“Gesù, dove vivi? Non hai uno straccio di casa?”. “Venite e vedete.”

Lectio Divina del Vescovo Domenico Sigalini ai Giovani. Questa può essere la nostra storia, che tento di riassumervi nello storia di Levi... Che fatica decidersi nella vita. Che faccio? Dove vado? Che studio? Ci sarà uno sbocco positivo a questa strada? Non è che mi metto a studiare per avere una laurea e poi mi ritrovo a stare in stand by tutta la vita? Mi sposo?

“Gesù, dove vivi? Non hai uno straccio di casa?”. “Venite e vedete.”

da Teologo Borèl

del 02 novembre 2008

Mc 2, 13-17

Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori? ”. Avendo udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”.

 

 

Questo brano di vangelo si trova tra la guarigione del paralitico e le varie dispute con i farisei, di cui qui comincia la prima. L’obiettivo del racconto che veniva ricordato nelle prime comunità cristiane è di riportare alla memoria e alla riflessione la volontà netta di Gesù di rompere l’accerchiamento delle sacrestie del tempio per aprire Israele e la nuova realtà della chiesa a tutto il mondo.

Gesù è venuto solo per noi, ebrei, gente che va in chiesa tutti i giorni, che vive in parrocchia, che bazzica tra i preti o è venuto per tutti? Noi siamo spesso filtro a gente che vorrebbe incontrare Gesù, non gli permettiamo di essere accolto e ascoltato da tutti con le nostre chiusure e le nostre strumentalizzazioni di Gesù. Si costruisce come un muro, anziché un ponte. Il brano di vangelo è un superamento fondamentale della frontiera fra giudei e pagani, giusti e peccatori. Nella fede in Gesù tutti sono chiamati alla nuova libertà.

 

uscì lungo il mare il verbo uscire è tipico di Gesù. Lui esce sempre, la sua vita è un continuo esodo. Non sta comodo, non aspetta, non si adatta, ma esce.

 

Vide E’ la prima persona del vangelo di cui si dice che Gesù la guarda. Lo spazio vitale di ognuno di noi è lo sguardo dell’altro. Spesso non ti guarda nessuno. Stai male se nessuno ti guarda. Vuoi farti vedere, vuoi che altri si accorgano di te, tanto che molte volte anche il nostro modo di vestire è un segnale per vedere se qualcuno si accorge di te. Essere guardati è avere vicino il cuore di qualcun altro. Qui Levi ha vicino il cuore di Gesù, che è un prolungamento dello sguardo di Dio, il Dio che vide ogni cosa buona quando creò il cielo e la terra, quel Dio che tutto vede e tutto ama, quel Dio che in Gesù con il suo sguardo umanissimo, ritesse i contatti con l’uomo, con me, con te, sempre in fuga

 

Levi. Non si è sicuri che sia Matteo, come invece viene così chiamato dallo stesso Marco, quando al capitolo 3 fa l’elenco degli apostoli.

 

Seduto. Levi è uno seduto, uno che sta, che non si muove, è come il paralitico del fatto appena raccontato ai versetti precedenti. Là c’era il paralitico che non si poteva muovere. Fissato nel suo male, là c’erano seduti gli scribi e i farisei che criticavano Gesù. Qui ci siamo noi forse sempre seduti, statici, adattati, senza grinta, senza speranza, intenti a giocare a playstation o a vivere di virtuale, di televisioni, di fiction

 

banco delle imposte: è lo spazio di un mestiere di collaborazionista con l'occupazione romana, quindi inviso alla gente e irreligioso rispetto al modello di stato ieratico che esisteva in Israele. Era un mestiere facilmente orientato a soprusi e ingiustizie;

 

seguimi: l'imperativo che risuona nella vita di tutti i discepoli. Vienimi dietro, vieni con me, molla tutto e sta con me; ti indico io la strada della vita; la tua ricerca ha un approdo sicuro. E’ una parola creatrice che restituisce Levi a se stesso, restituisce ciascuno di noi alla nostra responsabilità. Perché chiama? Che possibilità ha? che titoli gli danno questa possibilità? Lui è la via, la verità e la vita. Questo imperativo deciso e perentorio indica come il seguire Gesù non è una iniziativa nostra, non è un cammino dell’uomo, ma di Dio tra gli uomini, di Dio che ci guarda e chiama, è una risposta a un invito di Gesù. Seguire Gesù è vivere secondo i suoi criteri, è smettere di andare per strade di morte e avere sempre davanti Lui. Sapere che Lui è una guida sicura, in Lui troviamo le risposte alle domande profonde dell’esistenza sulla felicità, sul futuro, sul senso della vita.

