Maria, che era madre, certamente custodiva nel suo cuore l'essere stata figlia amata in modo speciale da Dio, obbediente alla sua volontà e alla sua Parola. Il “sì” di Maria è la misura speciale di tutti i nostri “sì” al Signore.
del 23 maggio 2010
 
 
Non ci sono raccomandazioni e conoscenze che contino nel Vangelo, neanche le parentele! Non basta andare a messa ogni Domenica per mettersi la coscienza a posto, né avere fatto pellegrinaggi e processioni di ogni tipo per ottenere il Paradiso!
 
 
 
Nel «Padre nostro» chiediamo che si faccia la Sua volontà e non la nostra, non da inermi e sottomessi, ma da figli amati e benedetti. Maria, che era madre, certamente custodiva nel suo cuore l’essere stata figlia amata in modo speciale da Dio, obbediente alla sua volontà e alla sua Parola. Il “sì” di Maria è la misura speciale di tutti i nostri “sì” al Signore.
 
La Sua adesione al progetto di Dio diventa modello del nostro essere partecipi del piano divino in questo mondo. Maria è stata «figlia del suo figlio» e noi saremo rigenerati nella  misericordia, se vivremo il quotidiano nella lode all’Altissimo e nel servizio ai fratelli guardando a Lei. Non ci sono parole che bastino quando si parla della Madonna, possiamo solo avvicinarci un po’ e comunque andare come a tentoni. Ciò non vuol dire che Maria è lontana e distante dai suoi figli, anzi Ella è vicina come donna, madre, discepola che ha accolto con coraggio e umiltà il grande dono dello Spirito Santo.
 
          L’atteggiamento di chi guarda a Lei deve essere di chi cerca la casa della propria mamma, una devozione filiale sotto la cui dolce disciplina si va modellando il cuore di ciascuno per fondare la propria vita sul progetto di Dio nella storia. È una storia di abbandono che vale anche per noi e che si rinnova momento per momento quando puntiamo tutto sull’amore verso Lui e il prossimo. Maria ci insegna l’umile adesione alla Parola di Gesù,  che vale più di ogni altra cosa. I pittori l’hanno raffigurata in svariati modi, i poeti l’hanno chiamata con innumerevoli epiteti, le litanie potrebbero essere infinite. Teniamo sempre presente che guardare Maria vuol dire guardare Gesù; parlare di Maria vuol dire parlare di Gesù; pregare Maria vuol dire pregare Gesù. Nessuna madre distoglierebbe lo sguardo dal figlio sofferente o dal figlio che è nella gloria, così attraverso Lei giungiamo a Gesù.
Marco Pappalardo
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