Uno dei segreti della vita di don Bosco e di Madre Mazzarello è stato la completa disponibilità d'animo di fronte a Dio, un lasciare totale in modo che sia Lui a formare, attraverso gli eventi, quel futuro sognato tante volte da bambino.
del 17 aprile 2007
Don Bosco
 Ogni passaggio interiore richiede una conversione e consiste in un risposta, in un dono d’amore all’amore che Dio ha per noi. Si tratta di un movimento in due tempi: conversione e dono di sé a Dio. Dobbiamo innanzitutto prendere coscienza di noi stessi con realismo. Questo può avvenire in vari momenti e in forme diverse.
A me capitò in modo assai più chiaro ed efficace quando stavo per compiere vent’anni. Devo ammettere che prima ero stato piuttosto dissipato, vanaglorioso, occupato in divertimenti, giochi, esercizi fisici e altre cose, che rallegravano momentaneamente, ma non appagavano il mio cuore. In fondo, ero molto ripiegato su me stesso, come capita alla maggior parte dei giovani.
Sul finire delle scuole superiori, per la prima volta mi sono posto il problema del futuro con grande serietà. Mi rendevo conto che i sogni coltivati fino a quel momento, erano rimasti molto vaghi. Sentivo, è vero, la propensione a diventare prete per prendermi cura dei giovani. Ma dovevo essere realista: la mia maniera di vivere, certe abitudini del mio cuore e la mancanza assoluta delle virtù necessarie a quello stato di vita, rendevano difficile la decisione. Dovevo lavorare più in profondità.
In un primo tempo ho cercato di fare di testa mia. La lettura dei libri spirituali e il contatto con le comunità religiose di Chieri mi avevano indotto a credere di essere chiamato alla vita contemplativa. Pensavo che l’entrata nel chiostro mi avrebbe aiutato a vincere le passioni, soprattutto la superbia, profondamente radicata nel mio cuore.
Ma stavo costruendo il futuro a partire da punti di vista limitati e dalle mie paure, senza tener conto dei piani di Dio. Nonostante fossi stato accettato tra i Francescani, il progetto si arenò. Allora mi consigliai con Luigi Comollo, l’amico più fidato e serio. Egli mi face capire in quale stato d’animo dovevo collocarmi: quello di una piena disponibilità a compiere la volontà del Signore, un’offerta senza condizioni, una fiducia e una confidenza in Lui senza fine.
In fondo, ogni vocazione cristiana non è altro che la conseguenza della decisione a darsi pienamente a Dio, a partire da una radicale conversione del cuore.
Mi misi in stato di preghiera. Iniziai una novena, preceduta da una buona confessione generale. Nel frattempo Luigi aveva scritto una lettera allo zio prete, che già mi conosceva, spiegandogli il mio problema.
L’ultimo giorno della novena mi confessai nuovamente, partecipai alla Messa e feci la Comunione: ero finalmente disposto a fare qualsiasi cosa il Signore mi avesse richiesto, perché deciso ad essere tutto di Dio. Nulla più mi stava a cuore se non mettermi, da buon cristiano, al suo servizio, ovunque egli mi avesse chiamato. Mi sono reso conto in seguito che si trattava di una conversione, vera e definitiva.
Quello stesso giorno arrivò la risposta dello zio di Luigi. Mi consigliava a lasciar perdere per il momento la scelta precedente. Mi invitava ad entrare in seminario. Nel corso degli studi avrei potuto capire meglio i progetti di Dio. Non dovevo aver paura di sbagliare strada: con la custodia del cuore, il raccoglimento interiore e la preghiera avrei superato ogni difficoltà.
Ho fatto quanto mi suggeriva. Mi sono seriamente applicato in ciò che poteva prepararmi a quel passo. Andato a casa per le vacanze, ho cessato di fare il ciarlatano (quanta vanità e quanta ricerca di lodi in quegli spettacoli). Mi sono dato a buone letture, che fino allora avevo trascurato. Ho però continuato a occuparmi dei ragazzi, trattenendoli in racconti, in piacevoli ricreazioni e nel canto. Molti erano totalmente ignoranti nella religione e ho cercato di istruirli e introdurli nella preghiera.
 
 
M.Mazzarello
 
Ho capito a poco a poco dove il Signore mi stava portando. Io vivevo in un piccolo paese  in una famiglia numerosa e di me c’era bisogno in casa. Questo però non mi ha impedito di partecipare attivamente alla vita della mia comunità parrocchiale. Don Pestarino, che aiutava il parroco, mi aveva aiutato progressivamente a mettere il Signore al centro della mia giornata, mi aveva portato a vincere il mio orgoglio e il mio desiderio di primeggiare. Il mio amore per Gesù era così forte che ancora adolescente gli ho promesso, con il voto di castità, che la mia vita sarebbe stata solo per Lui. E così ho sempre cercato di coltivare e comunicare questo grande amore. Don Pestarino aveva fatto nascere l’Associazione delle Figlie dell’Immacolata. Con le altre ragazze di quel gruppetto cercavo di essere sale e luce e di curare la formazione dei gruppi di donne e mamme che don Pestarino ci affidava. Dopo essermi ammalata di tifo non avevo più forze e il lavoro dei campi diventava impossibile. In quel disorientamento ho capito che il Signore mi indicava un’altra direzione: diventare sarta per aprire un laboratorio per le ragazze e preoccuparmi della loro crescita. Anche l’oratorio festivo prese piede. Poi due orfane avevano bisogno di una casa ed ecco che il Signore mi chiedeva di diventare loro madre. Dopo che don Pestarino aveva incontrato don Bosco e aveva deciso di farsi salesiano, don Bosco stesso ci fece una proposta. Io sentivo che era un santo, e ho abbracciato con tutto il cuore la scelta di essere Figlia di Maria Ausiliatrice. Non avrei mai pensato di poter diventare una suora… e ora addirittura tante ragazze e suore vogliono che diventi la loro Madre.
Chi con l’aiuto di una buona guida si fida del Signore cercando di rispondere ‘sì’ con totalità ai piccoli-grandi inviti che Egli ci fa, è portato ad andare sempre oltre e si trova progressivamente dove il Signore stesso vuole.
 
 
Domande:
-              Ti sei già chiesto “cosa farai nel tuo futuro con grande serietà”, come don Bosco e Madre Mazzarello?
-              Hai chiesto a Dio che proposta ha per la tua vita?
-              Stai rispondendo ‘sì’ agli inviti che già oggi il Signore ti fa?
-              Il segreto dell’incontro con Dio è presentarsi davanti a Lui disposti a fare qualsiasi cosa ci chieda; la preghiera, la confessione e la comunione ci portano a questo. Provare per credere!
don Filippo, sr Francesca
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