«Non prostitute, ma prostituite: costrette a vendere
del 21 ottobre 2010
         
          «Non prostitute, ma prostituite: costrette a vendereil proprio corpo da trafficanti senza scrupoli, che lucranoletteralmente sulla loro pelle. Ecco le schiave del nuovo millennio».
 
          «Schiave. Trafficate, vendute, prostituite, usate. Donne» è il nuovo libro pubblicato dalla casa editrice San Paolo e scritto a quattro mani da Anna Pozzi, giornalista di Mondo e Missione, e Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e responsabile dell'Ufficio tratta dell'Unione superiori maggiori italiane. Il volume, che contiene una prefazione scritta da Dacia Maraini, esce proprio in concomitanza con la 'Giornata europa di lotta contro la tratta di esseri umani' di lunedì 18 ottobre.
          Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), sarebbero circa 12,3 milioni gli adulti e i bambini costretti al lavoro forzato e alla prostituzione coatta. L'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) parla di circa 500 mila donne, che ogni anno sono vittime di traffico prevalentemente per lo sfruttamento sessuale, immesse nel mercato dell'Europa Occidentale.
          Ma sarebbero almeno 2,7 milioni, secondo le Nazioni Unite, le vittime di tratta, di cui l'80 per cento è costituito da donne e minori, che vengono venduti annualmente nel mondo ai fini della prostituzione, della schiavitù o del matrimonio. Circa la metà sono bambine tra i 5 e i 15 anni. Buona parte arrivano in Europa Occidentale provenienti dai Paesi dell'Est. E una grossa percentuale, almeno per quanto riguarda l'Italia, dalla Nigeria.
          Secondo le Nazioni Unite si tratta di business di circa 32 miliardi di dollari l'anno: insieme a quello di armi e di stupefacenti, il traffico di esseri umani appare una delle fonti più lucrative in assoluto e coinvolge diversi Paesi e aree del mondo.
          Ma al di là dei dati, ci sono le persone. Ridotte a corpi-merce 'usa e getta', questa ragazze e queste donne hanno delle storie. Spesso dolorose: di povertà e miseria, di violenza e maltrattamenti, già nei luoghi e nelle famiglie d'origine.
          Molte hanno fatto viaggi d'inferno, specialmente le africane, altre sono cadute nei ricatti affettivi di sedicenti fidanzati rivelatisi poi degli aguzzini. Altre ancora lo hanno scelto perché non avevano scelta.
          Qualcuna ne è uscita: grazie a molte associazioni, congregazione religiose, Caritas e parrocchie e a molti ex-clienti. In Italia, in particolare, suor Eugenia Bonetti dirige da dieci anni l'Ufficio 'Tratta donne e minori' dell'Unione superiore maggiori d'Italia (Usmi) che coordina il prezioso e difficile servizio di 250 suore appartenenti a 75 congregazioni che operano in 110 progetti e case di accoglienza in Italia.
          A dimostrazione che la catena di questa odiosa schiavitù contemporanea si può e si deve rompere.
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