Il Papa ha ricordato che Gaud√≠ "si nutriva come uomo, come credente e come architetto: con il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia". Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, è stata innalzato un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri...
del 24 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
 Gaudí arriva a Roma
          Più di cinquemila persone hanno gremito lo scorso 6 novembre le bellissime navate della basilica della Sagrada Familia di Barcellona per commemorare con una celebrazione eucaristica il primo anniversario della sua solenne dedicazione, presieduta da Benedetto XVI il 7 novembre 2010.          In quel momento culminante della cerimonia - dopo aver ascoltato la lettura della lettera del Papa rivolta al cardinale-arcivescovo nel suo giubileo sacerdotale e il messaggio del cardinale segretario di Stato, a nome del Pontefice, a tutta la comunità diocesana - i partecipanti hanno visto apparire sugli schermi televisivi installati in tutta la basilica la figura di Benedetto XVI. E hanno potuto ascoltare dalle sue labbra le parole che aveva pronunciato quella mattina stessa durante la recita dell'Angelus.          Il Papa aveva detto: 'Ricordo che un anno fa, a Barcellona, ho avuto la gioia di dedicare la basilica della Sagrada Familia, ammirevole sintesi di tecnica, bellezza e fede, ideata dal servo di Dio Antoni Gaudí, geniale architetto'.          La comunità riunita quel pomeriggio nella Sagrada Familia ha accolto il messaggio e le parole del Papa con un lungo applauso. In quel momento tutti abbiamo potuto rivivere il clima gioioso di quell'altra domenica, il 7 novembre 2010, quando Benedetto XVI era fra noi per dedicare il tempio della Sagrada Familia, al quale ha concesso il titolo di basilica minore con la bolla Templum Dei et Christifidelium communitatis, datata e suggellata con l'Anello del Pescatore quello stesso giorno nella città di Barcellona. Nell'ascoltare le parole del Papa, mi sono ritornate in mente quelle che aveva pronunciato nella sede dell'arcivescovado di Barcellona, all'ora di pranzo, nel giorno della dedicazione della basilica: 'Della celebrazione di questa mattina conserverò un ricordo indelebile'. ? stata per noi una grande emozione sentirci dire nuovamente che la sua giornata barcellonese aveva suscitato grande gioia nel suo cuore di padre. Anche noi conserviamo un ricordo commosso e grato della visita del Papa a Barcellona, quel 6 e 7 novembre. Ci siamo sentiti - allora come adesso - profondamente amati dal Papa e chiamati a rivitalizzare la nostra fede cattolica e a stringere i vincoli di comunione con il successore di Pietro.           Sono i fatti e i sentimenti che desideriamo esprimere con l'iniziativa della mostra 'Gaudí e la Sagrada Familia a Barcellona. Arte. Scienza e spiritualità' che si inaugurerà il 24 novembre nel Braccio di Carlo Magno, accanto a piazza San Pietro, e che si potrà visitare fino al 15 gennaio del prossimo anno. Grande è stata la nostra gioia nel poter portare nella Città Eterna l'opera di un architetto geniale e di un cristiano esemplare, il cui processo di beatificazione è già stato avviato. Antoni Gaudí, il creatore della basilica della Sagrada Familia, è un catalano ogni giorno sempre più universale.          Questa mostra a Roma vuole essere soprattutto un atto di ringraziamento al Papa per i motivi appena esposti e anche al Pontificio Consiglio della Cultura e al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, per l'interesse e la sensibilità dimostrati verso la basilica della Sagrada Familia e verso la figura del suo geniale architetto, senza dimenticare le due iniziative promosse da questi dicasteri che si terranno il prossimo anno a Barcellona: la sessione del 'Cortile dei gentili' e simultaneamente la realizzazione della 'Missione Metropolis' a Barcellona e in altre undici grandi città europee.           La mostra è suddivisa in cinque sezioni al fine di inquadrare dal punto di vista storico e artistico la figura di Gaudí e la sua opera. La prima sezione presenta così la vita e l'opera dell'architetto e il processo edilizio seguito nella basilica fin dal suo inizio, nel 1882. La seconda sezione propone uno sguardo d'insieme sulle opere di Gaudí: per comprendere il tempio della Sagrada Familia bisogna infatti conoscere anche gli altri edifici ideati da questo architetto; in essi ritroviamo gli elementi formali, cromatici e simbolici applicati in seguito alla sua opera emblematica.          Un'altra sezione sarà quella dedicata a scienza e tecnologia. Gaudí è molto più che l'autore di forme originali ed esuberanti. La sua architettura ha un fondamento razionale e i suoi calcoli una base scientifica. Si è potuto constatare tutto ciò con l'aiuto dell'informatica. Nella sezione dedicata alla spiritualità si mette invece in evidenza il fatto che tutti gli elementi architettonici e ornamentali presenti nella basilica della Sagrada Familia, al di là della loro funzionalità, fanno riferimento al messaggio cristiano. La mostra terminerà con una proiezione audiovisiva che racchiude i momenti più significativi della cerimonia di dedicazione del tempio da parte di Benedetto XVI, e ripercorre l'architettura interna ed esterna della basilica.            L'arcidiocesi di Barcellona e la Catalogna sono orgogliose di poter presentare a Roma una parte importante della loro cultura millenaria fondata sulle loro radici cristiane e che reca frutti di arte e di spiritualità, Benedetto XVI, nell'omelia della dedicazione della basilica, si è chiesto: 'Cosa significa dedicare questa chiesa?'.           E ha risposto: 'Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un'immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell'intelligenza umana, costruttrice di quest'opera d'arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l'assoluto della luce e di colui che è la Luce, l'Altezza e la Bellezza medesime'.          