Gerusalemme, anno 33

Una vicenda misteriosa dai contorni offuscati, che sta procurando non pochi grattacapi alle autorità civili e religiose della Giudea, certamente farà parlare ancora per molto, molto tempo...

Gerusalemme, anno 33

da Attualità

del 03 aprile 2010

Gerusalemme, anno 33

 

Sembra non avere fine la vicenda che in questi giorni sta facendo chiacchierare ben oltre i confini della Giudea. Dopo un processo unico nel suo genere, nel quale sono state interpellate le autorità civili e religiose nelle più alte cariche, l’imputato che corrisponde al nome di Gesù, l’originale “profeta” di Nazareth, è stato condannato all’infame supplizio della crocifissione, pratica molto diffusa in tutto l’Impero Romano. L’imputato si è valso della facoltà di non rispondere di fronte alle varie e bizzarre accuse, tra le quali l’auto-proclamazione a “Figlio di Dio” e “Re dei Giudei”. L’evento è stato accompagnato da un eccezionale ed improvviso oscuramento del cielo in pieno giorno e una violenta scossa di terremoto di magnitudo 8.8 scala Richter, la quale ha portato anche gravi danni ai drappeggi del Tempio.

 

Tutto comunque sembrava risolto e il caso chiuso, se non fosse che alcune donne, recatesi successivamente nel luogo della sbrigativa sepoltura (erano i giorni della Pasqua ndr), hanno rilasciato diverse dichiarazioni sconcertanti. “La pietra era spostata, il sepolcro vuoto!” ha dichiarato una di loro, sconvolta. Asseriscono inoltre di aver incontrato il giustiziato risorto e di aver comunicato con angeli, per questo sono state trattenute per accertamenti: nessuna sostanza illecita è stata trovata in loro possesso se non aromi, oli profumati e una mistura di mirra e di aloè, che sarebbero serviti per ungere la salma, secondo i costumi ebraici. Nella zona sono tuttora in corso indagini e la ricerca di eventuali tracce da parte degli investigatori per tentare di ricostruire l’intera vicenda e giungere a formulare qualche ipotesi plausibile. Fino ad ora, oltre i bendaggi, non è stato possibile reperire null’altro.

 

Si potrebbe ipotizzare un anomalo caso di profanazione di tombe, ma il sig. Giuseppe di Arimatea, proprietario del sepolcro, avvisa che l’ipotesi è da escludere ricordando che la Legge di Mosè dichiara impura ogni cosa e persona che entra in contatto con un cadavere. “Siamo attorno ad una delle festività più importanti per gli Ebrei, i giorni della Parasceve” – ha spiegato ai magistrati, stamane - “chi si renderebbe tanto impuro da non poter prendere parte ai festeggiamenti nel Tempio?” Sono intanto cominciate perquisizioni e controlli a tappeto per tutta la città, considerando l’eventuale implicanza di qualche millantatore pagano, presumibilmente ancora nei dintorni; tesi tuttavia considerata con perplessità poiché la tomba è stata diligentemente picchettata per l’intera notte da personale scelto dell’esercito romano. Le guardie sono state sottoposte ad interrogatori, risultano ora indagati per corruzione: avrebbero infatti ricevuto una buona somma di denaro da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani per dichiarare il furto della salma da parte dei sostenitori del “profeta”, riconosciuti con il nome di “apostoli”. Intanto cresce il numero di coloro i quali dichiarano con sicurezza di aver riconosciuto il “defunto” camminare (addirittura mangiare!).

 

Insomma, una vicenda misteriosa dai contorni offuscati, che sta procurando non pochi grattacapi alle autorità civili e religiose della Giudea, certamente farà parlare ancora per molto, molto tempo…

 

Un testimone oculare

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