Don Filippo ci scrive.... n°46

Con la gente cerchiamo sempre di pregare perché possa ritornare la pace, riportare speranza per chi ha persone della famiglia che sono andati a combattere, speranza di poter rivedere i propri cari...

Don Filippo ci scrive.... n°46

del 01 maggio 2014

 

 

 

Carissimi amici, un saluto da Gambella.

 

Anche qui Gesù è risorto!

 

Abbiamo celebrato in tutti i villaggi, ma soprattutto a Nyinenyang e Matar, una bella Pasqua: la lavanda dei piedi il giovedì, la via Crucis e le confessioni per tutti il venerdì, sabato notte a Nyi la veglia pasquale, mentre domenica mattina a Matar la Messa di Pasqua, con moltissimi battesimi.

Soprattutto a Nyi nella celebrazione serale con l’arrivo di moltissime persone dal campo profughi, abbiamo esultato e cantato: Alleluia, il Signore è risorto, fino a notte fonda!

Domenica il consueto corteo per le vie del villaggio, a suon di canti e tamburi per onorare la festa e infine il sudato pranzo: un bel piatto di polenta con carne di mucca e tanto sugo, preparato dalle nostre donne.

Pomeriggio tornei e alla sera film all’aperto in lingua locale, in nuer, su Gesù: 4 lenzuoli, un videoproiettore e tutto il villaggio è venuto a vederlo.

 

Come il Signore in queste domeniche di Pasqua di mostra risorto ai suoi discepoli, ma con ancora le ferite dei chiodi e della lancia in corpo, come a dire di non dimenticare la via crucis che c’è stata, anche stiamo vivendo un momento particolare di via crucis che non finisce mai.

E’ dall’inizio di aprile che continuo a celebrare funerali di bambini piccoli, ormai sono una decina solo quelli cattolici, dove chiamano il prete, ma nel villaggio saranno almeno il triplo e così anche nel campo profughi!

Sono già stato ad allarmare la piccola clinica del governo e anche il capo del villaggio, ma nessuno dei due non sanno cosa fare e sono poco preoccupati di questa cosa. Così ho parlato anche con i medici senza frontiere che sono presenti nel campo profughi, ma anche loro hanno così tante emergenze che non riescono a fare nulla.

Sentendo il nostro ospedale di Abobo, sembrerebbe dovuto alla malnutrizione, alla disidratazione dovuta al tanto caldo e agli spostamenti a piedi che quasi tutte le famiglie hanno fatto da un posto all’altro per registrarsi al ONU per poter entrare nel campo profughi. E’ veramente una tristezza!

 

Cosa stiamo facendo: abbiamo iniziato a girare capanna per capanna nel villaggio di Nyi con i catechisti per vedere di cosa hanno bisogno soprattutto le mamme con tanti bambini piccoli e, visto che non possiamo comprare medicine per la gente, solo il governo può farlo, stiamo comprando latte in polvere per i bambini, sapone, una stuoia dove dormire, molti dormono ancora per terra, coperte per la stagione delle piogge che è iniziata qui a maggio, zanzariere per dormire la notte, varie capre per poter mungerle ed avere il latte e altri generi per aiutare in qualche modo le persone più in difficoltà, soprattutto i bambini.

Non vogliamo fare una distribuzione generale, ma, anche se più lenta, passare famiglia per famiglia e vedere le necessità di ognuno.

Infine abbiamo raddoppiato il pranzo per i bambini dell’asilo sia a Nyi che a Matar, così come nelle cappelle, per poter in qualche modo prevenire le difficoltà dei bambini a livello di salute.

Molte persone dall’Italia ci stanno aiutando e di questo ringrazio proprio il Signore, insieme si può fare molto, soprattutto quando si tratta di bambini.

 

Abbiamo deciso di battezzare tutti i bambini piccoli di famiglie cattoliche, cioè basta che la mamma sia cattolica e che voglia il battesimo per i propri figli, prima aspettavamo qualche anno, ora invece la situazione ci ha spinti in questa direzione e a metà maggio sia a Matar che a Nyi avremo una bella giornata di battesimi di bambini, in questo tempo stiamo raccogliendo le iscrizioni.

 

Le notizie dal sud Sudan restano sempre drammatiche, sia da quello che riusciamo a vedere alla tv, sia da quello che le persone che arrivano da là ci raccontano: ancora scontri, saccheggi, distruzioni di ogni genere, perfino sono state uccise persone che si erano rifugiate all’interno di una moschea e di una chiesa, e anche i malati all’ospedale che erano nei letti sono stati uccisi, colpevoli solo di essere di un’etnia diversa. Ecco ancora notizie sconcertanti, che scoraggiano.

Ultimamente alla tv stanno dicendo che se gli scontri continuano così, si può parlare di stato di calamità per le zone di guerra, dove ora scarseggia il cibo e le condizioni umane di vita sono all’estremo.

Con la gente cerchiamo sempre di pregare perché possa ritornare la pace, riportare speranza per chi ha persone della famiglia che sono andati a combattere, speranza di poter rivedere i propri cari, e fiducia nella vita, nel Signore che è al nostro fianco e ci sorregge anche in questi momenti difficili.

 

Vi chiedo una preghiera per questa povera gente profuga o che ha perso un bambino piccolo in questo periodo nel nostro villaggio. Mentre ringrazio ancora chi ci sta sostenendo dall’Italia per aiutare il più possibile la nostra gente qui.

 

Un saluto e a presto

Abba Filippo

 

 

Don Filippo Perin

 

 

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