La presenza della basilica al centro della nostra città di Barcellona, visibile da ogni suo punto, ha un significato profondo e benefico in un'epoca in cui l'uomo pretende di edificare la propria vita voltando le spalle a Dio, come se Dio non esistesse. È la presenza della trascendenza in mezzo alla vita secolare della città. Per questo il Papa, in quella omelia, ci ha detto che Gaudí 'aprendo in questo modo il suo spirito a Dio, è stato capace di creare in questa città uno spazio di bellezza, di fede e di speranza, che conduce l'uomo all'incontro con colui che è la verità e la bellezza stessa'.          Gaudí per la sua arte cercava ispirazione in Oriente e soprattutto in Grecia ed era un grande ammiratore della cultura mediterranea, soprattutto della sua luce. Per questo crediamo che una rinnovata comprensione della sua opera accomuni tutti noi popoli delle rive del Mediterraneo. Speriamo che questa mostra riesca a trasmettere nel cuore della cattolicità un messaggio in cui si uniscono arte, scienza e spiritualità, a partire da quei tre libri dei quali, come ci ha magistralmente ricordato il Papa a Barcellona, Gaudí 'si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia. Così unì la realtà del mondo e la storia della salvezza, come ci è narrata nella Bibbia e resa presente nella Liturgia'.          Gaudí diceva che nel tempio della Sagrada Familia tutto è provvidenziale. Oggi, di fronte all'urgenza dell'evangelizzazione, a Barcellona disponiamo di un monumento religioso bellissimo, originalissimo e ricchissimo di simbologia biblica, ecclesiologia, catechetica e liturgica, che costituisce un eccellente strumento per evangelizzare gli uomini e le donne del nostro tempo. Radici matematiche di un genioA colloquio con il curatore della mostra           'Il talento di un genio, la fede e la tenacia di un popolo e l'ammirazione di milioni di persone - si legge nella brochure di presentazione della mostra 'Gaudí e la Sagrada Família de Barcelona. Arte, scienza e spiritualità' - hanno trasformato un progetto visionario concepito nel XIX secolo e considerato allora un'utopia in realtà'. Abbiamo chiesto al curatore, l'architetto Daniel Giralt-Miracle, di parlarci del tempio espiatorio di Barcellona, nato - come il Sacré Coeur di Parigi - per 'fare acqua pura con l'acqua sporca, acqua giovane con l'acqua vecchia (...) anime chiare con anime torbide' (Charles Péguy).Quando ha incontrato Gaudí?          La mia vita è stata segnata dalla sua presenza. La mia scuola era vicina a Parco Güell, un posto dove da bambini andavamo a giocare. Lo studio di mio padre si trovava poco distante da Casa Vicens; il mio dottore si trovava vicino alla Pedrera e il medico di mia madre era non lontano dalla Batlló. È stato naturale poi, durante gli anni universitari, approfondire la sua opera sotto l'aspetto artistico e tecnico. L'artista catalano non è solo uno 'spirito bizzarro' dallo stile stravagante; come sottolinea la mostra. La bellezza delle sue opere ha fondamenti matematici precisi.          Ciò che colpisce, a prima vista, dell'opera di Gaudí è il dato estetico, ma per apprendere al meglio la sua arte è necessario scoprirne le radici. Facendo ciò si scopre che la sua opera non è affatto 'ingenua'. Applicò alle sue architetture la matematica, il calcolo e la geometria, visibili negli archi parabolici, nelle figure geometriche a doppia curvatura (coniche, paraboloidi e iperboloidi). Non si deve dimenticare che tutta l'esuberanza delle forme architettoniche ha sempre un fondamento razionale e risponde a una base scientifica.Come procede il work in progress delle parti ancora in costruzione della basilica?          Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha portato a una migliore conoscenza della definizione del progetto, ciò ha permesso di accelerare i lavori. Tutto questo, inoltre, è stato reso possibile grazie anche al supporto proveniente da un numero sempre crescente di pellegrini che ogni anno la visitano. Dalla dedicazione del Papa - il 7 novembre del 2010 - abbiamo registrato un crescendo di visitatori. Questi dati positivi fanno ipotizzare una fine dei lavori ravvicinata; secondo l'équipe tecnica, intorno al 2026 (anno del centenario della morte di Gaudí) o al 2030.A che punto è la disputa sull'opportunità di far passare un treno ad alta velocità sotto la basilica?           Si è ritenuto di insistere soprattutto sulla necessità di realizzare questa opera pubblica considerata necessaria per facilitare i collegamenti tra la Spagna e il resto d'Europa. Non si sono invece tenute in considerazione le posizioni della Chiesa e dell'opinione pubblica. Va detto però che, per la realizzazione dell'opera, sono state garantite tutte le misure di sicurezza.Quale itinerario consiglierebbe a una persona che volesse avvicinarsi all'arte di Gaudí?         Consiglierei di iniziare dalla visita dell'architettura civile, proseguendo poi con Parco Güell, dove si stabilisce un vero e proprio dialogo tra natura e architettura. Per concludere con la Sagrada Família che è la sintesi del linguaggio artistico e tecnico della sua opera.Qual è l'opera dell'artista catalano che ama di più?            La cripta della Colonia Güell che si trova in un piccolo villaggio a venti chilometri da Barcellona: Santa Coloma de Cervelló. Penso che questa cripta sia potenzialmente l'anticipazione del sistema costruttivo della Sagrada Familia. E penso pure che la cripta contenga in se stessa il senso dell'arte di Gaudí, anche se ancora con un linguaggio artistico primitivo. Lluis Martinez Sistach, Silvia Gaudi
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