Dopo tante domande... la risposta!

Perché invischiarsi in un cammino vocazionale? Ma soprattutto COME: come sapere se il Signore proprio ti chiama? Quali sono gli indizi o i sintomi? La domanda vera che nascondevo dietro questo torrente in piena di domande era la domanda di san Francesco: Signore, cosa vuoi che io faccia?

Dopo tante domande... la risposta!

da Quaderni Cannibali

del 06 dicembre 2010

 

Ancora una volta il Signore mi dà la gioia di poter trascrivere il racconto di una vocazione che ho potuto seguire attraverso la 'grata elettronica'.Questa è la volta di Elisa, che così si è presentata nella sua prima email a gennaio del 2004:“Carissima, mi permetto di usare il tu perché così è più facile raggiungere le persone.Sono una neo 18enne.... la mia storia è molto lunga... ci vorrebbe una mail lunga un km per poterla spiegare...Ho due domande da fare... non sapevo a chi farle e ho trovato questa opportunità... spero di venire ascoltata. Mi chiedo, come si fa a capire se il Signore ci chiama?? - intendo: come tu hai fatto a capirlo? -E poi, le suore possono coltivare gli studi iniziati prima al di fuori del convento o devono abbandonare tutto?? Ti ringrazio se vorrai rispondermi, e ti porgo un caloroso augurio di una Vera Pace”. Domenica Elisa inizierà il cammino di postulante in una congregazione francescana.A te che leggi il suo racconto auguro di poter trovare la “tua” risposta, e ti chiedo una preghiera per il cammino di Elisa e di quanti si sono incamminati nella via della loro vocazione.            Mi chiamo Elisa, ho 24 anni e mi sono appena laureata in Lettere Classiche.Ho conosciuto suor Nella Letizia circa 6 anni fa, in un momento in cui mi ponevo tante domande e la vita mi aiutava (forse anche mi costringeva) a pormene ancora di più.            E infatti credo di aver mandato un’email alla grata elettronica con TANTE domande. Volevo capirne di più sulla clausura, sulle suore, sulle ragioni che spingevano una persona ad intraprendere una strada così… folle? inutile? Non saprei sintetizzare in una parola i miei sentimenti di allora per questa vocazione, ma certo non era ciò che IO avrei scelto per me, quindi: PERCHÈ? Perché invischiarsi in un cammino così?           Ma soprattutto COME: come sapere se il Signore proprio ti chiama? Quali sono gli indizi o i sintomi? La domanda vera che nascondevo dietro questo torrente in piena di domande era la domanda di san Francesco: Signore, cosa vuoi che io faccia?           Nel senso più letterale della domanda: cosa vuoi TU che IO faccia. Questa domanda mi faceva molto soffrire perché sono una persona che usa molto la testa, capace di ragionamenti fini e stringenti, di organizzazione precisa e sottile, di schematismi e incasellamenti assolutamente logici. Perché mai avrei dovuto lasciare che fosse il Signore a decidere della mia vita? E io? Quale posto occupavo nella MIA vita?           Non conoscevo ancora il mio cuore. E conoscevo poco anche il Signore, nonostante fossi stata sempre una “credente praticante”, come si usa dire. Se penso a quei momenti ricordo però che il mio cuore era come chiuso in una morsa: o IO o il Signore, che quasi un po’ crudele mi chiedeva di rinunciare a tanto. SI MA PERO’ (altra locuzione che mi accompagnava)… poi come facevo ad essere certa che Lui voleva proprio questo? E perché non era chiaro nella sua “chiamata”? Avrei obbedito, va bene, però…          Le cose sono cambiate con il TEMPO. Con il tempo (contrapposto alla mia FRETTA di liquidare la questione in breve) ho davvero incontrato il Signore. Da tempo mi tormentava il giovane ricco: dicevo che era della mia compagnia, avevo paura di finire come lui: infelice. Ma poi… poi ho incontrato quello sguardo di Gesù pieno d’amore.           DIO È AMORE! Fu per me la scoperta che squarciò le nubi. È stato faticoso, ma piano piano sentivo che Dio davvero era ed è Amore PER ME, che mi voleva bene, che non mi comandava a bacchetta, ma mi faceva una proposta e non di rinuncia ma di pieno completamento di quella che IO SONO: povera, piccola innanzitutto, bisognosa di misericordia; ma in questa povertà stanno nascoste molte cose belle e buone con cui Lui ha fatto e farà cose grandi.          Il cammino è stato lungo e lo sarà ancora. Sono caduta, cadrò ancora. Oggi non ho nessuna risposta pronta in tasca: se riesco a darmi piccole risposte è perché mi do il tempo e lo spazio per ascoltarmi, per prima cosa, e per ascoltare anche Lui: nella celebrazione eucaristica, nella preghiera, nel silenzio, nel confronto con il padre spirituale e con gli altri che camminano in cerca della loro autentica vocazione, sia religiosa che matrimoniale. L’unica certezza che ho è che Lui è presente sempre nella mia vita e ha sempre una parola per me, un passo alla volta.          E domani? Domani… sarò quella che sono stata fino ad oggi: sarò una postulante, che significa proprio “colui (colei nel mio caso) che fa domande”. Continuerò a chiedere al Signore “cosa vuoi che faccia?”, ma chiederò anche con Francesco “chi sei Tu e chi sono io?”, cercando di scoprire sempre più la verità di me e il suo progetto d’Amore, in una parola la mia VOCAZIONE RESPONSABILE; quindi chiederò di verificare concretamente le mie intuizioni con la vita quotidiana di una famiglia religiosa. Farò domande e cercherò risposte, mi metto in gioco ma… mi lascio guidare con fede!

http://www.giovani.org

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