Si tratta di due risposte preziose, che meritano di essere lette e comprese in tutto il loro valore. Il testo di legge sul “fine vita” è stato approvato dalla Camera con un'ampia e trasversale maggioranza per dare risposta ai problemi purtroppo aperti da una giurisprudenza “creativa” che a partire dal caso Englaro aveva aperto in Italia un varco alle derive eutanasiche.
del 14 luglio 2011
 
          Nella settimana più “calda” del 2011, in quest’estate politica accesa da una bruciante primavera elettorale, il Parlamento della Repubblica ha trovato, con encomiabile lucidità, la freddezza necessaria per compiere scelte e inviare segnali al Paese – e non solo a esso – di grande rilevanza.          Puntuale ed efficace è la decisione bipartisan di procedere all’esame e al voto sulla manovra economica per il prossimo triennio in soli tre giorni di lavori tra Senato e Camera e di rispondere così, responsabilmente, alla sfida dei “poteri irresponsabili” che stanno tentando di azzannare e trascinare l’Italia nel gorgo delle economie a rischio default.          A lungo atteso e ben modulato è il testo di legge sul “fine vita” che la Camera ha perfezionato e approvato ieri sera con un’ampia e trasversale maggioranza, rimettendolo alla valutazione definitiva del Senato, per dare risposta ai problemi purtroppo aperti da una giurisprudenza “creativa” che, forzando i pur solidi princìpi del nostro ordinamento, a partire dal caso Englaro aveva inopinatamente aperto anche in Italia un varco alle derive eutanasiche.          Si tratta di due risposte preziose, che meritano di essere lette e comprese in tutto il loro valore. Lo sviluppo impetuoso e utile che è avvenuto sul fronte dei conti pubblici avrà probabilmente questa sorte e noi, che lo avevamo auspicato, ci auguriamo ora che le correzioni e le integrazioni all’insieme dei provvedimenti annunciati dal governo siano adeguate ai rilievi mossi da più parti, anche interne alla maggioranza, e ispirate dallo stesso sentimento del «bene possibile e necessario» che ha indotto le diverse forze di opposizione a non praticare alcuna forma di ostruzione.          Quanto al rigoroso lavoro svolto per regolamentare le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), sappiamo già che lo stesso ingeneroso e persino violento frastuono polemico che ha accompagnato l’iter del provvedimento tornerà a manifestarsi dopo questo secondo passaggio cruciale. La civiltà delle norme approvate, il limpido e umanissimo favor vitae e l’altrettanto limpido rifiuto di ogni inutile accanimento terapeutico, è però di una tale evidenza ed eloquenza che chi ha sbraitato, e ancora sbraita, contro la legge dovrà farsene una ragione.
 
Marco Tarquinio
Versione app: 3.25.0 (f932362)