Nella mia vita ho molto predicato, a ogni categoria di persone, ma talvolta non ho osato chiedere la santità. Ho parlato della gioia, della speranza, dell'impegno, ma ho avuto paura di parlare della santità, come se fosse qualcosa che la gente non può comprendere o accettare come possibile. Ho sottovalutato la buona volontà della gente e la forza della grazia del Signore.
del 01 gennaio 2002
Cari Amici, Fratelli carissimi nella grazia del battesimo e del sacerdozio! Innanzitutto i miei cordialissimi saluti e auguri di amore e di pace.
 
A quale scopo sono venuto proprio qui, in questi giorni? La risposta è semplice: sono venuto per la nostra santificazione, che è la cosa più urgente che il Signore vuole da noi sacerdoti per il nuovo millennio: 'Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione' (1Ts 4,3). Come sapete la lettera da cui è tratta questa frase, indirizzata ai cristiani di Tessalonica, è il più antico scritto cristiano. L'apostolo Paolo sin dall'inizio ha voluto dire la cosa più importante e necessaria, e continua a ripetercela oggi. Come articolerò questo incontro con voi?
 
Vorrei meditare con voi sulle Gioie dei testimoni della speranza.
 
 
L'incontro con Cristo nella mia vita.
 
Il primo punto della mia prima tappa parte da un testo di Matteo: 'Se vuoi essere perfetto, va, vendi i tuoi beni e seguimi' (Mt 19,21). È il messaggio di Giovanni Paolo II ai giovani di Tor Vergata: 'Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio' (18 Agosto 2000). A voi sacerdoti qui adunati voglio dire analogamente: non abbiate paura di essere i sacerdoti santi del nuovo millennio!
 
Vorrei iniziare questa riflessione sulla chiamata alla santità da un esame di coscienza molto personale: nella mia vita, e anche adesso da cardinale, ho avuto ed ho paura delle esigenze del Vangelo: ho paura della santità, di essere santo. Mi piacciono le mezze misure. Invece Cristo mi richiama ogni minuto ad amare Dio con tutto il mio cuore, con tutta l'anima, con tutte le mie forze, con tutto me stesso. Ogni giorno io ho vissuto momenti come quelli del giovane nel Vangelo che se ne va triste perché ha molti beni.
 
Nella mia vita ho molto predicato, a ogni categoria di persone, ma talvolta non ho osato chiedere la santità. Ho parlato della gioia, della speranza, dell'impegno, ma ho avuto paura di parlare della santità, come se fosse qualcosa che la gente non può comprendere o accettare come possibile. Ho sottovalutato la buona volontà della gente e la forza della grazia del Signore.
 
Io sono stato in prigione più di tredici anni: ho avuto momenti duri, anche molto duri. Tante volte non ho osato pensare alla santità: ho voluto essere fedele alla Chiesa, non rinnegare nulla della mia scelta. Ma non ho pensato sufficientemente ad essere santo, mentre Cristo in verità ha detto: 'Siate perfetti come il Padre vostro è perfetto' (Mt 5,48).
 
Lo scorso anno sono stato operato per l'asportazione - almeno parziale - di un tumore. Mi hanno tolto due chili e mezzo del tumore: sono rimasti nel mio ventre quattro chili e mezzo, che non possono essere asportati. Ed io ho avuto paura di essere santo con tutto questo: questa è stata la mia sofferenza. Essa però è durata solo fino al momento in cui ho visto la volontà di Dio in quanto mi succedeva ed ho accettato di portare questo peso fino alla morte, e di conseguenza di non poter dormire che un'ora e mezza ogni notte. Accettando questo, sono ora nella pace: nella sua volontà è la mia pace! Fino a quando Dio vorrà, vorrò essere come Lui vorrà da me, per me!
 
 
Chi è il Cristo che mi viene incontro?
 
Nella Sacra Scrittura preghiamo spesso con il Salmi sta: 'Fa' splendere il Tuo volto' (Sal 80,4) o 'Cerco il Tuo volto' (Sal 27,8). E questo senza fine, fino al giorno in cui potremo vedere Cristo faccia a faccia.
 
Un giorno i carceri eri mi hanno domandato: 'Chi è Gesù Cristo? Perché tu soffri per Lui?' Anche i giovani mi hanno spesso chiesto: 'Chi è Gesù Cristo per Lei e come mai ha lasciato tutto per Lui? Lei poteva avere casa, famiglia, beni, un buon avvenire e ha lasciato tutto per seguire Gesù; Chi è dunque Gesù nella sua vita?'
 
È difficile dire le qualità di Dio: sono trascendenti. Egli è onnipotente, onnisciente, onnipresente... Mi sembra più facile dire i difetti di Gesù. Alcuni di voi avete forse sentito parlare dei cinque difetti di Gesù, di cui ho trattato negli esercizi spirituali alla Curia romana. Alcuni Cardinali e Vescovi dopo questa meditazione mi hanno chiesto dove fossero gli altri difetti. Oggi, se volete, vi dico anche gli altri. l cinque difetti di cui avevo parlato alla Curia erano:
 
Gesù non ha buona memoria, perché sulla Croce il buon ladrone gli chiede di ricordarsi di lui in Paradiso e Gesù non risponde come avrei fatto io 'fa' prima venti anni di purgatorio', ma dice subito di sì: 'Oggi tu sarai con me in paradiso' (Lc 23,43).
Con la Maddalena fa la stessa cosa, e ugualmente con Zaccheo, con Matteo ecc. 'Oggi la salvezza entra in questa casa' (Lc 19,9), dice a Zaccheo. Gesù perdona e non ricorda che ha perdonato. Questo è il suo primo difetto.
 
