Elezioni amministrative, una questione di vita o di morte

È ancora molto diffusa la convinzione che le elezioni amministrative non riguardino le grandi questioni di valore, ma piuttosto le “cose da fare”. I cosiddetti principi non negoziabili rimangono importanti nelle elezioni amministrative.

Elezioni amministrative, una questione di vita o di morte

da Attualità

del 11 maggio 2011

 

 

 

           E’ ancora molto diffusa la convinzione che le elezioni amministrative non riguardino le grandi questioni di valore, ma piuttosto le “cose da fare”.

          'Al sindaco – dicono in molti – io chiedo che mi faccia vivere meglio'. E con questo si intende i mezzi pubblici, i parcheggi, l’ordine, i giardini, gli asili, le rotonde e così via. I sindaci penserebbero al benessere, mentre i deputati in Parlamento si misurerebbero con i massimi sistemi: la vita, la famiglia, la libertà di educazione … quelli che ormai molti cattolici chiamano i “principi non negoziabili”.           Ne consegue che raramente, nella campagna elettorale che si sta concludendo in vista delle prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio, ai candidati sono stati posti questi problemi. Si è preferito parlare di sviluppo economico, di modifiche del piano regolatore, di utilizzo dei contributi dell’Unione europea. Oppure di sperimentazione di nuove formule politiche da replicare forse domani a livello nazionale. Cose non certo peregrine, ma che, secondo l’opinione comune, rientrano appunto nelle “cose da fare” e non nelle questioni di valore.          Eppure tutti ormai vedono che gli enti locali, soprattutto le regioni ma anche i comuni, acquistano una sempre maggiore importanza non solo riguardo al rifacimento del manto stradale o alla raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche su questioni di vita e di morte, di famiglia vera o presunta, di fine o meno della vita. E’ stato un ente locale – in questo caso una regione – a dichiararsi disposto ad ospitare Eluana Englaro per mettere fine alla sua vita.           E’ stato un ente locale ad offrire la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. Sono stati molti enti locali a tentare di redigere i registri delle coppie di fatto, intendendo in questo modo spingere provocatoriamente verso una modifica della legge in vigore. Sono gli enti locali a permettere l’affissione di manifesti pubblicitari a favore dell’eutanasia (“Lasciatemi morire in pace”) o dell’apertura alle coppie omosessuali, oppure a sfondo sessuale piuttosto spinto.           Sono gli enti locali a decidere se finanziare o meno con soldi pubblici spettacoli teatrali a sfondo “omo” come il “Romeo e Giulietta” che sta suscitando tante proteste a Verona. Sono gli enti locali a decidere se dare concreto spazio pubblico alla religione o se combatterla con ogni mezzo legale. Sono gli enti locali che, organizzando corsi di educazione sessuale e di educazione genitoriale, influiscono non poco sugli orientamenti etici e sul costume. Del resto l’autonomia degli enti locali è destinata ad aumentare. Oggi le regioni hanno vera e propria potestà legislativa in molti campi. Domani sarà sempre di più così anche per i comuni.Tuttavia il punto non è solo questo.           Non è solo per questo che i cosiddetti principi non negoziabili rimangono importanti anche nelle elezioni amministrative. Il fatto è che quei principi non sono solo settoriali, ma sono un modo di pensare politico, sono dei criteri di orientamento oltre che dare delle indicazioni concrete e mirate. Certamente, non bisogna allargare talmente temi quali, per esempio, la vita, fino a perdere il loro primario e concretissimo significato. Certo la vita ha anche a che fare con le politiche giovanili e della casa, ma ha prima di tutto a che fare con l’aborto che oggi la legge permette.           Non bisogna allargare lo spettro fino ad annacquare il principale significato reale dei principi non negoziabili. Però rimane vero che tale allargamento è possibile e doveroso. Una giunta comunale chiusa ai temi della vita e della famiglia o promotiva di valori antitetici alla vita e alla famiglia produrrà forti danni anche in altri settori. Come dice la Caritas in Veritate, se l’accoglienza non viene vissuta in quel momento iniziale come potrà essere vissuta nel proseguo della vita sociale? La negazione dei principi non negoziabili produce un inaridimento spirituale diffuso, con danni enormi sulle relazioni tra cittadini e tra gruppi.           Se prendiamo alcuni interventi di vescovi italiani a proposito delle prossime elezioni amministrative - piuttosto rari per la verità - a parte qualche caso, non c'è una particolare insistenza su questo punto. La “coerenza” richiesta dalla Nota Ratzinger del 2002 vale anche per le elezioni amministrative e non solo per quelle politiche. Anche in questo caso, infatti, non basta scegliere il candidato per le sue doti individuali – fossero anche l’onestà e la solidarietà – ma bisogna vedere se nel suo programma e di quello del suo partito ci sono punti contrari al bene della persona umana così come lo indicano la retta ragione e la fede cristiana.           Bisogna, inoltre, verificare la storia e la cultura del partito di appartenenza del candidato, perché di “indipendenti” che poi, in effetti, sono stati più radicali degli altri ne abbiamo visti tanti.

Stefano Fontana

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