Siamo noi in grado, con il nostro cuore e le nostre azioni, di partecipare ai cambiamenti del mondo senza lasciarci “snaturare”, o ci facciamo trascinare dagli eventi come inermi spettatori?
del 22 luglio 2008
“L’essere umano non vive da solo nel mondo, ma sempre e necessariamente con-vive. E il suo vivere con gli altri ha a che fare con il suo dover essere e con il suo conseguente impegno in ordine ad esso. Ci sono poi dei modi di vivere con gli altri che diventano portatori di bene e felicità, e altri che diventano portatori di male e infelicità. E ciò è l’effetto, in grande misura, delle decisioni libere non solo di individui, ma soprattutto collettive di coloro che convivono”.
(Luis A. Gallo)
 
La storia ci insegna quanto siano vere queste parole: l’uomo, con il suo grande cuore, è in grado di smuovere montagne quando vuole, ma al tempo stesso è capace di rendersi fautore di incredibili tragedie per se stesso e per l’umanità intera.
E noi? In quale gruppo ci collochiamo? Dalla parte di coloro che sono portatori di bene o di infelicità?
Siamo noi in grado, con il nostro cuore  e le nostre azioni, di partecipare ai cambiamenti del mondo senza lasciarci “snaturare”, o ci facciamo trascinare dagli eventi come inermi spettatori? Vogliamo contribuire a diffondere una cultura di solidarietà che renda il mondo un po’ più giusto, oppure ce ne stiamo tranquilli nelle nostre vite senza interessarci di ciò che ci circonda e succede nel mondo intero?
Non è difficile partecipare a quello che è “altro da noi”, e non è difficile cercare di cambiare le cose… un piccolo, primo passo è la voglia di informarsi, conoscere; ed è quello che cercheremo di fare in questo spazio.
Vogliamo iniziare oggi questa rubrica per riflettere insieme e maturare un senso sempre più profondo di essere Chiesa oggi, per essere capaci, come ha insegnato Don Bosco, di occuparci di chi non è stato fortunato quanto lo siamo stati noi. Inizieremo un viaggio che ci porterà a conoscere le più urgenti sfide dell’umanità, i grandi problemi che bussano alle nostre porte, ma anche le tante cose belle che milioni di uomini fanno per i propri fratelli.
 
Vi aspetto, dunque, pronti per affrontare questo viaggio, ma anche disponibili a mettersi in gioco per partecipare in prima persona alle sfide che ci attendono.
 
 
Emma Colombatti
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