Basterebbe porre la nostra consistenza non in cosa facciamo, nelle circostanze che sempre fregano, ma nel profondo del nostro essere vivi. Le parole non fermano il tempo. E' solo abbracciandolo per quello che è, il compagno della nostra vita, che l'estate dentro noi non finisce, mai.
Le parole non fermano il tempo.
L’estate è finita, e non ce n’è stata neanche abbastanza per tutti. Le nubi basse e grigie che corrono fredde in cielo rendono meno difficile il ritorno alla solita vita, ma non meno forte il senso di ineluttabile perdita.
Perdita di che? Del futuro.
Oh, certo non di tutto il futuro. Di una sua parte, quella che bruciava dentro la nostra attesa, come brillano i regali attraverso la carta che li avvolge. Brillano di quello che non sappiamo, del presagio di qualcosa di buono che ci attende. Sono le certezze buone che ci rendono felici. Quello che adesso resta è solo una incertezza cattiva, un passeggiare tra nebbie autunnali umide e fitte. Senza quel brillio il futuro non è più qualcosa da attendere, ma un nemico che attende acquattato nell’ombra.
È un nemico che abbiamo immaginato e combattuto mille volte, che ritorna con volti sempre nuovi. Di solito vince lui, nella noia e nell’abitudine, nel nostro fuggire, nel nostro arrendersi.
Eppure sarebbe così semplice. Basterebbe porre la nostra consistenza non in cosa facciamo, nelle circostanze che sempre fregano, ma nel profondo del nostro essere vivi. Una vita che non ci siamo dati da noi, ma che ci accade come il regalo più grande. Anche sotto questa pioggia fredda, anche qui è tutto come deve essere.
Le parole non fermano il tempo. È solo abbracciandolo per quello che è, il compagno della nostra vita, che l’estate dentro noi non finisce, mai.
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)