Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione “Metterò il mio spirito in voi e voi vivrete”. La fede biblica è permeata di speranza certa che l'ultima parola della storia appartiene a Dio, e che non sarà di giudizio, ma di nuova creazione...
del 25 gennaio 2009
Ezechiele 37, 1-14 Aprirò le vostre tombe
Salmo 104(103), 24-34 Rinnovi la faccia della terra
Apocalisse 21, 1-5 Ora faccio nuova ogni cosa
Matteo 5, 1-12 Beati siete voi...
 
 
    “Metterò il mio spirito in voi e voi vivrete”. La fede biblica è permeata di speranza certa che l’ultima parola della storia appartiene a Dio, e che non sarà di giudizio, ma di nuova creazione. Come abbiamo visto riflettendo sulle meditazioni dei giorni scorsi, i cristiani vivono in mezzo ad un mondo segnato da ogni genere di divisioni e alienazioni. Eppure la posizione della chiesa rimane quella della speranza, radicata non in ciò che possono fare gli esseri umani, ma nella volontà e potenza di Dio di trasformare la frattura e la frammentazione in unità e integrità, e l’odio che procura morte in amore che dà vita.
 
    Il popolo coreano continua a subire le tragiche conseguenze della divisione nazionale, ma nonostante ciò, permane in esso la speranza. La speranza cristiana vive anche nella profonda sofferenza, perché è nata dall’amore misericordioso di Dio rivelato nella croce di Cristo. La nostra speranza risorge con Gesù dal sepolcro, mentre la morte e le forze della morte sono sopraffatte; essa si propaga con la missione dello Spirito Santo a Pentecoste, che rinnova la faccia della terra. Il Cristo risorto è l’inizio di una nuova autentica vita, e la sua resurrezione annuncia la fine del vecchio ordine e semina il seme della nuova creazione senza fine, dove tutto sarà riconciliato in Cristo e Dio Padre sarà tutto in tutti.
 
    “Ora faccio nuova ogni cosa”. La speranza cristiana comincia con il rinnovarsi della creazione, che porta a compimento l’intenzione originaria di Dio nell’atto del creare. Nel Libro dell’Apocalisse, al capitolo 21, Dio non dice “Ora faccio una cosa nuova”, ma: “Ora faccio ogni cosa nuova”. La speranza cristiana non implica una lunga attesa passiva della fine del mondo, ma il desiderio per questo rinnovamento, già cominciato nella resurrezione e nella pentecoste. Non è la speranza di un culmine apocalittico della storia, che faccia collassare il nostro mondo, ma piuttosto la speranza per un cambiamento radicale e fondamentale del mondo già conosciuto da noi. Il nuovo inizio di Dio mette fine al peccato, alla divisione e alla finitezza del mondo, trasfigurando la creazione, cosicché possa prendere parte alla gloria di Dio e condividerne l’eternità.
 
    Quando i cristiani si riuniscono per pregare per l’unità sono motivati e sostenuti da questa speranza. La forza della preghiera per l’unità è la forza che ci viene dal rinnovamento del mondo operato da Dio; la sua saggezza è quella dello Spirito Santo che soffia vita nuova alle ossa aride e le restituisce alla vita; la sua integrità è quella dell’aprirci completamente alla volontà di Dio, per essere trasformati in strumenti dell’unità che “Metterò il mio spirito in voi e voi vivrete”. La fede biblica è permeata di speranza certa che l’ultima parola della storia appartiene a Dio, e che non sarà di giudizio, ma di nuova creazione. Come abbiamo visto riflettendo sulle meditazioni dei giorni scorsi, i cristiani vivono in mezzo ad un mondo segnato da ogni genere di divisioni e alienazioni. Eppure la posizione della chiesa rimane quella della speranza, radicata non in ciò che possono fare gli esseri umani, ma nella volontà e potenza di Dio di trasformare la frattura e la frammentazione in unità e integrità, e l’odio che procura morte in amore che dà vita.
 
    Il popolo coreano continua a subire le tragiche conseguenze della divisione nazionale, ma nonostante ciò, permane in esso la speranza. La speranza cristiana vive anche nella profonda sofferenza, perché è nata dall’amore misericordioso di Dio rivelato nella croce di Cristo. La nostra speranza risorge con Gesù dal sepolcro, mentre la morte e le forze della morte sono sopraffatte; essa si propaga con la missione dello Spirito Santo a Pentecoste, che rinnova la faccia della terra. Il Cristo risorto è l’inizio di una nuova autentica vita, e la sua resurrezione annuncia la fine del vecchio ordine e semina il seme della nuova creazione senza fine, dove tutto sarà riconciliato in Cristo e Dio Padre sarà tutto in tutti.
 
    “Ora faccio nuova ogni cosa”. La speranza cristiana comincia con il rinnovarsi della creazione, che porta a compimento l’intenzione originaria di Dio nell’atto del creare. Nel Libro dell’Apocalisse, al capitolo 21, Dio non dice “Ora faccio una cosa nuova”, ma: “Ora faccio ogni cosa nuova”. La speranza cristiana non implica una lunga attesa passiva della fine del mondo, ma il desiderio per questo rinnovamento, già cominciato nella resurrezione e nella pentecoste. Non è la speranza di un culmine apocalittico della storia, che faccia collassare il nostro mondo, ma piuttosto la speranza per un cambiamento radicale e fondamentale del mondo già conosciuto da noi. Il nuovo inizio di Dio mette fine al peccato, alla divisione e alla finitezza del mondo, trasfigurando la creazione, cosicché possa prendere parte alla gloria di Dio e condividerne l’eternità.
 
    Quando i cristiani si riuniscono per pregare per l’unità sono motivati e sostenuti da questa speranza. La forza della preghiera per l’unità è la forza che ci viene dal rinnovamento del mondo operato da Dio; la sua saggezza è quella dello Spirito Santo che soffia vita nuova alle ossa aride e le restituisce alla vita; la sua integrità è quella dell’aprirci completamente alla volontà di Dio, per essere trasformati in strumenti dell’unità che Cristo vuole per i suoi discepoli.
 
 
Preghiera:
 
O Dio ricco di grazia,
Tu sei sempre con noi,
anche in mezzo alle sofferenze e alle fatiche,
e sarà così fino alla fine dei tempi.
Aiutaci ad essere un popolo profondamente permeato di speranza,
che viva le beatitudini
e serva l’unità che Tu desideri. Amen.
 
Diocesi di Bolzano
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