A causa della pandemia, molti fidanzati in procinto di matrimonio hanno già rimandato al prossimo anno. Don Silvio: “Vi prego, non fate come loro, non rimandate i sogni, restate fedeli alla promessa. Vi aspetto sabato 4 luglio presso la Cappella Martin per un momento di preghiera dedicato a voi fidanzati".
A causa della pandemia, molti fidanzati in procinto di matrimonio hanno già rimandato al prossimo anno. Don Silvio: “Vi prego, non fate come loro, non rimandate i sogni, restate fedeli alla promessa. Vi aspetto sabato 4 luglio presso la Cappella Martin per un momento di preghiera dedicato a voi fidanzati".
di don Silvio Longobardi, tratto da puntofamiglia.net
Cari amici,
nell’immediata vigilia della Pentecoste avevamo previsto una liturgia notturna per coloro che si preparano a vivere la Celebrazione nuziale come un’alleanza sigillata con il fuoco dello Spirito. Quella liturgia rappresentava per voi il confine tra il tempo del fidanzamento e la preparazione immediata alle nozze. Era quello il momento per annunciare ad amici e familiari: “Tutto è pronto, venite alle nozze”. Avevamo previsto per tempo i vari appuntamenti… poi la pandemia, le paure, i dubbi, il disagio di una liturgia che non può essere celebrata come avremmo voluto. Tanti vostri amici hanno già rinunciato, dicono che non c’è fretta, si sposeranno l’anno prossimo.
Vi prego, non fate come loro, non rimandate i sogni, restate fedeli alla promessa. Capisco e condivido le ragioni del vostro malessere, anche per me è una sofferenza celebrare un passaggio così importante della vita secondo modalità che sembrano mortificare la festa e soffocare la gioia. Avete ragione, una tappa così decisiva del vostro cammino di fede dovrebbe essere vissuta in ben altre condizioni. E tuttavia, la fede offre uno sguardo diverso sulla realtà ed evita di confondere la rumorosa allegria della festa mondana con la gioia cristiana che nasce unicamente dalla certezza di obbedire a Dio. Gli elementi a cui dovete rinunciare non sono certamente essenziali e non intaccano la realtà del matrimonio. Anzi.
Confermare le nozze significa invece manifestare il primato dell’amore. Se avete deciso le nozze, vuol dire che avete maturato la consapevolezza di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Non bastano gli incontri rubati ai rispettivi impegni, percepite la necessità di vivere una piena condivisione, che abbraccia ogni aspetto della vita. Se tutto questo è vero, le difficoltà esterne non hanno la forza di intaccare questa decisione.
Confermare le nozze significa anche esaltare la fede. La celebrazione liturgica viene riportata alla sua stringata essenzialità, non solo non perde nulla ma proprio quelle restrizioni obbliganti permettono di dare maggiore risalto al Mistero. Tante volte, diciamolo francamente, specie negli ultimi anni, la celebrazione nuziale diventa una coreografia di suoni, voci e colori in cui la fede assume il ruolo di Cenerentola. La chiesa diventa la cornice suggestiva di un rito in cui Dio non svolge più il ruolo di unico protagonista; l’abito della sposa, scelto con scrupolosa cura, attira gli sguardi di tutti ma non credo che faccia pensare alla luminosa veste nuziale che Dio vuole donare alla coppia. Abbiamo assolutamente bisogno di ritrovare il nucleo sorgivo dell’esperienza di fede. Abbiamo bisogno di ripartire da Dio.
Nelle prime battute del Vangelo di Giovanni troviamo una pagina bellissima (Gv1,35-39). Andrea e Giovanni sono stati invitati a seguire Gesù. E loro vanno senza batter ciglio. Ad un certo punto, il Rabbì di Nazaret si volta e pone una domanda: “Che cosa cercate?”. È questo il punto di partenza. È questa la domanda che ancora oggi il Signore rivolge a tutti quelli che lo seguono. È la domanda che oggi è rivolta a voi, cari giovani che vi preparate alle nozze. Cercate la festa o la fede, l’allegria o la gioia, lo stare insieme o la comunione? Ci sono momenti in cui è possibile coniugare questi elementi, senza perdere il senso delle priorità; e altri in cui dobbiamo scegliere da che parte stare, con chi stare.
A conti fatti, mettendo sul piatto della bilancia le opposte ragioni, possiamo arrivare alla conclusione che i motivi che chiedono di confermare la scelta e la data del patto nuziale sono ben più gravi e decisivi di quelli che fanno propendere per il differimento della data. Non mancherà la festa, non mancheranno gli amici e, soprattutto, non mancherà Gesù, lo Sposo della Chiesa, che stringe le vostre mani alla sua e vi rende partecipi del Suo patto nuziale, testimoni della Sua fedeltà. Se ci credete, questa è la fede nella sua essenzialità.
Aggiungo un’ultima osservazione, non marginale. Oggi siamo abituati a misurare il flusso delle opinioni con i sondaggi. L’esperienza degli anni mi insegna che, di questi tempi, in un eventuale sondaggio è assai difficile che le ragioni di Dio abbiano la maggioranza. Se dunque la maggioranza sembra favorevole a rimandare le nozze, avete buoni motivi per stare dalla parte opposta. Essere in minoranza non piace a nessuno ma, siatene certi, è l’unico modo per stare dalla parte di Dio. Blaise Pascal direbbe che si tratta di un buon criterio matematico per assumere le decisioni più serie della vita. Ed è quello che vi auguro di fare.
Un caro saluto a tutti.
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