I pensieri passano veloci ai fatti della giornata, gli incontri e gli scontri, i progetti e i sogni, per acquietarsi poi nella notte di fronte a Dio e affidarli a Lui, soprattutto le difficoltà di chi ha niente. Proprio in queste due ultime settimane c'è stato uno scontro a fuoco tra famiglie nuer sudanesi, e molto persone sono state uccise per vendette personali...
del 05 luglio 2011
 
           E’ sera, l’ora del crepuscolo, il sole cala in fretta all’orizzonte e gli animi si calmano dopo la giornata. L’autoparlante musulmano intona la preghiera della sera con una melodia accattivante per ringraziare Dio per il giorno ricevuto; è arrivata anche per noi l’ora della preghiera e siamo pronti nella piccola cappella del Vicariato con i alcuni giovani aspiranti etiopici e sudanesi.Le serate sono accompagnate in questo periodo da qualche bel temporale estivo o una meravigliosa luna che si affaccia nelle tenebre illuminando a giorno la notte e dall’immancabile ululato di qualche iena, che vuole avvisare le sue prede della sua presenza.
          I pensieri passano veloci ai fatti della giornata, gli incontri e gli scontri, i progetti e i sogni, per acquietarsi poi nella notte di fronte a Dio e affidarli a Lui, soprattutto le difficoltà di chi ha niente: … a Matar sono arrivati circa duemila profughi, sono Nuer, ma della famiglia Luo; essi vivevano nella zona di confine con il Sudan a sud, vicino Akobo. Le scorribande dei Murle e di altri briganti li hanno fatti migrare 200 km più a nord, dopo c’è un po’ più di sicurezza. L’allarme è scattato in particolare per quelli dell’ONU, per provvedere cibo soprattutto in questo periodo dell’anno in cui è stato appena seminato il granoturco e c’è scarsità. Per conto nostro abbiamo chiamato la macchina per scavare un pozzo d’acqua per questi profughi. Proprio in queste due ultime settimane c’è stato uno scontro a fuoco tra famiglie nuer sudanesi, non lontano da Matar e molto persone sono state uccise per vendette personali.
          Non è una cosa nuova tra i nuer, resta però sempre un modo veramente tragico di risolvere i conflitti.… a Nyinenyang, o meglio in due villaggi a venti km da Nyinenyang vicino al fiume, Nin Nin e Biro mi Tol, è ormai trascorso un mese dopo che sono passati i famosi Murle e oltre ad aver rubato circa duemilacinquecento mucche, hanno rapito anche vari bambini per portarli in Sudan e renderli loro schiavi e trasformarli in guerrieri come loro. Siamo passati da poco in quei villaggi e sta tornando solo ora la normalità tra la gente, che cercano ogni giorno di sopravvivere coltivando granoturco e allevando mucche.… a Ibago abbiamo messo in funzione il Mulino, per gioia di tutto il villaggio, ora possono avere la farina senza passare delle ore a pestare il granoturco con un grosso legno oppure senza fare vari km a piedi per raggiungere un altro villaggio dopo c’è un mulino.
          Dobbiamo ancora benedirlo e organizzare una bella festa della comunità, ma intanto la gente è felicissima, anche perché è arrivata la macchina per fare un pozzo d’acqua e in questi giorni lo realizzerà.… a Ilea ci sono stati momenti di tensione per vecchie storie tra anuak e nuer: quest’ultimi hanno invaso il territorio dei primi, è intervenuta la polizia e alla fine sono venuti ad uno sconto a fuoco in mezzo alla foresta. Poi finalmente i nuer hanno lasciato la zona e tutto è tornato nella pace. Anche qui abbiamo scavato in questi giorni un pozzo d’acqua per il villaggio. Proprio per questo stiamo preparando le attività estive per i bambini e i ragazzi in questi villaggi, con l’arrivo in agosto di 5 giovani e una coppia sposata, che è già stata qui in viaggio di nozze e questa estate ritorna.
          Un momento per stare insieme, imparare anche a leggere e scrivere, imparare l’inglese, il catechismo e fare tante belle attività e giochi. Anche per chi viene e spende le proprie vacanze dedicandole a chi non ha niente crediamo sarà una profonda esperienza di condivisione e apertura al mondo intero, a quel mondo che la tv non ci mostra, ma che esiste. Anche gli animali partecipano alle nostre attività, rallegrando il tragitto che facciamo per andare nei villaggi, dalle scimmie ai babbuini, dalle antilopi ai cinghiali selvatici, dai puma ai piccoli leopardi, dai serpenti a delle lucertole grandi come dei gatti, ad aironi, pellicani, falchi, aquile, ed infine, la scorsa domenica, il nostro Vescovo ha incontrato un leone, con la sua criniera, grande e possente, inutile dire che ha premuto l’acceleratore della macchina ed è scappato prima di poter fare da vicino la sua conoscenza.
          Vi chiedo una preghiera per questa gente, soprattutto la più esposta a difficoltà dovute a vendette familiari, a doversi spostare e a diventare profugo, alla mancanza di cibo e di sicurezza per vivere e perché noi possiamo fare qualche cosa per loro a partire dalla nostra presenza e dall’aiuto che possiamo dare.Un ricordo per questa estate e a presto,
Abba Filippo
Don Filippo Perin
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