Leggendo i giornali ogni giorno, ascoltando le informazioni che a tutte le ore ci mettono a contatto con il mondo, guardando tanti programmi televisivi, mai come oggi ci accorgiamo di essere frastornati.
del 16 gennaio 2007
 
 
 
Leggendo i giornali ogni giorno, ascoltando le informazioni che a tutte le ore ci mettono a contatto con il mondo, guardando tanti programmi televisivi, mai come oggi ci accorgiamo di essere frastornati. Ti sembrava di avere quattro idee buone, poi ti mettono davanti dei casi pietosi che ti mettono in dubbio le tue verità. Perché non è bello che un prete si sposi? perché non abortire se nascerà un infelice? Perché star qui a litigare con la moglie se mi trovo benissimo con un’altra donna? Perché due che si vogliono bene non possono mettere su famiglia, senza tante storie? Perché non devo ridurre le spese licenziando come voglio intanto che sono in difficoltà? Perché non ritorcere con la violenza il male che abbiamo ricevuto?
Potrei continuare a mettere sul tavolo della vita i nostri problemi, i nostri bisogni, le nostre domande. Vorremmo ogni giorno ricostruire il mondo a seconda del problema che affrontiamo, del caso pietoso che ci si presenta. Vorremmo decidere col cuore, col sentimento, con la fantasia, cose belle, ma spesso unilaterali e incomplete.
Ci sentiamo un po’ confusi, anche perché tutti dicono la loro e vince chi ha maggior possibilità di costringerci ad ascoltare. Siamo sbandati nella mente; vorremmo poter sentire una parola di verità. Chiedono i ragazzi: c’è qualcuno che ha qualcosa di vero da vendere?
Gesù così ha sentito la sete della gente che lo seguiva: sentì compassione per loro. E loro lo seguivano anche perdendo il senso del tempo, dimenticandosi quasi di mangiare. E i discepoli dicono a Gesù: ti rendi conto che questi ci stanno addosso tutto il giorno? Dovranno ben pensare a se stessi. Hanno in testa che tu devi anche dar loro da mangiare. E’ troppo intrigante la scena e il discorso e quello che fa Gesù. Lui si sente per questa gente come Mosè nel deserto e si fa carico di tutta la loro vita. E’ il loro nuovo condottiero, la guida, la luce, la legge. Mosè ha dato da bere e da mangiare a un popolo affamato, perché non lo deve fare anche lui?
Gesù è la nostra guida, se ci sentiamo pecore senza pastore, alziamo lo sguardo a lui, tendiamo l’orecchio alle sue parole. Basteranno quelle a darci vita, a sfamarci. La vera fame per noi oggi non è proprio quella del cibo se passiamo un sacco di tempo preoccupati di non ingrassare. La vera fame è quella della verità e Gesù ce la offre nel suo vangelo.
Lui è sempre la nostra speranza di non restare confusi in questo mondo di predicatori e ingannatori.
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