Per TV assistenza diretta alle persone per aiutarle a districarsi fra i problemi quotidiani. Molte mamme e papà d'Italia ricorrono a "SOS Tata", in cerca di consigli e indicazioni utili per gestire al meglio il rapporto educativo con i figli e recuperare quel ruolo genitoriale che troppo spesso i tempi moderni mettono in crisi.
del 15 aprile 2011
 
          Molte mamme e papà d’Italia frequentano da qualche anno con assiduità la squadra di “tata” Lucia e delle sue colleghe, in cerca di consigli e indicazioni utili per gestire al meglio il rapporto educativo con i figli e recuperare quel ruolo genitoriale che troppo spesso i tempi moderni mettono in crisi.
          Queste gentili ma decise signore sono le protagoniste indiscusse di “SOS Tata”, programma lanciato da Fox tv e ospitato attualmente nel palinsesto televisivo di La7 (giovedì ore 21.10), espressamente dedicato a “bambini burrascosi e genitori alla deriva”.
          La formula è semplice. Se due genitori con almeno due figli di età compresa fra i 2 e i 12 anni si trovano in difficoltà nei loro compiti educativi, possono chiedere alla tv l’intervento di un’educatrice che, dopo circa 48 ore di osservazione partecipante, comincia a stabilire nuove regole di comportamento per ogni membro della famiglia, così da ristabilire il dovuto ordine e i necessari equilibri nei rapporti di ruolo. Nel corso della sua permanenza presso la famiglia ospitante, l’esperta mette alla prova bambini e adulti con una serie di test volti a mettere in evidenza soprattutto gli errori e le incoerenze educative dei genitori.
          Non di rado questi ultimi, messi di fronte alle proprie “colpe”, si lasciano andare a qualcuna di quelle lacrime che sul piccolo schermo fanno tanto bene all’audience. Altrettanto efficaci nel richiamare l’attenzione degli spettatori sono i momenti in cui i bambini esprimono la parte più irrequieta o aggressiva del proprio carattere, litigando, disobbedendo, rispondendo male ai genitori o scardinando in tutti i modi le regole imposte. Proprio la loro monelleria, del resto, è il pretesto che fa scattare la richiesta d’aiuto.
          Il lieto fine non manca quasi mai e generalmente le regole di base della puericultura introdotte dalle tate sortiscono gli effetti auspicati. A ben guardare, non si tratta altro che di comportamenti suggeriti dal buon senso prima ancora che da qualsiasi “Manuale del bravo genitore”, ma – se funzionano – mamma e papà sono contenti così. È pur vero che anche nelle situazioni educative, come in molte altre della nostra quotidiana esistenza, uno sguardo da fuori aiuta a isolare e correggere le eventuali lacune o gli atteggiamenti scorretti rispetto all’obiettivo che ci si è posti. A maggior ragione questo può valere nel campo educativo, dove spesso la routine quotidiana e le dinamiche dei tempi da dedicare alla casa, al lavoro e ai bambini non consentono di razionalizzare a dovere il ruolo genitoriale.
          “SOS Tata” è soltanto uno degli esempi di una tendenza che ormai ha ampiamente preso piede nel palinsesto televisivo: l’assistenza diretta alle persone per aiutarle a districarsi fra i problemi quotidiani.
          L’avvento del digitale terrestre ha portato alla visione di un pubblico sempre più largo una serie di trasmissioni dedicate a questo scopo, che nascondono sotto le spoglie del reality-show la pretesa di prendere per mano lo spettatore per insegnargli cosa (e come) deve fare in qualunque situazione, dalla ricerca di un lavoro alla compravendita di una casa, dalla gestione del proprio look all’educazione dei figli, dal cambio dell’anima gemella all’apprendimento delle giuste tecniche per ”coccolare” il proprio partner nel modo migliore. Si tratta di “edutainment”, neogenere finalizzato a educare (“education”) ma soprattutto a divertire (“enterteinment”) e quindi catturare i telespettatori attraverso spazi di tv della realtà che mettono in scena di volta in volta assistenza, partecipazione o complicità.
          È evidente l’invadenza concessa al mezzo televisivo e ai personaggi che lo popolano nelle vesti di istruttori, consiglieri, mentori, accompagnatori, assistenti, arredatori, consulenti coniugali… Ed è inarrestabile, di pari passo, la crescente tendenza del pubblico ad affidarsi a qualcuno capace di risolvere problemi che appaiono insormontabili ma che, in fondo, nella maggior parte dei non sono altro che l’essenza stessa della nostra vita quotidiana.
          Non tutto quello che propongono le trasmissioni di questo genere è da buttar via, intendiamoci. Anzi, molti consigli possono risultare utili per compiere passi in avanti rispetto al problema da affrontare. Ma è il modo spettacolare, invadente e per niente rispettoso dell’intimità personale a lasciare perplessi. Certo, i protagonisti sono volontari e sono stati loro a sollecitare l’intervento degli “esperti”, ma una volta accesi i riflettori sulle loro vite, tutto diventa show e anche i contenuti che di per sé potrebbero essere utili finiscono per essere oscurati dalla mania di protagonismo.
          C’è un consiglio che abitualmente queste trasmissioni non danno, ma che sarebbe in realtà il primo di fronte a qualunque situazione problematica: provateci da soli, con intelligenza e buon senso. Ma costa fatica e allora si preferisce lanciare direttamente l’SOS alla tv. Anche a rischio di rendersi ridicoli, è un modo per “esistere” ed essere protagonisti, almeno per un giorno.
 
Marco Deriu
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