Il secondo difetto è che Gesù non conosce la matematica: un pastore ha cento pecore. Una si è smarrita: lascia le novantanove per andare a cercare quella smarrita e quando la incontra la porta sulle spalle per tornare all'ovile (Mt 18, 12). Se Gesù si presentasse all'esame di matematica sarebbe certamente bocciato, perché per lui uno è uguale a novantanove.
 
Il terzo difetto di Gesù è che non conosce la logica: una donna ha perduto una dracma. Accende la luce per cercare in tutta la casa la dracma perduta e quando l' ha trovata va a svegliare le amiche per festeggiare con loro (Lc 15, 8). Si vede che è veramente illogico il suo comportamento, perché sapendo che la dracma era comunque in casa, avrebbe potuto aspettare la mattina seguente e dormire. Invece cerca subito, senza perdere tempo, di notte. D'altra parte, svegliare le amiche non è meno illogico. Anche la causa per cui festeggiare l'aver trovato una dracma - non è poi tanto logico. Infine, per festeggiare una dracma ritrovata dovrà spendere più di dieci dracme...
Ges√π fa lo stesso: in cielo il Padre, gli angeli e i santi hanno pi√π gioia per un peccatore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza.
 
Il quarto difetto è che Gesù sembra essere un avventuriero: di solito un politico alle elezioni fa propaganda e promesse: la benzina costerà meno, le pensioni saranno più alte, ci sarà lavoro per tutti, non ci sarà più inflazione... Gesù, invece, chiamando gli apostoli, dice: 'Chi vuoi venire dopo di me, lasci tutto, prenda la sua croce e mi segua' (Mt 16,24). Seguirlo, dunque, per andare dove? Gli uccelli hanno un nido, le volpi una tana, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo... Seguire Gesù è un'avventura: fino all'estremità della terra, senza auto, senza cavallo, senza oro, senza mezzi, senza bastone, unicamente con la fede in Lui.
Non vi sembra che sia proprio un avventuriero? Eppure, da venti secoli siamo ancora in molti ad entrare nell'associazione dei suoi avventurieri, come Lui, con Lui.
 
Il quinto difetto di Gesù è che non conosce l'economia e la finanza, perché va a cercare quelli che lavorano alle tre e alle sei e alle nove e paga gli ultimi come i primi (Mt 20, 1ss).
Se Gesù fosse economo di una comunità o direttore di una banca, farebbe bancarotta, perché paga chi lavora meno come chi ha fatto tutto il lavoro.
 
A questi cinque difetti, vorrei aggiungerne ancora nove:
 
Il sesto è che Gesù è amico dei pubblicani e dei peccatori: come vedete, frequenta cattive compagnie!
 
Il settimo è che ama mangiare e bere: lo accusano di essere un mangione e un beone.
 
Poi, ed è l'ottavo difetto, sembra matto: i parenti stessi pensano così di Lui e davanti a Pilato gli mettono addosso una tunica bianca per dire che è matto. Il soldato romano gli dice: 'Tu hai salvato gli altri, se sei Dio scendi dalla croce, salva te stesso' (Mt 27,40. 42). Quel matto che è Gesù non lo fa.
 
Il nono difetto è che Gesù ama i piccoli numeri, mentre la gente ama la massa, la grande folla: va alla ricerca della Maddalena, della Samaritana, dell'Adultera... La 'carta magna' di Gesù -le beatitudini - appare come un fiasco: beati i poveri, gli oppressi, gli afflitti, i perseguitati, ecc. (Lc 6, 20). Gesù ama tutto questo: chi lo segue deve essere matto come lui!
 
Il decimo difetto è l'insuccesso continuo: la sua vita è piena di insuccessi. Cacciato dal suo paese è sconfitto, perseguitato, rifiutato, condannato a morte...
 
Ancora, ed è il difetto numero undici, Gesù è un professore che ha rivelato il tema dell'esame: se fosse un insegnante sarebbe licenziato subito! Il tema dell'esame e il suo svolgimento è descritto a puntino da lui: verranno gli angeli, convocheranno i buoni alla destra, i cattivi alla sinistra, e tutti saremo giudicati sull'amore (Mt 25,31ss). Sapendo questo, tutti potrebbero essere promossi!
 
