Sicuramente molti di loro utilizzano contemporaneamente più servizi on line (il 47%), o navigano facendo altre cose: da operazioni legate all'utilizzo del computer, fino a parlare al telefono o guardare la televisione. Sono pochi infatti quei ragazzi che si concentrano su una sola attività (il 13%) e in genere accade per motivi di studio. In particolare, quando si tratta di ricercare e valutare informazioni e non di dedicarsi alla pratica del copia-incolla, familiare a un buon 48% dei giovani utenti.
del 22 dicembre 2008
Il web e gli altri media.
 
Certo tv, carta stampata, radio, libri hanno il loro posto tra gli usi e i consumi dei giovani italiani, ma vanno perdendo quota: dalla ricerca, partita attraverso dei questionari on line e incentrata sul rapporto con i vari media, emerge che tre ragazzi su dieci leggono il quotidiano regolarmente, mentre solo il 12% legge pi√π di venti libri in un anno. E se la tv, da quanto risulta, non perde il primato quando si tratta di informarsi sulle ultime notizie (la sceglie il 54%), Internet, a confronto, diventa media privilegiato per svolgere ricerche di studio o lavoro (90%); per approfondire argomenti (78%); per svagarsi e rilassarsi (44%); ampliare le proprie vedute (46%, mentre la tv, da questo punto di vista, gode di scarsissima stima, pari a un 6%) e pure passare il tempo divertendosi (52%).
 
A conferma del fatto che questa generazione ha cominciato ad avvicinarsi alla rete come a un gioco, prima ancora che utilizzarla come strumento di ricerca e dunque non è poi così sorprendente che in media i ragazzi, collegati nel 97% dei casi da casa e con abbonamenti Adsl, ci passino tre ore al giorno. Come dire che non solo manuali e biblioteche sembrano destinati alla soffitta, ma forse anche il biliardino e il Risiko. Salvo, eventualmente, le versioni on line.
 
'Cattive notizie per i media consolidati - commenta Roberto Weber presidente Swg - ma il problema è non essersi adeguati alla domanda dell'universo giovanile. I giornali e la tv, dominati dalla generazione del '68, presentano carenze drammatiche per ciò che riguarda i registri e i codici della comunicazione. Una rigidità - spiega Weber - estranea al mondo di Internet, pluralistico e assolutamente interattivo'. Quanto basta perché i giovani preferiscano navigare.
 
A spasso nel web.
 
Ma volendo entrare nel dettaglio: che combinano questi ragazzi in rete? Come navigano?
 
Sicuramente molti di loro utilizzano contemporaneamente più servizi on line (il 47%), o navigano facendo altre cose: da operazioni legate all'utilizzo del computer, fino a parlare al telefono o guardare la televisione. Sono pochi infatti quei ragazzi che si concentrano su una sola attività (il 13%) e in genere accade per motivi di studio. In particolare, quando si tratta di ricercare e valutare informazioni e non di dedicarsi alla pratica del copia-incolla, familiare a un buon 48% dei giovani utenti.
Studio a parte, svago e socializzazione sono le attrazioni forti. Nella fattispecie si va dall'uso prevalente dell'istant messenging (preferito dal 20% in quanto corrispettivo online dell'SMS), all'e-mail, alla chat; fino al download di musica, software e video (solo un quarto dei ragazzi interpellati afferma di rispettare le leggi sulla proprietà intellettuale). Non a caso i teenager, nei siti in cui navigano, cercano principalmente musica (69%): più che la radio, ascoltata soprattutto dai ragazzi più grandi e dalle ragazze (il 9% in totale), i mezzi preferiti per l'ascolto musicale sono i cd e gli mp3 (scelti dal 39% dei giovani). Alla fine il bilancio è: meno di 1 cd al mese a fronte di una media di 21 brani scaricati da Internet.
 
 
Dopo la musica, nella classifica delle finalità di navigazione, si trovano le notizie relative al mondo della scuola e della formazione (58%, percentuale che tra le ragazze raggiunge il 70%). E a seguire: news relative al cinema e allo spettacolo, sport, vacanze, attualità, moda e, sebbene apparentemente residuale, anche un 10% di motivazioni agganciate alla 'pornografia' ; un valore questo mascherato, probabilmente, dalla reticenza.
 
Dalla chat al pub: i rischi.
 
Ora, se accanto a questi elementi la voglia di socializzazione su Internet è per il 22% dei ragazzi 'il motivo' per navigare, ecco che comunicare on line, attraverso chat, forum e - in certa misura - blog , non solo è un modo per superare le proprie timidezze (per il 65% degli intervistati), ma anche per fare nuovi incontri, dentro e fuori dal web. La rete serve a creare il primo contatto, poi il resto si muove sui binari tradizionali: il colloquio di persona, gli sms, il telefono. Così ben il 58% degli intervistati afferma di aver incontrato di persona soggetti conosciuti on line, percentuale che parte dal 46% dei ragazzi più piccoli (14-16 anni) fino a raggiungere il 75% tra i ragazzi più grandi (20-21 anni). Ma con quali rischi? 'Il numero di adolescenti che dichiara di aver avuto brutte esperienze con persone conosciute in rete, moleste, invadenti, volgari, è molto elevato - spiega Serena Saltarelli ricercatrice SWG - siamo su una media del 44%, quasi la metà'. 'Certamente c'è da dire che nella maggior parte dei casi - aggiunge la ricercatrice - almeno a detta dei ragazzi, non si è trattato di episodi gravi, ovvero di situazioni che hanno generato un vero e proprio allarme negli interessati, ma resta il caso che ben il 22% dei ragazzi si è sentito in pericolo'.
 
I controlli.
 
È chiaro che questo costituisce motivo di preoccupazione per gli adulti e - meglio - per i genitori che finora risultano piuttosto latitanti nell'accompagnare i figli all'uso della rete. Un dato? Il 72% dei ragazzi dichiara di aver navigato dall'inizio con la massima libertà. Nessun controllo, e non per eccesso di liberalità, ma - a proposito di generazioni e mezzi - per difetto di confidenza con modem, connessioni e www. Ciò nonostante, il quadro va mutando. Un segnale importante - in tal senso - lo dà un altro dato dell'indagine: la percentuale di ragazzi cui è sempre stato permesso di navigare con la massima libertà diminuisce, drasticamente, con l'età: passa dall'82% dei ragazzi più grandi al 62% di quelli più piccoli. Qualche progresso, insomma, nella presa di coscienza e nel rapporto col web i genitori lo fanno; non andranno 'avanti tutta' come i figli, ma cominciano a seguire la rotta.
 
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