Ritiri di orientamento vocazionale per le 5 superiori
Lunedì 28 ottobre ho avuto il privilegio di partecipare a un ritiro con le classi quinte della scuola San Zeno di Verona, un momento intenso e carico di significato. Nell’aria c’era quella tipica miscela di emozione e incertezza, propria di chi sente di avere davanti l’ultimo tratto del percorso scolastico.
Era chiaro che nei volti dei ragazzi si rifletteva la consapevolezza di trovarsi a un bivio: il futuro, con le sue promesse e i suoi enigmi, si faceva sentire forte. Abbiamo iniziato il nostro incontro spingendo i ragazzi a guardarsi dentro, chiedendo loro come stessero vivendo questo tempo di cambiamento. "Lo state vivendo con autenticità?" abbiamo chiesto, "oppure vi sentite schiacciati dal peso delle aspettative e delle opinioni degli altri?" In quell’attimo si è fatto silenzio; si percepiva che le domande erano state lanciate come semi pronti a germogliare.
Il cuore dell'incontro è stato il confronto con la realtà, con quel mondo che spesso appare confuso e complicato, ma che può essere il luogo perfetto per scoprire risposte. Abbiamo parlato di scelte quotidiane e consapevoli, di come ogni decisione sia un piccolo mattone per costruire la propria strada. In questo viaggio, però, è vitale non camminare da soli: un amico vero, una guida o una persona più grande e saggia possono davvero fare la differenza. A quel punto, due giovani hanno preso la parola per condividere la loro storia. Con un linguaggio semplice, ma denso di esperienza, hanno raccontato come l’accompagnamento e la buona compagnia abbiano segnato il loro percorso. Hanno parlato di momenti difficili, di scelte da fare e di quella sensazione di smarrimento che ogni tanto si prova, ma anche di come un confronto sincero e l’amicizia autentica li abbiano aiutati a ritrovare la direzione.
Osservando i ragazzi ascoltare, ho visto alcuni di loro annuire, altri abbassare lo sguardo come a riflettere più a fondo. Ho pensato che per loro questo fosse un punto di partenza prezioso, un invito a fermarsi, anche solo per un istante, e ad ascoltare il proprio cuore. Il ritiro è diventato, così, una finestra aperta sull’essenziale, un’occasione per lasciarsi interrogare dai racconti e dalle provocazioni ricevute, per guardarsi dentro e, forse, per dare forma a qualche risposta.
Abbiamo concluso la giornata con una sensazione di leggerezza e pienezza al tempo stesso, consapevoli che, per questi ragazzi, l’ultimo anno di scuola è carico di domande, di attese e di scelte importanti. Siamo usciti con la speranza che quel tempo di riflessione possa germogliare in loro come un desiderio di autenticità e di ricerca, uno spirito che li accompagni verso il loro tesoro personale, quel sogno che, giorno dopo giorno, costruiranno e custodiranno.
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