Ogni uomo o donna vanno accompagnati con solidarietà e delicatezza nel tempo ultimo della loro esistenza terrena perché la vita che hanno ricevuto da Dio Padre va verso un destino eterno, pur attraverso la prova dolorosa della morte fisica.
del 08 febbraio 2010
 
          All’alba del 6 febbraio 2009 Eluana rimaneva priva del sondino. Tre giorni dopo, il 9 febbraio, alle 19.30, moriva. A 'La Quiete' di Udine. Oggi riposa tra le montagne di Paluzza. Una vicenda che ha scosso l’Italia. E non solo. «Gli animi sono stati feriti e le coscienze, a volte, disorientate dalla tremenda via crucis della cara Eluana Englaro – ricorda l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato –.
 
          Per lei preghiamo perché sia nel porto sicuro delle braccia misericordiose di Dio Padre». «Mai più un’altra vicenda come questa», raccomandano il sottosegretario alla sanità Eugenia Rocella, Pdl, e la senatrice Emanuela Baio, Pd, con le quali si sintonizza il vicepresidente dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello.
          Tutti insieme, ieri sera, ad un affollatissimo incontro ad Udine, coordinato da Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola di Avvenire. «Eluana, il passato e la speranza», questo il tema. Non sono mancate testimonianze toccanti come quella di Alessandro Bergonzoni, rassicuranti come quella di Fulvio De Negris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma alla casa dei Risvegli di Bologna, commoventi come quella di Alessandro Pivetta, uno dei 2.700 giovani italiani che si trovano nelle stesse condizioni in cui è vissuta per lunghi anni Eluana.
          «Alessandro è qui – hanno detto i genitori, Giancarlo e Loredana – e questo è un miracolo, di cui ringraziamo il Signore». «Ogni uomo o donna – ha esortato l’arcivescovo Mazzocato nel messaggio per la Giornata della vita – vanno accompagnati con solidarietà e delicatezza nel tempo ultimo della loro esistenza terrena perché la vita che hanno ricevuto da Dio Padre va verso un destino eterno, pur attraverso la prova dolorosa della morte fisica».
          Ma da parte sua anche una raccomandazione: «Quando prevale la ricerca del clamore mediatico o, peggio ancora, la strumentalizzazione per altri scopi, non viene più rispettata la persona e la dignità della sua vita. Anche se questo non significa che non si deve parlare con chiarezza. Anzi, deve essere di tutti l’impegno a delineare con lucidità i confini oltre i quali si vien meno al rispetto della vita di ogni essere umano, qualunque sia la sua condizione». I confini, appunto? Ad un anno dalla morte di Eluana, ci sarà una legge a determinarli? «Pensiamo di approvare il ddl sul testamento biologico entro l’estate – prevede il sottosegretario Rocella – perché in Italia, come abbiamo promesso, non devono più esserci casi Eluana».
          E il punto qualificante «è che l’idratazione e l’alimentazione non sono terapie e quindi non si possono sospendere». Si tratta, invece, di cure che possono essere prestate anche da personale non sanitario e che se sospese portano alla morte anche una persona sana». Per Rocella è necessario completare rapidamente l’iter, «perché se tardassimo potrebbe ripetersi altri casi Eluana».
          Molte dichiarazioni anticipate di volontà sono state raccolte in questi mesi in modo irrituale, su Internet, da notai, e persino con banchetti per la strada e qualcuno di questi casi potrebbe sfociare in un contenzioso. Fare presto? Condivide la senatrice Baio del Pd. Convinta che si troverà l’accordo anche su un nodo come quello dell’idratazione e dell’alimentazione. »Io credo che queste non siano terapie, ci sono però dei casi in cui il paziente non è più in grado di assorbire i liquidi, allora può essere legittimo sospenderli.
          È il punto che si sta affrontando in questi giorni alla Camera. Bene, ritengo che su questo che la maggioranza possa trovare, anche insieme ad un pezzo di opposizione, un’approvazione più condivisa». «Il clima oggi è un po’ più sereno rispetto ad un anno fa», constata l’esponente Pd. «Ritengo infatti – conviene il senatore Quagliariello – che la legge andrà in aula alla Camera subito dopo le elezioni regionali e che prima dell’estate possa essere varata. Magari con qualche miglioramento, ma lasciando fermi i capisaldi».
Francesco Dal Mas
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