“La fedeltà nell'amore, in tutte le sue manifestazioni, è essenziale per il percorso che hai intrapreso per seguire Gesù fino in fondo. Sii cosciente del fatto che questo dono lo vivi nella realtà della tua fragilità, aperto all'azione della grazia di Dio in te”.
del 06 ottobre 2007
Fa’ della tua vita un dono d’amore assoluto, riconoscendo che tutto è grazia. Da’ tutto. Datti del tutto. Consegnati: sii tu stesso l’offerta che poni sull’altare. Ricorda sempre che lui ti dice: «Mi compiace tutto ciò che fai per me, ma voglio te, voglio il tuo amore, voglio il tuo cuore, voglio te».
Vivi in una costante delicatezza spirituale; che la tua vita sia un «sì» inesauribile, definitivo. Cerca in tutto e per tutto la perfezione dell’ amore. Incamminati verso una vita nella quale sceglierai sempre ciò che comporta un maggiore amore a una gioia più grande, in una dedizione più piena. Questo è quanto deve definirti nella tua scelta di seguirlo per questo cammino nel quale lo Spirito ti sta invitando a entrare.
Non cercare il perfezionismo, ma l’amore. Vivi la vita in lui con gioia e con allegria, perché saprai in tutto e per tutto di essere amato dal Signore. In ogni giorno della tua vita il Signore ti farà capire che sei stato chiamato a una vocazione di preghiera e di evangelizzazione, se questa è la tua strada. Ma sempre nella chiesa. Vivrai la tua scelta come un autentico privilegio del suo amore.
Non potrai vivere né distratto né disperso, perché l’amore del Padre si aspetta da te una collaborazione illimitata. Ti terrai sempre disponibile, gioiosamente disponibile a dare testimonianza del tuo amore. Se lo vivi nella tua anima, ti sarà facile comunicarlo ai fratelli ai quali ti doni. Se sai di essere impegnato con la croce di Cristo, accetterai il dolore del Signore che si prolunga nel fratello che soffre o che si trova nel bisogno, e parteciperai così della croce che salva per amore. La coprirai con la tua tenerezza, rendendo così noto il suo amore con la tua testimonianza. Sii testimone della dolcezza di Maria con i suoi figli più poveri. Lei è la Madre che condivide la croce. Tu, durante il tuo cammino, avrai innumerevoli occasioni di vivere accanto alla croce e di aiutare a portarla.
Ascolterai la voce insistente di Gesù: «Prendi la mia croce e va’ dai poveri da povero, essendo uno di loro». Lui è il povero, e il suo invito è un invito alla croce, che gli appartiene, e a essere povero con lui. Così vedrai che, nello Spirito della verità, tutta la sofferenza è di Cristo, così come tutta la povertà.
Accetta di vivere in una povertà totale, povertà di cose e povertà di anima: avrai solo il giorno e la notte, ma né il giorno né la notte saranno per te, bensì per Dio e per i fratelli. Che la tua unica sicurezza sia la certezza dell’amore; a questo scopo, accetta di vivere sempre il presente con grande fiducia: non occorre altro. Ti basterà sapere che, se vuoi essere pienamente fedele nel seguire Gesù, devi tenerti disponibile alla volontà del Padre.
Vivi inabissato nell’incontro semplice e umile con la tua stessa realtà. Immergiti nella vita della gente semplice. Fatti carico del clamore dei poveri e rispondi con la disponibilità del dono di te stesso nella vita. È una conseguenza del tuo impegno con il vangelo di Gesù. È la tua risposta al tatuaggio divino che ha marchiato la tua anima. Tutto ciò è essenziale nel cammino. Segui la strada della vita con la convinzione che non ci possano essere in te comportamenti egoisti, come la tristezza, il vivere imperniato su te stesso o il tenere chiuse le porte del tuo cuore. La tua donazione al Signore dovrà esprimersi in generoso spirito di servizio e in fedeltà incondizionata a coloro che condividono il tuo cammino. La fedeltà nell’amore, in tutte le sue manifestazioni, è essenziale per il percorso che hai intrapreso per seguire Gesù fino in fondo.
Sii cosciente del fatto che questo dono lo vivi nella realtà della tua fragilità, aperto all’azione della grazia di Dio in te:
Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,9-10).
Jaume Boada
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