 

Questo invito: seguimi è stato proposto a tutti gli apostoli (cfr Gv 1, 35 ss). A questa proposta hanno voluto sapere “Dove abiti”? C’hai uno straccio di casa o sei come Giovanni il Battista, che vive tra i sassi? C’è un posto in cui possiamo dirti tutto quello che ci bolle nell’anima? E Lui: “Venite e vedrete, non c’è niente che non possiate condividere della mia vita. Tutto quello che sono è per voi. Non ho segreti, non ho tecniche da nascondere, non ho comodità o calcoli da tenere. Se accettate la mia compagnia, dovrete lasciare le vostre cuffie e i vostri cellulari, le vostre playstation e i vostri CD, le vostre raccolte di MP3, di sonerie e i vostri Ipod, le vostre fasciature e le vostre difese…

 

alzatosi, è il verbo stesso che indica la risurrezione (anastas, anastasi); è la situazione di una vita dell'uomo piegato in due dal peccato, dalla disgrazia o dalla disperazione, senza dignità. Uomini piegati in due dalla vita ce ne sono tanti nel vangelo: sono gli storpi, i lebbrosi, i paralizzati, ma soprattutto quell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico (cfr Lc !0, 30 ss). Questo banchiere chiamato da Gesù, si erge nella sua pienezza, nella pienezza di vita, che il fascino di Gesù gli fa intuire. Siamo gente in piedi o seduta? Siamo capaci di camminare eretti o siamo piegati in due dalle nostre miserie, i nostri peccati, le nostre difficoltà o malizie o paranoie?

 

Lo seguì. Nel brano parallelo di Luca (5, 27-32) si dice che Levi ha abbandonato tutto e lo ha seguito. Seguire Gesù non è tenere il piede in due scarpe, ma deciderci per Lui, così risuonano tutte le risposte alla chiamata di Gesù. Decidendo di seguire Gesù, non dovrà più stare seduto, piegarsi su di sé, ma stare in piedi nella sua dignità riconquistata, regalata e uscire sempre come Gesù.

 

Stava a mensa. Il mangiare, il banchetto è un simbolo molto preciso del regno di Dio. Per Levi e la sua cricca di imbroglioni sta per iniziare una vita nuova. Il verbo all’imperfetto indica che non è solo un episodio di quel momento, ma l’atteggiamento continuato di Gesù, la sua abitudine, una dimensione della vita

 

Con i pubblicani e peccatori: traditori della patria, della gente, delle proprie origini e della religione, di quel Dio che li ha scelti, idolatri. Questa gente viene coinvolta da Gesù in una nuova impostazione di vita. Non sono lasciati a se stessi. Gesù osa forzare quella loro libertà che si è incancrenita nel male; non si adatta a questa loro vita piatta, chiusa, autocentrata e osa fare proposte. Noi spesso quando siamo invitati a offrire il vangelo a tutti, a fare missione, decidiamo noi a chi offrire la possibilità di conoscere Gesù. Quei miei compagni lì? Non capiscono niente! quei ragazzi delinquenti e drogati? Per carità non

perdiamo tempo! Quel mio compagno di lavoro? Ha sempre in mente solo sesso e poi adesso si è messo in un giro!

Sono i ragionamenti di chi giudica invece che offrire speranza. Gesù ha sempre osato con tutti offrire possibilità di riscatto, perdono, salvezza.

 

scribi della setta dei farisei; sono uomini di cultura, stretti osservanti della Torah, ligi, esigenti, una sorta di talebanesimo intellettuale, teologi, si direbbe oggi, teologi dell'istituzione, non semplici ricercatori. Si mettono nell’atteggiamento del fratello maggiore quando torna il figlio scapestrato, prodigo. Non gli sta bene che un inadempiente possa entrare nel giro delle loro verità, della loro religione.

