Eredità spirituale alla mia fogliolina

Questo papà che amavi con tutto il tuo cuore di bimba, quando eravamo tutti insieme, e che la tua spensieratezza attuale ti fa ignorare, certamente un giorno t'interrogherai chi era...

Eredità spirituale alla mia fogliolina

da L'autore

del 04 novembre 2009

 

Bambina mia carissima,

questo è il mio giornale, tutto il mio bene, che ti lascio in eredità in mancanza d'altri beni che i papà usano donare ai loro figli. Ciò che ho te lo dono per il giorno in cui, divenuta donna, potrai attraverso queste righe seguire la vita di colui che fu tuo padre, e che non ha mai cessato un solo istante di amarti.

 

Da tanti mesi ho le tue foto davanti agli occhi e fisso i tuoi capelli biondi che tanto amerei poter palpare con le mie dita. Purtroppo, non posso seguire i tuoi giochi di birichina se non con l'immaginazione e attraverso le troppo rare lettere che mi parlano di te.

Ho riletto or ora l'ultima. Sembra che tu salga sulle vaccherelle e che la sera, nel lavarti, tu rida di tutto cuore perché hai odore di vaccherella. Figliolina cara! Possa la vita benedirti, e risparmiarti strazi troppo crudeli dei quali forse sarei io responsabile.

 

Questo papà che amavi con tutto il tuo cuore di bimba, quando eravamo tutti insieme, e che la tua spensieratezza attuale ti fa ignorare, certamente un giorno t'interrogherai chi era.

 

La legge degli uomini è crudele, colpisce perché è d'uso colpire certi atti, e il giudizio delle menti segue quello delle idee, in quanto non crediamo se non ciò che ci mostrano gli occhi e riteniamo forza e verità ciò che non è se non imperfezione e debolezza.

 

Non cerco di giustificarmi, ma ci tengo che tu, che per i vincoli del sangue, più tardi vorrai certamente scusarmi o comprendere i miei atti, possa aver materia di giudizio, e che tu sappia che tuo padre non è quello che potrebbe dipingerti l'immaginazione, ma ha qualcosa di forte e di vero da donarti, nei limiti entro cui un uomo può donare qualcosa al suo simile.

 

Se al termine di queste pagine riesco a farti toccar con mano ciò che può essere la vita, la vita vera, quella che comincia in questo mondo per schiudersi là dove tutto è luce, se tu avrai potuto intuire la grandezza e il valore di un'anima e come è di poco conto ciò che si chiama successo terreno, queste righe non saranno vane; e forse tu stessa, un giorno, davanti a Dio sa quale prova, attingerai in questo esempio tanto vicino a te la forza e il coraggio di discernere da quale parte viene la luce.

 

Io vado a morire, bambina mia, e questa è una lunga agonia lucida e fredda. Fra due mesi sarò morto, poiché il ricorso di grazia dev'essere presentato a fine settembre. Farsi illusioni sull'esito? Ne ho oltrepassato il tempo. So che non può essere se non rifiutato.

 

L'intelletto mi lascerebbe credere che vi sia qualche ipotetica possibilità dell'ultima ora, ma la fede che mi inabita e la volontà che mi spinge a fare il dono della mia vita, in una pace che il mondo ignora, mi darebbero da sole la certezza sufficiente a non crederlo.

 

Nelle pagine che seguiranno, vorrei poter farti intuire, quanto più visibilmente possibile, la manifestazione della volontà divina che per vie impenetrabili conduce un'anima alla luce della vita, il concatenamento degli atti di cui non discerniamo gli agganci fino al giorno in cui tutto si compendia nella parola Amore.

 

Non ho alcun talento letterario, così cercherò di scriverti qualche riga ogni giorno. Vi riferirò che cosa ho fatto e quali possono essere le mie impressioni, i miei pensieri e anche i miei ricordi. In tal modo imparerai a conoscermi e a poco a poco il passato e il presente diverranno una cosa sola per approdare a quell'atto per il quale sono nato e che proviene da una grande misericordia.

 

Possa io giungere a trascrivere su questa carta tutto ciò che sento e a farti toccare con mano ciò che per me è sufficientemente chiaro, ma tanto difficile da analizzare e tradurre.

 

 

Jacques Fesch

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