Il dodicesimo difetto è che Gesù è un Maestro che ha troppa fiducia negli altri. Chiama gli apostoli quasi tutti illetterati, ed essi lo rinnegheranno. Nel tempo continuerà a chiamare gente come noi, peccatori. La via di Dio passa per i limiti umani: chiama Abramo, che non ha figli ed è vecchio; chiama Mosè, che non sa parlare bene; chiama dodici uomini mediocri e ignoranti, e uno di essi lo consegnerà; e per chiamare i pagani sceglie un violento e un persecutore, Saulo; e nella Chiesa continua a fare così...
Gesù è un temerario incorreggibile: perciò ha scelto me, ha scelto voi, noi tutti poveri peccatori. Gesù non si corregge proprio!
 
Il tredicesimo difetto è che Gesù è molto imprudente: si dice che per essere un leader bisogna prevedere. Gesù non prevede: soprattutto, non prevede la morte dei suoi discepoli.
Richiede loro di essere fedeli fino alla morte: però non sembra occuparsi di quello che viene dopo... Gesù trascende la saggezza umana: che cosa succederà, quando tutti saranno morti, a loro e a quelli che verranno dopo di loro?
 
Il quattordicesimo difetto è la povertà: di essa il mondo ha molta paura. Oggi si parla tanto di lotta alla povertà: Gesù esige dalla sua Chiesa e dai pastori la povertà, qualcosa di cui tutti hanno paura. Gesù ha vissuto senza casa, senza assicurazione, senza deposito, senza tomba, senza eredità, umanamente e materialmente senza sicurezza alcuna.
 
Questi quattordici difetti possono essere oggetto di una vera e propria via della Croce, con le sue quattordici stazioni da meditare.
Nel mondo non c'è una strada col nome di Gesù: c'è Piazza Pio XII, Piazza Cardinal tal dei tali, ma non c'è Piazza o Via Gesù di Nazaret.
La sua strada è questa via della Croce, carica dei suoi difetti, che siamo chiamati a fare nostri...
 
E noi abbiamo creduto al suo amore
 
Mi domanderete: 'perché Gesù ha questi difetti?' Rispondo: 'perché è Amore!' E l'amore autentico non ragiona, non pone limiti, non calcola, non ricorda il bene che ha fatto e le offese che ha ricevuto, non pone mai condizioni. Se ci sono condizioni, non c'è più amore.
 
Il sacerdote di questo nuovo millennio è quello che ha incontrato Gesù e in cui il popolo può incontrare Gesù.
Quando medito su questo, sento il mio cuore pieno di felicità, di gioia e di pace. Spero che alla fine della mia vita - quando sarò giudicato sull'amore Gesù mi riceva come l'ultimo lavoratore della sua vigna, a cui dà la stessa ricompensa del primo, dicendomi come al ladrone pentito: 'Oggi stesso sarai con me in paradiso' (Lc 23, 43).
Io con Zaccheo, con la Samaritana, con la Maddalena, con Agostino e tutti gli altri canterò la misericordia per tutta l'eternità, ammirando eternamente le meraviglie che Dio riserva ai suoi eletti.
Mi rallegro perciò di vedere Gesù con i suoi difetti, che sono grazie a Dio incorreggibili, e che sono il grande motivo della mia speranza.
 
Carissimi fratelli in Cristo! Non mi piace troppo il Cristo Re nella Sua Maestà, ma preferisco il Gesù di Pietro sulla barca, il Gesù che chiama la Maddalena con il suo nome: 'Maria!' (Gv 20, 16), e che all'adultera dice 'Neanch'io ti condanno' (Gv 8,10); il Cristo dei piccoli, dei semplici, dei poveri, così vicino a noi che ci dice: 'Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi, ed io vi ristorerò' (Mt 11,28), e che mi dice: 'Francesco, tutto ciò che è mio, è tuo!'. Desidero che nessuno mi scacci, allontanandomi da Te.
 
Voglio poterTi vedere da vicino, bere alla Tua coppa, riposare il capo sul Tuo petto, ascoltarTi dire: 'Francesco, chi vede me, vede il Padre' (Gv 14,9).
 
Carissimi fratelli, Ges√π non ci chiama a diventare tutti dei dottori, dei profeti, o a parlare le lingue, ma ci dona la grazia di essere dei santi, anche se io sono peccatore!
 
Non abbiate paura! Perché dove abbonda il peccato, là sovrabbonda la grazia! Vi supplico: Non abbiate paura di essere santi, i sacerdoti santi del nuovo millennio. E per esserlo c'è bisogno di una sola cosa: l'amore!
 
UN MEN√ô DOLCE: I DIFETTI DI GES√ô
 
(14 stazioni da una 'Via Crucis' che mi porta alla speranza)
 
1. Ges√π non ha buona memoria
2. Ges√π non conosce la matematica
3. Ges√π non conosce la logica
4. Ges√π sembra essere un avventuriero
5. Ges√π non conosce l'economia e la finanza
6. Gesù è amico dei pubblicani e dei peccatori
7. Gesù è accusato di essere un mangione e un beone
8. Ges√π sembra matto
9. Ges√π ama i piccoli numeri
10. Gesù è l'insuccesso continuo
11. Gesù è un professore che ha rivelato il tema dell'esame
12. Ges√π ha troppa fiducia negli altri
13. Gesù è molto imprudente
14. Gesù è povero
 
Gesù ha questi difetti perché è Amore!
 
card. François Xavier Nguyen van Thuan
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)