Era fatto di tutta la nostra pasta (Mt 1, 1-16.18-23) SERIE: D'amore si muore, d...

Ogni uomo che nasce a questo mondo è una sicura originalità. Basti pensare che con le impronte digitali riescono a distinguere qualsiasi persona da un'altra, i genitori vedono crescersi i figli e sono sorpresi dei loro comportamenti originali

Era fatto di tutta la nostra pasta (Mt 1, 1-16.18-23) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 11 gennaio 2007

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Ogni uomo che nasce a questo mondo è una sicura originalità. Basti pensare che con le impronte digitali riescono a distinguere qualsiasi persona da un’altra, i genitori vedono crescersi i figli e sono sorpresi dei loro comportamenti originali. All’inizio stanno a vedere a chi assomiglia, rintracciano in loro i tratti dei parenti, dei nonni, degli zii, poi si devono adattare a vedere e giustamente che non sono la somma di nessuno, ma una originalità assoluta, un nuovo carattere, una nuova sensibilità, un nuovo modo di pensare e di reagire, di trovare ragioni di vita e di organizzare l’esistenza. Ciascuno però è il punto di arrivo delle generazioni precedenti, si porta dentro dei segni di chi lo ha preceduto: il sorriso della nonna, o la tenacia dello zio, la dolcezza della mamma, lo scatto di impazienza del nonno, l’andatura del fratello, la litigiosità o l’imprenditorialità di qualcun altro…

E’ stato così anche di Gesù: nel prendere carne, nell’assumere un corpo si è messo, in maniera del tutto originale come ogni uomo, ma anche in totale incarnazione, nella fila delle generazioni che lo hanno preceduto. Ed è interessantissimo che il vangelo di Matteo che si legge nelle chiese oggi, che è la festa della nascita della Madonna, metta in fila le generazioni che hanno preceduto Gesù, in termini non soprattutto cronologici, ma genealogici. Ed è sorprendente vedere come in questa fila ci stanno grandi personaggi, oscuri avi, gente giusta e prode, peccatori e delinquenti, uomini e donne di fede e persone violente, cultori della pace e disonesti mercanti di guerre..

Nel sangue di Gesù scorre tutta l’umanità che lo ha preceduto. Ci stiamo tutti noi. Dio si è fatto uomo, ha condiviso tutto della nostra vita eccetto il peccato. La sua carne è il punto di arrivo di tutti i tentativi anche falliti di umanità di chi lo ha preceduto. Questo Figlio di Dio prende su di sé tutte le nostre caratteristiche umane, direi quasi somatiche e ci viene a dare coraggio, a dire che l’umanità è sempre in cammino verso il bene e lui ci sta dentro, se la prende tutta su di sé, ci carica tutti sulle sue spalle e ci porta nelle braccia del Padre.

Non siamo né abbandonati, né disperati, ma accompagnati e tenuti per mano, inscritti nella carne del Figlio di Dio e di Maria, speranza certa per tutti gli uomini anche per i più abbandonati.

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