovare qualcuno che possa scavare qualche pozzo d’acqua, ma essendo la zona di Gambella molto lontana da Addis Abeba stiamo ancora cercando. Si potrebbe scavare a mano, ma abbiamo sperimentato che questo tipo di pozzi durano tanto, poco profondi perciò l’acqua poi diviene torbida e puzza. Speriamo per tutti questi villaggi e in particolare per il più lontano, quello di Matar, di trovare e poter dare l’acqua potabile a quella gente. Qualcuno pensa, ma fino adesso come hanno fatto? Hanno bevuto quella del fiume, che è sempre marrone e ha dentro di tutto. Ma loro non stanno male, sono abituati? Qualche anticorpo in più ce l’hanno, ma stanno anche loro male, mal di stomaco, dissenteria, ameba giardia e vari parassiti.
Insieme al progetto acqua, continuiamo anche quest’anno i progetti agricoli in ogni villaggio: 3 o 4 ettari di granoturco coltivati dalla gente per dar lavoro e insegnare come coltivare. Stiamo aspettando le piogge di maggio, adesso prepariamo il terreno.
 
Infine qualche fatto: è arrivato il caldo e ognuno si difende come può: si dorme fuori sotto un albero la notte, docce di continuo, ogni tanto la testa dentro il frigo e povero Carlos, un volontario spagnolo che ha visto il suo computer fondersi e non riprendersi più proprio in questi giorni.
Mercoledì il giorno degli incontri: circa 2000 gazzelle, da suonare il clacson per poter passare nella strada; al pomeriggio un serpente, che poi è scappato nella savana, vari babbuini, scimmie piccole e grandi e un bel cinghiale e infine un pesce grande quanto un uomo, sui 100 kg, pescato nel fiume Baro.
Un barbiere improvvisato nel villaggio di Ilea che taglia i capelli dei ragazzi con una conchiglia ben affilata.
Non ci credete… venite a vedere!!!
 
Un saluto e un ricordo a tutti voi, vi lascio con questa bella frase che in questo periodo, dopo tutto quello che vi ho raccontato, sento vera:
 
“facile scagliare le pietre dall’alto in basso,
difficile portarle dal basso in alto per costruire'
 
sia materialmente, costruire chiese, sia spiritualmente, costruire comunità credenti. Perché il Signore ci aiuti e ci benedica.
 
Con affetto a presto
abba Filippo
 
Don Filippo Perin
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