 

Gesù disse loro e dice a tutti: sono venuto a toglierti dal tuo star male, dalle tue carognate, dalle tue incertezze colpevoli. Gesù non viene fermato da nessuna eventuale controindicazione, la vita non la risolve mai il tuo peccato, perchè sempre te ne chiama fuori.

 

sono venuto per chiamare. Il mio mestiere è chiamare, non rimproverare, condannare, punire; mi sono specializzato nel provocarvi, nel non lasciarvi nei vostri loculi. Se Gesù oggi ci chiamasse, come è vero che stasera ci chiama, come ci trova? Disponibili o distratti, paurosi o desiderosi di sentirci dire da lui il nostro nome?

 

sani-malati Nessuno di fronte a Dio può dichiararsi sano, giusto; siamo tutti più o meno malati e abbiamo bisogno di Lui.

 

giusti-peccatori; il mio mestiere è perdonare, ridare pienezza di vita, togliere il male dal cuore, togliere i rimorsi, dare gioia e speranza, offrire vie di uscita da impossibilità congenite, levare il cancro, la leucemia della vita, la assuefazione alla cattiveria, l'odio e la rabbia vendicativa, la dipendenza dalla droga e dall'alcol, le porcherie di una sessualità sbagliata, i doppi pensieri e le trame di male, l'autosufficienza colpevole e il tradimento

 

Questa può essere la nostra storia, che tento di riassumervi nello storia di Levi.

 

Che fatica decidersi nella vita. Che faccio? Dove vado? Che studio? Ci sarà uno sbocco positivo a questa strada? Non è che mi metto a studiare per avere una laurea e poi mi ritrovo a stare in stand by tutta la vita? Mi sposo? E se dopo un anno, come è capitato ai miei amici, non riesco più a spartire vita con la persona che ho scelto? Quale è la mia vera strada? C’è qualcuno che mi aiuta a trovare la strada giusta? C’è un satellitare infallibile? Spesso forse siamo in attesa che sia qualcun altro che decide per noi, per non caricarci della responsabilità della scelta, e così scaricare su altri i nostri fallimenti.

 

Qualcuno invece sembra abbia deciso bene, se ne sta tranquillo a fare i fatti suoi, a un certo punto però si accorge che c’è qualcosa che non quadra nella vita oppure viene posto di fronte con evidenza a una luce, a una intuizione, a una verità che gli fa cambiare radicalmente strada, gli si aprono gli occhi, percepisce dentro una voce, una spinta che non lo lascia tranquillo.

 

Levi era uno di questi. Pacifico, stava a contare i suoi soldi in banca, aveva un lavoro fisso, disprezzato da tutti perché se la intendeva per forza di cose con i romani, che occupavano la Palestina; un avvenire sicuro, una cerchia di amici della stessa risma che gli faceva da cortina di fumo per non vedere i problemi, qualche bella cena, qualche buona avventura e guadagno sicuro.

 

Ma un giorno gli capita al banco, dove sta contando euro a non finire, Gesù. E Gesù punta su di lui lo sguardo, il dito, la sua persona, la sua voce perentoria, tutto il suo fascino e gli dice: Seguimi! e lui alzatosi, messosi dritto davanti a Gesù, davanti alla vita, davanti a un nuovo futuro, nella dignità di tutta la sua umanità, messa in discussione da questo invito, lo seguì.

 

Continua ancora la sua vita di relazione, ha ancora i suoi amici, sicuramente deve giustificare loro perché abbandona la sua ricca posizione sociale per correre dietro a un predicatore che non si sa quanto raccomandabile sia; sta di fatto che vuole che Gesù incontri questa sua potente fasciatura, tutto il mondo di pubblicani che lo accerchia.

 

E Gesù va con grande scandalo dei benpensanti a sradicare certezze e a portare la sua speranza. Gesù non disdegna nessuna delle nostre mense, si fa compagno di tutti, non ha paura, vuole solo la nostra felicità. Li vede spaesati, ma lui li aiuta a alzare lo sguardo al cielo.

mons. Domenico Sigalini

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