Educatrice degli ultimi la prima santa australiana

Proprio diventando maestra e madre di quei figli che la società non voleva che Mary percorse il suo personale itinerario di santità...

Educatrice degli ultimi la prima santa australiana

da Attualità

del 18 ottobre 2010

        

         Mary MacKillop aveva capito che educare significa condividere un cammino, costruire un futuro assieme, tenere fisso lo sguardo in alto facendosi accanto a chi vive ai margini. Ed è proprio diventando maestra e madre di quei figli che la società non voleva che Mary percorse il suo personale itinerario di santità, tanto da diventare la prima santa australiana.

 

         E domani, quando verrà canonizzata, tutta l’Australia si fermerà per ricordare la figura di una donna, figlia di immigrati scozzesi, che con la sua opera nella seconda metà del XIX secolo raggiunse davvero i confini più remoti di quella terra nuova. Una festa che vedrà protagoniste soprattutto le quasi mille suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, la congregazione che Mary MacKillop fondò assieme al sacerdote inglese Julian Edmund Tenison Woods nel 1866.

         La storia di madre Maria della Croce – questo il nome che assunse da religiosa – inizia a Fitzroy, che oggi fa parte della municipalità di Yarra ma che fu il primo sobborgo di Melbourne, nello Stato australiano di Victoria. La sua casa natale, dove Mary vide la luce il 15 gennaio 1842, prima di otto figli, oggi sorge a pochi passi dai grattacieli del centro finanziario di Melbourne, ma all’epoca era un quartiere che andava accogliendo sempre più operai.

         Il padre di Mary, Alexander, aveva studiato teologia a Roma, rinunciando però all’ultimo all’ordinazione sacerdotale per motivi di salute, era rientrato in Scozia e poi era partito per l’Australia, dove aveva sposato Flora MacDonald. La famiglia però era in continua difficoltà economica e Mary dovette farsi carico del mantenimento del numeroso nucleo prima come impiegata a Melbourne e poi come governante e insegnante nella famiglia degli zii a Penola, a 400 chilometri da casa, nello Stato dell’Australia del Sud.

         Abituata a prendersi cura degli altri, attenta sempre alla necessità dei fratelli ma anche dei numerosi poveri che incontrava, Mary aveva coltivato la vocazione religiosa senza poterla seguire (il fratello Donald divenne gesuita e lavorò tra gli aborigeni, mentre anche la sorella Lexie sarebbe diventata suora).

         Ma a Penola incontrò padre Tenison Woods, che sognava di fondare un ordine religioso dedito all’educazione. Mary fu la risposta al progetto del sacerdote: nel 1866 venne aperta una scuola gratuita – offerta straordinaria per l’Australia dell’epoca – per i ragazzi poveri e vennero fondate le Giuseppine, di cui Mary divenne prima consacrata e superiora nel 1867. Il seme era piantato e crebbe in fretta, tanto che nel 1869 erano già settanta le suore che insegnavano in ventun diverse scuole. Mary e padre Tenison avevano trovato con facilità numerose giovani pronte a spendersi gratuitamente per i ragazzi, ma poi anche per i malati, per i poveri e per i carcerati.

         L’ordine si espandeva in tutta l’Australia, ma nel 1871 Mary dovette affrontare la sofferenza più grande: il 21 settembre, in seguito a spiacevoli incomprensioni, il vescovo di Adelaide la scomunicò. Il reintegro avvenne solo cinque mesi dopo, ma il fatto mostrò a Mary una strada in continua salita. Eppure lei non si scoraggiava, già abituata a percorrere le immense distanze dell’Australia, nel 1873 viaggiò fino a Roma per incontrare Pio IX.

         In Vaticano le chiesero alcune modifiche alla regola approvata dal vescovo di Adelaide nel 1868 e poi la rassicurarono: l’ordine sarebbe stato approvato dopo un periodo di prova. Il riconoscimento ufficiale avvenne nel 1888 con Leone XIII. Al suo ritorno Mary si stabilì a Sydney e qui rimase fino alla morte avvenuta l’8 agosto 1909: anche se ridotta sulla carrozzina aveva continuato fino alla fine a curare la congregazione che vedeva crescere di giorno in giorno.

         Giovanni Paolo II l’ha beatificata nel 1995 e Benedetto XVI, durante la Giornata mondiale della gioventù del 2008, di cui Mary era patrona, si recò a pregare sulla sua tomba a Sydney Nord, in Mount Street. Oggi tutta l’Australia rende omaggio alla sua opera, che continua a donare un futuro più umano a tutta la nazione grazie al lavoro delle Giuseppine e dell’eredità spirituale di Maria della Croce. 

Matteo LIut

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