«Earth Day»: Energia, cibo e acqua...Un mondo senza sprechi

Occuparsi della Terra e del suo destino, significa pensare la società e l'economia in un altro modo: più per gli altri e meno egoisticamente per sé. Ad iniziare magari dalle abitudini di vita.

«Earth Day»: Energia, cibo e acqua...Un mondo senza sprechi

 

Non un tema per pochi, ma per tutti. Qual­cosa di molto concreto ed economico. Oc­cuparsi della Terra e del suo destino, si­gnifica pensare la società e l’economia in un al­tro modo: più per gli altri e meno egoisticamen­te per sé. Ad iniziare magari dalle abitudini di vi­ta. È uno dei messaggi dell’Earth Day, la Giorna­ta della Terra che oggi si celebra in Italia e nel mondo e che coinvolge un po’ tutti i campi del­l’attività umana. A partire dalla produzione per arrivare alla musica e all’arte in generale.

 

Per salvare la Terra, innanzitutto, è necessario i­niziare dalle piccole cose. Come l’accorta pro­duzione di energia (con il sole), e tenendo conto che l’illuminazione consuma il 20% dell’elettri­cità nel mondo; mentre con una adeguata coi­bentazione si può risparmiare fino al 40% di ca­lore. Usare più attentamente gli elettrodomesti­ci, invece, consente risparmi per un altro 15%. Con la raccolta differenziata dei rifiuti, poi, si ab­battono di 6,9 milioni di tonnellate le emissioni di Co2 nell’aria. Un altro esempio? Non acqui­state cibo in eccesso, perché ciò consente un ri­sparmio annuale di circa 9 miliardi.

 

Rimane indubbiamente una constatazione di fondo: per risollevare i destini della Terra, c’è ancora molto lavoro da fare. E proprio le attività economiche e produttive sono le prime chia­mate in causa. Basta pensare, spiega Earth Day Italia – partner italiano dell’Earth Day Network – a quel che so­stengono le Nazioni Unite: ogni anno che passa, l’emissione di gas serra aumenta di un miliardo di tonnellate. Guardando più in casa nostra, è poi sufficiente ricordare lo stato del nostro territorio dal punto di vista idrogeologico, e quindi econo­mico. L’ultimo rapporto Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) è allarmante, dice an­cora l’Earth Day Italia, e ci lascia ormai pochi an­ni di tempo per intervenire. Ma come? Dal pun­to di vista economico, «basterebbe rinunciare a una quota infinitesimale del Pil mondiale per sal­vare il nostro unico Pianeta, ma nessuno sembra in grado di farlo». Soprattutto i governi.

 

Da qui la necessità di sensibilizzare i cittadi­ni e quindi l’importanza di eventi come l’Earth Day. Se non si riesce a cambiare da subito il clima atmosferico, dicono all’Earth Day Italia, si può iniziare a cambiare almeno il clima sociale. «Siamo 7 miliardi di persone – dichiara una nota – le cui scelte di voto, di acquisto e di consumo possono generare più cambiamento di quanto si immagini». Oltre ad i­niziative puntuali durante l’anno, il 'giorno del­la Terra' è l’occasione per porre tutto in discus­sione a partire da un tema che quest’anno è quel­lo delle green cities, le città verdi e sostenibili, più vivibili economicamente efficienti ma compati­bili con l’ambiente.

 

Green cities quindi, declinate in vario modo e rac­contate con la musica (è la cantante Arisa il te­stimonial italiano dell’iniziativa), ma anche con la fotografia e lo sport (ieri si è svolta a Roma u­na Maratona a Km. 0 nella quale sono stati pre­sentati anche i prodotti dei mercati dei coltiva­tori di Campagna Amica). Proprio attraverso le immagini, fra l’altro, sono illustrati alcuni aspet­ti economici importanti per capire cosa fare. Co­me l’esperienza di un gruppo di imprenditori a­gricoli romani; quella di un gruppo di giovani de­signer milanesi che fa del riuso la sua leva crea­tiva; oppure quella di un Comune friulano che sceglie di rifornire i suoi cittadini con energia ri­cavata dai 'rifiuti' naturali delle foreste. Senza dimenticare l’attività di un centro cittadino sici­liano che recupera le asine per avviare la raccol­ta dei rifiuti porta a porta. E tenendo conto an­che del lavoro dei custodi della discarica di Giu­gliano in Campania – epicentro della Terra dei Fuochi – che, nonostante le difficoltà e i veleni, non abbandonano il loro impegno di angeli cu­stodi dell’ambiente.

 

 

Andrea Zaghi

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